18 Aprile 2023

Il FIM EWC si evolve, senza snaturarsi: la 24h Motos lo conferma

La 24h Motos Le Mans 2023 del FIM EWC certifica l'evoluzione dell'Endurance motociclistico, mantenendo tuttavia inalterata la propria essenza. Ecco perché.

Il FIM EWC si evolve, senza snaturarsi: la 24h Motos lo conferma

Quest’anno la 24h Motos Le Mans è giunta alla sua 46^ edizione, di scena ininterrottamente dal 1978 a questa parte. La maratona della Sarthe pertanto può tornarci utile per una constatazione di massima sull’evoluzione del Mondiale Endurance. Di anno in anno la specialità cresce, assumendo sempre più i connotati (quantomeno per i primi della classe) di una “gara sprint” articolata sulla distanza di 8 o 24 ore. L’edizione 2023 in tal senso non fa eccezione, ma con una buona notizia: tutto questo non pregiudica affatto la natura ed essenza stessa delle competizioni motociclistiche di durata.

24H MOTOS SPRINT

Prendiamo in esame l’andamento della contesa. In uno schieramento comprensivo di ben 6 team ritenuti “ufficiali” con supporto e/o filo diretto con le rispettive case costruttrici, ormai vince chi sbaglia meno. Anzi, chi non sbaglia nulla. Chi possibilmente non incontra il benché minimo problema. La velocità conta eccome, ma non basta. D’altro canto un inciampo, una sporadica battuta d’arresto, pregiudica i sogni di gloria. Di fatto questo ha fatto la differenza tra vincitori e vinti al Circuit Bugatti. F.C.C. TSR Honda, sbagliando poco (quasi nulla), ha conquistato il trofeo per la terza volta nelle ultime sei edizioni. YART Yamaha, più veloce sul ritmo-gara (con un Niccolò Canepa spaziale nei turni di guida in notturna), si è dovuta accontentare dell’argento per una sosta imprevista ed una sfortunatissima scivolata sull’olio in piena traiettoria di Karel Hanika. Un discorso che si può estendere a BMW Motorrad World Endurance, terza in rimonta a sua volta con una caduta a referto.

RIMONTE QUASI IMPOSSIBILI

Dieci, ma anche 5 anni or sono, le super-rimonte erano possibili. Quando la Suzuki S.E.R.T. dei tempi d’oro monopolizzava la scena, ad ogni 24 ore quasi metteva in preventivo una caduta. All’epoca, non un problema. Oggi, dopo aver saggiato più o meno pesantemente le vie di fuga, di fatto si è costretti ad alzare bandiera bianca, almeno per quanto concerne i propositi ambiziosi. Basti pensare a quanto occorso proprio a Yoshimura SERT non più tardi dello scorso weekend: contatto al via Black-Hook, mezz’ora trascorsa ai box, 17 giri persi, addio sogni di gloria. La rimonta (da 54^ a 7^) resta di pregevole fattura, ma per il podio non era proprio cosa. Specie con il livello della concorrenza, privati (eccezionale gare di Honda Viltais) compresi.

LA NATURA ENDURANCE RESTA

La 24h Motos è la perfetta rappresentazione di cos’è diventato l’Endurance motociclistico oggi. Livello tecnico-sportivo innalzatosi quasi all’esasperazione con tempi da Superbike, mantenendo tuttavia inalterata la propria natura. Resta una corsa “di resistenza”, di affidabilità dei mezzi, di strategia, di lavoro di squadra, con la meraviglia di correre in ogni condizione. Pioggia, sole, persino nebbia (!), di notte e di giorno. Completando 3400 chilometri in 24 ore, davanti ad un pubblico (77.200 spettatori ufficialmente dichiarati) appassionato, al seguito di una specialità appassionante. In fondo, nel 2023, lo spirito originario del motociclismo si può conservare senza scendere a patti scellerati alla ricerca di spettacolo o di un nuovo “target commerciale”. Il FIM EWC lo conferma.

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