11 Gennaio 2022

Danilo Petrucci furibondo: “Rischiamo la vita, so di chi è la colpa”

La moto di Danilo Petrucci si spegne due volte nel corso della nona tappa della Dakar 2022. Il pilota KTM Tech3 è furibondo: "Non deve succedere".

Danilo Petrucci Dakar

La nona tappa della Dakar ha offerto altri colpi di sfortuna al nostro Danilo Petrucci. Più che cattiva sorte, è evidente che qualcuno del suo team ha sbagliato. Ancora una volta la sua KTM 450 si è fermata per due volte a causa di fusibili difettosi che gli hanno fatto perdere più di sette minuti. 18esima posizione, con un gap di otto minuti o poco più dal vincitore cileno Jose Ignacio Cornejo.

La nota lieta è la sua condizione di salute, dopo giorni di problemi gastrointestinali, probabilmente dovuti all’assunzione di antibiotici dopo i cinque punti di sutura al gomito. Purtroppo i problemi meccanici lo hanno spinto fuori dalla top-10, ma il vincitore morale è lui. Sul web sta spopolando il video in cui si ferma a bordo strada per salutare alcuni bambini sauditi. Danilo Petrucci ha dato loro la mano e ha permesso ad uno di loro di accelerare sulla manopola del gas, scatenando l’entusiasmo dei fanciulli. “Per fortuna, mi rende felice incontrare persone che sono entusiaste di me, come questi bambini“, ha detto Petrux a cornice del video.

La rabbia di Petrux

A mente fredda il pilota Tech3 è molto arrabbiato per l’accaduto. “Il problema è sempre lo stesso, brucio più fusibili che benzina e dobbiamo capire perché. Anche oggi stavo lottando per le posizioni davanti. Sono abbastanza arrabbiato perché la moto si è spenta in un punto abbastanza pericoloso, questo non deve succedere. Domani partiamo da una buona posizione (18esimo), sto in mezzo a gente buona e magari ho la possibilità di vedere“.

Farà gioco di squadra, ma è un vulcano che vorrebbe esplodere. “Sono fuori classifica quindi è giusto che io debba aiutare gli altri, perché deve vincere la squadra. Però non si deve fermare la moto per aiutare gli altri“. Danilo Petrucci punta il dito contro qualcuno del suo staff, ma senza fare nomi. “Quando le persone non fanno quello che dovrebbero è veramente spiacevole. Per la prima volta oggi ho avuto paura qui alla Dakar per colpa della moto. Rischiamo la vita, ci vuole che tutti ci mettano impegno. La mia è l’unica moto che si ferma. Con tutti i miei meccanici con cui ho lavorato, quando c’è un problema e non si capisce il motivo si cambiano le cose, non si dà la colpa ad altre persone“.

La nona tappa si è rivelata un incubo per il ternano, che davanti agli occhi ha ancora quanto accaduto. “Oggi ho rischiato di farmi molto male e mi sono arrabbiato. Ero su un punto dove mi serviva dare il gas per andare oltre una pietra e la moto si è ammutolita. Mi sono impiantato in una pietra e fortunatamente l’ho preso di lato, ma non ci ho visto più. Non mi frega di parlarne, è andata bene. Ero nel podio anche oggi, non ce ne frega un ca… Di chi è la colpa lo so ma non lo dico, l’ho detto a chi di dovere“.

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