8 Gennaio 2024

Quando la Piaggio sfidò il deserto della Dakar con la Vespa

Nel gennaio del 1980 quattro scooter della Piaggio parteciparono alla Parigi-Dakar e uno riuscì addirittura a concludere la corsa. Ecco la storia di un’impresa

Nel gennaio del 1980 quattro scooter della Piaggio parteciparono alla Parigi-Dakar e uno riuscì a concludere la corsa per un’impresa storica

La quarantaseiesima edizione della Dakar sta entrando nel vivo, con i partecipanti che oggi hanno affrontato la terza delle dodici tappe previste da programma, registrando tuttavia il grave incidente occorso a Carles Falcon. Un episodio che riafferma l’essenza (rischi, crudeltà e spietatezza) del Rally Raid più affascinante del pianeta. Una sfida per-e-contro se stessi, per i pochi che dietro ad un volante o in sella ad una moto decidono di addentrarsi nelle distese interminabili di sabbia, terra, fango e rocce. Andando alla ricerca della gloria o, perché no, di autentiche imprese. Come quella di un equipaggio tutto al francese che all’inizio degli anni Ottanta sfidò il deserto con… quattro scooter della Piaggio!

La Piaggio alla Parigi-Dakar con la Vespa

Proprio così. Tra le numerose storie dell’allora Dakar africana (dal 2020 a questa parte si disputa in Medio Oriente) c’è anche quella di quattro Vespa. Nel 1980, agli albori della corsa desertica che ancora portava il nome di Parigi-Dakar, gli scooter si presentarono al via accanto alle missilistiche Yamaha XT 500. Le stesse che poi andranno a monopolizzare la scena di quella edizione, con il francese Cyril Neveu su tutti, piazzando quattro piloti ai primi quattro posti della classifica generale. La pazza idea nacque dall’ex pilota rally Jean-Francois Piot, responsabile dell’attività sportiva di Piaggio, il quale realizzò su due piedi un progetto tanto folle quanto ambizioso.

L’equi-Piaggio

“Percorrere il deserto ed alcuni tracciati africani in Vespa è già un’avventura delicata, ma farlo in una corsa, per di più spalla a spalla con altri concorrenti che dispongono di mezzi meglio adeguati a questo tipo di competizione, è la vera scommessa di Vespa”. Con queste parole lo stesso Piot lanciò la sfida, senza lasciare nulla al caso. Per i piloti la scelta ricadde sui fratelli Yvan (collaudatore Piaggio) e Bernard Tcherniavsky, Marc Simonot (vice-campione di Enduro) e Bernard Neimer. Sul fronte tecnico si optò per la P200E (la versione più evoluta dell’epoca), di color blu con serbatoi da 25 litri, pneumatici tassellati e cinque Land Lover di assistenza (una delle quali affidata al plurivincitore di Le Mans, Henri Pescarolo). Un dispiego di forze senza precedenti, con il fine implicito di valorizzare il prodotto simbolo della Piaggio.

Grattacapi in mezzo al deserto

E fu così che il 1° gennaio 1980, in occasione del tradizionale prologo di Versailles, in mezzo agli oltre 200 iscritti si contavano anche quei quattro giovani (coraggiosi) francesi alla guida delle rispettive P200E, appositamente preparate e modificate con accorgimenti tecnici di vario tipo: non restava altro che iniziare a giocare una partita che sembrava impossibile sin dall’inizio. Nel corso della gara i quattro temerari incontrarono non poche difficoltà tra cadute, imprevisti, forature e problemi meccanici, ma il cronometro naturalmente era l’ultimo dei pensieri. Dovevano preoccuparsi più che altro di arrivare al traguardo in tempo utile prima… della partenza della tappa successiva, altrimenti sarebbe scattata l’esclusione dalla Dakar come previsto dal regolamento.

Impresa storica

Alla fine, fortuna e audacia vollero che fosse la Vespa #8 condotta da Simonot l’unica a portare a termine la gara. Anche se fuori tempo massimo dopo 10.000 chilometri (4.059 dei quali in 11 prove speciali), il francese transitò sul traguardo sulla sua P200E malconcia, ma funzionante quel tanto che basta. Dimostrando al mondo intero che attraversare-e-superare il deserto nel raid più duro, per di più se utilizzando l’iconica “motoretta” italiana, era possibile eccome. Un’impresa impreziosita dai numeri: solo 25 moto delle 90 partite arrivarono a Dakar. Si narra che le vendite Piaggio in Francia aumentarono del 160 %, percorrendo i tempi fino al giorno d’oggi. Di fatto, una leggenda più viva che mai grazie a quella folle (ma vincente) idea di un visionario quale Jean-Francois Piot.

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