19 Aprile 2022

Una gara sprint di 24 ore: questa è Le Mans

La 24 ore motociclistica di Le Mans 2022 riafferma l'evoluzione dell'Endurance: una gara di grande intensità dall'inizio alla fine.

Una gara sprint di 24 ore: questa è Le Mans

La 45^ edizione della 24 Heures Motos Le Mans ha riaffermato una tesi ormai consolidata negli ultimi anni. Nell’Endurance contemporaneo, tutti gli eventi sono gare sprint articolate sulla distanza di 8 o 24 ore. Originariamente prerogativa della sola 8 ore di Suzuka, oggi nel FIM EWC è sempre così. Quantomeno per giocarsi la vittoria nell’assoluta (e della classe Superstock), bisogna dar tutto sempre e comunque. Dalla partenza fino all’arrivo, percorrendo contestualmente 3.500 chilometri, senza mai risparmiarsi. Un’evoluzione dell’Endurance che giova in termini di competitività assoluta della serie, mantenendo inalterata la propria essenza. Vince chi sbaglia meno, vince chi non incappa in problematiche di affidabilità. Il significato di “corsa di resistenza” resta pertanto inalterato.

LE MANS DI GRANDE INTENSITÀ

L’edizione 2022 della 24 Heures Motos non è stata l’edizione dei record (causa i molteplici ingressi della Safety Car) o tra le più combattute che si ricordi, ma è stata certamente l’edizione caratterizzata dalla maggior intensità. Nella top class EWC e nella Superstock, le squadre di vertice si sono date battaglia senza esclusione di colpi. Lotta decimo su decimo, colpo su colpo, giro dopo giro, con i dettagli che potevano fare (e hanno fatto) la differenza. L’esasperato livello delle squadre ufficiali impegnate nel FIM EWC, alcune da budget milionari, hanno innalzato l’asticella. Il sodalizio Yoshimura SERT lo scorso anno ha ulteriormente elevato la competizione, con le squadre concorrenti che si sono attrezzate per la rivincita. Non è arrivata a Le Mans, ma hanno dimostrato di poter stare a stretto contatto del team #1, preannunciando un prosieguo della stagione 2022 assolutamente imperdibile.

RIVINCE LA YOSHIMURA SERT

Del matrimonio tra Yoshimura e la nuova SERT si è parlato a profusione nell’ultimo biennio. Non è più “quella SERT”, ma oggi è sicuramente una vera e propria armata. Una sola sbavatura (non da questa squadra…) nell’arco della 24 ore, con Sylvain Guintoli rimasto senza benzina a pochi metri dalla corsia box nel tentativo di allungare il più possibile lo stint sotto regime di Safety Car. Persi relativamente pochi secondi, la GSX-R 1000 #1 è tornata in gara e, soprattutto, in poco tempo è tornata al comando. Centrando poi alle 15:00 di domenica la terza vittoria in una 24 ore di fila, iniziando il 2022 come avevano concluso il 2021: in trionfo. Con l’acclarata novità di far sventolare sul gradino più alto del podio bandiera giapponese e non più francese, segno che quella SERT (il cui acronimo ha già cambiato la propria origine…) non c’è più.

RIVALI AGGUERRITI

La Yoshimura SERT Suzuki ha vinto, ma non ha dominato. YART Yamaha è rimasta lì, pagando dazio con l’ennesima partenza al ralentì e problemi di avviamento dopo ogni singola sosta ai box. Sul 36″ giravano comodamente il nostro (impeccabile) Niccolò Canepa, Marvin Fritz e Karel Hanika, regalando svariati stint da antologia. In lizza per la vittoria c’era anche F.C.C. TSR Honda, proposito ambizioso vanificato da un problema notturno al terminale di scarico ed una veniale scivolata mattutina di Gino Rea. Rispetto al 2021, sembrano esser tornati ai livelli di stagioni più fortunate. Nel gruppo ha messo in mostra un buon potenziale velocistico ERC Ducati, anche se restano da colmare diverse lacune per ambire ad un podio in una 24 ore. Tanto lavoro da fare invece per Kawasaki SRC (moto nuova, praticamente zero test), inaspettatamente anche per lo squadrone BMW Motorrad. Vero: il ritiro dopo 4 ore è stato dovuto ad un sasso che ha bucato il radiatore con conseguente surriscaldamento del propulsore. Sfortuna, tanta sfortuna, ma in campionato inseguono già a 61 punti dalla Yoshimura SERT…

SUPERSTOCK MERAVIGLIOSA

Se nella top class EWC sono state 3 le squadre a lungo in grado di contendersi la vittoria, nella Superstock di fatto fino all’ultimo ben 4 team si sono giocati il primato e, non da meno, il quarto posto assoluto. Ha vinto l’iconica squadra dei pompieri d’oltralpe, il Team 18 Sapeurs Pompiers su Yamaha, il tutto nonostante un inconveniente registratosi nel pomeriggio del sabato. A contendere il gradino più alto del podio ci ha pensato la Honda National Motos e… l’Italia. Da una parte il No Limits Motor Team, “nazionale italiana” dell’Endurance, che nel segno della continuità ha centrato un secondo posto che rappresenta il terzo podio di fila a Le Mans, con la giallonera #44 condotta da Luca Scassa, Kevin Calia e Alexis Masbou splendida realtà. Combattivi e competitivi Christian Gamarino e Simone Saltarelli, con Kawasaki Louit Moto beffati soltanto all’ultimo nella corsa al podio, ma con una prestazione di buon auspicio per le restanti tappe previste dal calendario. Prima fra tutte, il 4-5 giugno prossimi, la 24 ore di Spa Francorchamps. Un gradito ritorno per un FIM EWC che gode eccome di ottima salute, esaltando sempre più una specialità semplicemente meravigliosa.

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