10 Aprile 2020

Coronavirus: Inquinamento e mortalità “Serie evidenze di correlazione”

Le polveri sottili aiutano la diffusione del Coronavirus e ne aggravano gli affetti? Si parla poco di questo argomento, ma adesso anche l'Istituto Superiore Sanità viene allo scoperto

Coronavirus, smog Milano

Perchè la mortalità legata all’infezione da coronavirus è molto più alta nelle regioni del nord Italia che altrove? C’entrano qualcosa l’inquinamento e le polveri sottili? Sono argomenti di cui si è parlato pochissimo finora, e si capisce perchè. Per una società industrializzata come la nostra, prendere atto di questa correlazione significherebbe dover rivoluzionare modello: di produzione, di trasporto, in una parola sola, la vita di milioni di persone. Che gli effetti del virus nelle regioni della pianura padana siano ben più gravi rispetto ad aree meno densamente popolate e soprattutto meno inquinate è un dato di fatto. Anche in Cina il coronavirus ha fatto tantissimi morti a Wuhan, metropoli da 6,5 milioni di persone. Oggi sull’argomento è uscito un approfondito studio dell’Università di Catania e anche America fioriscono pubblicazioni scientifiche su questa scottante tematica. Dell’argomento si è finalmente parlato  anche nella quotidiana conferenza stampa tenuta dagli scienziati dell’Istituto Superiore della Sanità, a Roma.

“SCENARIO DA CONSIDERARE”

Franco Locatelli ha risposto con queste parole: “La correlazione fra polveri sottili e mortalità è un’informazione importante che contribuisce a definire meglio lo scenario dei fattori di rischio: quelli portati avanti sono studi importanti da tenere nella giusta considerazione, ma da qui a trarre conclusioni definitive ce ne corre un pochino, anche se di certo non li sottovalutiamo“.

“E’ UN DATO CHE CONOSCEVAMO”

Ancora più esplicito è stato Silvio Brusaferro, una delle personalità che compongono il comitato scientifico che sta orientando la strategia del governo italiano in merito al lockdown. “C’è un dibattito acceso su questo tema.  Ci sono una serie di evidenze che abbiamo anche da prima sulla correlazione fra polveri sottili e infezioni respiratorie. E’ un dato noto, che conoscevamo e che colpisce anche i bambini e ha quindi una asincronia rispetto al quadro epidemiologico attuale. L’aumento dell’esposizione a queste polveri favorisce l’insorgenza di infezioni; il dato che si sta esplorando in questi giorni in America è più ampio e correla il numero di casi positivi ad aree del paese dove c’è stato negli anni un incremento delle polveri sottili. E’ un dato ampio che va analizzato, ma è un tema che va approfondito e va letto tenendo contro delle dinamiche attraverso le quali si diffonde il contagio Covid-19”.

NECESSITA’ DI UNA SVOLTA 

Quindi, una volta  finita l’emergenza,  sarà fondamentale cominciare a considerare prioritari questo genere di argomenti. Il problema delle polveri sottili esiste da tempo, cosi come di malattie legate a crisi polmonari si muore anche da prima del coronavirus. La disponibilità di un vaccino non è la sola priorità, bisognerà cambiare subito anche il nostro modello di sviluppo. Fra l’altro passare ad un sistema economico più rispettoso di ambiente e persone potrebbe rivelarsi un enorme business. Ma bisognerà fare in fretta, sperando che non sia già troppo tardi.

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