18 Settembre 2023

Niccolò Canepa bis Mondiale Endurance “L’ho inseguito fortissimamente”

Niccolò Canepa ha vinto per la seconda volta il Mondiale Endurance, con il brivido finale. "Questo è stato più bello del primo"

Niccolo Canepa EWC

Niccolò Canepa è raggiante. A 35 anni ha messo in bacheca il suo secondo titolo mondiale endurance dopo quello conquistato nel 2017. Con lui, sulla Yamaha Yart, il tedesco Marvin Fritz ed il ceco Karel Hanika (la cronaca della gara). Il campionato non è stato facile ma Niccolò si è confermato un gradissimo professionista oltre che un abile stratega. Il Bol d’Or, la sfida decisa con sei team ancora in lizza, è stata un romanzo. Niccolò è stato magico nel primo stint con le slick sul bagnato, e nella notte è andato in testa domimando. Quando sembrava fatta, una perdita d’acqua ha fatto temere il peggio. Mancavano sette ore al traguardo, le più lunghe nella carriera di questo gran pilota che in passato è stato anche campione Superstock 1000, tester Ducati oltre che pilota MotoGP e Superbike. Niccolò Canepa racconta a Corsedimoto questo secondo trionfo Mondiale.

Lo stint con le slick sul bagnato

Al Bol d’Or non era iniziata bene. Cercavamo la pole anche per i punti che avrebbe portato invece ci siamo qualificati quarti: non era certo ciò che volevamo. Alla partenza la pista era umida. Confrontandomi con i tecnici ho scelto di osare le slick: era un azzardo però mi sentivo di farlo. Pensavo che dopo alcuni giri si sarebbe asciugata. Quando in griglia abbiamo tolto le termocoperte ed ho visto tutti gli altri con le rain mi sono detto “non sarò stato un po’ troppo ottimista?”. La scelta invece ha pagato. Dopo un po’ tutti sono dovuti rientrare a cambiare le gomme mentre io ho continuato a spingere e sono riuscito a prendere del vantaggio.

Le prime 12 ore

Per la prima metà abbiamo spinto al massimo perché eravamo in quattro in trenta secondi. La gara era veramente tiratissima ed abbiamo dato veramente tutto. Poi quando la Honda FCC TSR si è ritirata per un problema tecnico ed a noi bastava un piazzamento per vincere il titolo abbiamo pensato ci bastava amministrare. Speravo di poter stare tranquilli invece no, abbiamo avuto anche noi dei problemi (perdita d’acqua e surriscaldamento del motore, leggi qui). E’ stata un’altalena di emozioni incredibile. Abbiamo resistito, sofferto e conquistato il titolo.

Questione di testa

Nelle gare di Endurance ovviamente conta il fisico ma soprattutto la testa. Quando si è lì che si lotta per il titolo mondiale quasi non si sente la fatica anche se di corre di notte. Si pensa solo ad andare avanti, dare il massimo e cercare di ottenere il risultato. L’approccio mentale è fondamentale. Io volevo questo titolo con ogni mia forza perché dopo alcuni anni che lo inseguivo doveva essere mio. Il primo titolo mondiale era arrivato all’esordio nell’endurance ed era stato fantastico. Questo è bellissimo ma ha un sapore diverso perché è stato molto più sudato. Dopo alcuni anni s’iniziano quasi a perdere le speranze però non bisogna mai arrendersi. Ho affrontato il campionato con maggiore tranquillità, meno ansia, più consapevolezza rispetto agli esordi ma con una fortissima determinazione.

Endurance, la mia dimensione

Nel 2024 farò più o meno le stesse cose dei quest’anno. Nell’Endurance mi diverto, ci sto bene: è questo il mio campionato. In più sono tester e coach Yamaha in Superbike quindi non posso chiedere di più. Già mercoledì partirò per Aragon per il WorldSBK poi il 7 ottobre ottobre sarò ad Imola per il National Trophy: le ho vinte tutte e sarebbe bello vincere anche le ultimi due.

Foto social NickCanepa

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