12 Marzo 2024

Chaz Davies il cavaliere elettrico: “Ricomincio da zero in MotoE”

A 38 anni l'icona della Ducati Superbike si rimette in gioco nel Mondiale delle elettriche. "Questa moto si guida con il culo"

Chaz Davies, MotoE

Chaz Davies ha lasciato il Mondiale Superbike nel 2021, senza aver vinto il titolo ma lasciando una traccia indelebile. Preso slancio nella serie cadetta con l’iride 2011 firmato con la Yamaha, in top class il pilota gallese ha gareggiato con Aprilia e BMW prima di approdare alla corte Ducati. Con la Rossa ha disputato otto campionati da protagonista, con tre secondi e tre terzi posti finali all’attivo, scontrandosi con l’uragano Jonathan Rea-Kawasaki. Pur senza mettere le mani sul numero 1, Chaz è diventato comunque uno dei ducatisti più amati di sempre. Un pilota generoso e un ragazzo genuino, leale, con una flemma da britannico d’altri tempi. Dopo l’addio alla top class, Davies è rimasto nella famiglia Aruba.it Racing come coach dei piloti ufficiali. Inoltre, nelle passate stagioni, ha disputato alcune gare di durata con la Ducati ERC, team legato a doppio filo con Borgo Panigale. Anche qui con un grande rammarico, la 24 Ore del Bol d’Or ’22 sfumata a neanche due ore dall’arrivo, per un guasto alla campana della frizione. L’Endurance sembrava il canto del cigno, invece…

L’occasione colta al volo

Aruba.it, gigante dell’IT che dal 2015 è proprietaria del team Ducati ufficiale nelle derivate dalla serie, non poteva restare insensibile al richiamo della MotoE. Adesso che il fornitore tecnico è la stessa Ducati, il cerchio si è finalmente chiuso. Chaz Davies non è solo il coach dei piloti Aruba.it, ormai è uno di famiglia. Così il patron Stefano Cecconi non ha dovuto darsi daffare per trovare chi farci correre: il pilota giusto ce lo aveva accanto in ufficio. Dopo una vita trascorsa a sgasare qualunque tipo di mezzo a motore, dai kart della pista di famiglia, fino alle moto di tutte le categorie possibili e immaginabili, Chaz nei test a Portimao per la prima volta ha scoperto il pianeta MotoE.

“L’elettrica va guidata con il culo”

“La prima cosa che avverti è la mancanza di rumore, ma questo è scontato, che ve lo dico a fare” racconta l’esperienza Davies. “Sembra una banalità, ma per un pilota è una grandissima differenza. Ero abituato a gestire tutto ascoltando la variazione di regìme di un motore endotermico, qui non c’è, per cui devi aggrapparti ad altre sensazioni. Direi che la MotoE si debba controllare più con il culo, che con tutto il resto. Ti rendi subito conto che non c’è molto in comune con una moto normale, a partire dal peso. Devi gestire 60 chili in più rispetto ad una Superbike (il peso delle batterie, ndr), e si sente soprattuto in frenata. Non c’è freno posteriore, basta e avanza il freno motore, che uno degli elementi chiave da imparare a gestire“.

Riparto da zero

“In MotoE ci sono piloti che con questo tipo di veicolo hanno trovato la loro dimensione perfetta. La guidano veramente forte, e sanno controllare alla perfezione il consumo della batteria massimizzando la prestazione. Non è facile. Ho 38 anni, corro da una vita, ma qui riparto da zero. Non è un modo di dire, è proprio..zero. La sfida è difficile, ma proprio per questo mi attrae. Non vedo l’ora di scoprire quanto vado.”

Uno sguardo al Mondiale

Chaz Davies non dovrà aspettare molto, il Mondiale delle elettriche parte il 22-23 marzo a Portimao. In questa stagione il gallese rinuncerà all’Endurance, ma il compito principale resta fare il coach di Alvaro Bautista, Nicolò Bulega e il nuovo arrivato Adrian Huertas, pilota Aruba in Supersport. La partenza in Australia è già in archivio. “Con l’asfalto nuovo abbiamo trovato a Phillip Island condizioni diversissime rispetto al passato, è stato come correre su una pista sconosciuta. Era inevitabile che il risultato fosse un pò condizionato, però abbiamo visto cose molto interessanti…”

“Bulega vincente? Ce lo aspettavamo”

“In squadra eravamo tutti convintissimi che Nicolò sarebbe andato fortissimo da subito. Con la Panigale V2 ha fatto una differenza eccezionale, e anche nei test con la Superbike è andato subito forte. Per Alvaro Bautista è stata una partenza più complicata. Viene da un serio infortunio, che ha condizionato pesantemente tutto il precampionato. Però sta tornando velocissimo, è sempre lui il nostro riferimento. Giovedi e venerdi saremo in pista a Barcellona per due giorni di test, sono convinto che il Mondiale comincia davvero il 23-24 marzo su quella pista.”

“Non pensavo di vedere Rea così in basso”

“In Australia chi ha sorpreso di più è stato Jonathan Rea, ma in negativo. Nei test di Jerez e Portimao lo avevo osservato a lungo dalla pista, non mi aveva convinto del tutto. Mi ero fatto l’idea che non avrebbe vinto al debutto con la Yamaha, ma mi sarei aspettato di trovarlo intorno alla quarta-quinta posizione. Vederlo arrancare laggiù in fondo e finire due volte in terra ad alta velocità ha stupito tutti, anche me. Ma l’Australia non è mai troppo indicativa, figuratevi quest’anno con l’asfalto che nessuno conosceva.”

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