18 Settembre 2023

La MotoGP in India, parla l’esperto: “Non bisogna essere prevenuti”

Giuseppe Muscioni, progettista di lungo corso, ci presenta il Buddh International Circuit, un impianto "adatto anche alle moto"

Buddh International Circuit

Per molti il Buddh International Circuit sarà una scoperta (leggi qui). Giuseppe Muscioni invece lo conosce molto bene, fin dalla sua nascita. Il progettista sammarinese è da anni ispettore FIA ed è andato a visionarlo anche nel 2022. Il circuito, realizzato nel 2011 inizialmente per la Formula 1, è stato progettato da Hermann Tilke, nome noto nel mondo della progettazione di impianti motoristici. E’ un impianto mastodontico: può ospitare 150 mila spettatori. Si trova nei pressi della città di Greater Noida, non lontano da Nuova Delhi, nella regione dell’Uttar Pradesh. Non immaginatevi l’India da depliant turistico: il circuito sorge in una modernissima area che ospita alcune delle più avanzate università del Mondo e le sedi di grandissime multinazionali, in particolare del settore dell’Information Technology.

Giuseppe Muscioni ci presenta il Buddh International Circuit.

“L’autodromo sorge vicino a Nuova Delhi ed ha ospitato per tre anni la Formula 1. Ma è un tracciato ambivalente che a mio avviso va benissimo anche per le gare di moto, tra l’altro sono state fatte delle modifiche per adeguare la sicurezza alla MotoGP. E’ lungo 5140 metri, ha 16 curve, dei tratti lunghi, veloci ed una parte senza grandi chicane. L’impronta di Hermann Tilke ovviamente si nota”.

A quale pista lo si può paragonare?

“Come visione d’insieme direi tra quello della Malesia quello della Cina. A me personalmente piace molto, non so se sarà altrettanto per i motociclisti. Mi dispiace che molti siano prevenuti forse anche per motivi sanitari, a mio avviso ingiustificati. L’India è una nazione bellissima in cui sono presenti tutti i colori e profumi del mondo. A livello sanitario certi allarmismi mi sembrano eccessivi”.

Come lo vede sul piano della sicurezza?

“Seguo tutti i circuiti dell’India e s’impegnano tantissimo sul piano della sicurezza. Il Buddh International tra l’altro ha un centro medico iper-attrezzato, una direzione gara all’avanguardia: non ha nulla da invidiare ad altri impianti, anzi”.

Ritiene che in India ci sia interesse per il motorsport?

“L’India è una nazione con un miliardo e mezzo di abitanti. Certo, la maggior parte versa in condizioni di povertà però ci sono milioni di persone che vivono all’europea e tra questi molti si stanno appassionando ai motori. Io credo che la MotoGP possa dare un ulteriore impulso allo sviluppo del motociclismo nazionale”.

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