8 Novembre 2022

Andrea Zanotti controcorrente “Non vanno avanti i piloti ricchi ma i più forti”

Una voce fuori dal coro: Andrea Zanotti, ex pilota del CIV, pensa che il motociclismo sia meritrocratico. "Bastianini? Fa paura"

Andrea Zanotti

Il motociclismo è uno sport ricchi. E’ una realtà o un luogo comune? La maggior parte delle persone la pensa esattamente così ma c’è chi va controcorrente ed è proprio un pilota che non ha sfondato. Normalmente chi non arriva al mondiale si piange addosso, dice che il motociclismo costa troppo, ma esistono sempre le eccezioni. Andrea Zanotti ha 24 anni, è di San Marino ed ha gareggiato per dieci anni tra minimoto, PreGP e CIV. Tra i suoi migliori risultati il terzo posto finale nella PreGP 4Tempi ed il secondo posto nella Moto3 Standard. Nei campionati giovanili ha corso contro Enea Bastianini, Fabio Di Giannantonio  e Marco Bezzecchi. Oggi lavora e nello stesso tempo studia Ingegneria Civile all’università.

Andrea, come ti sei avvicinato al motociclismo?

“Guardando Poggiali e i fratelli De Angelis alla televisione quando erano al Motomondiale. Ho poi corso in minimoto e nei vari campionati giovanili”.

Chi ti ha aiutato di più?

In primis la famiglia: mamma, babbo e sorella. Ma ho avuto una grande fortuna cioè di avere un motorista che mi ha seguito fin dalle dalle minimoto e gli ultimi anni avevo un tecnico con la T maiuscola come Manolo Zafferani che sapeva sempre prendermi“.

Hai gareggiato con tre piloti che oggi sono in MotoGP. Come ti sembravano da piccoli?

“Erano fortissimi. Bastianini vinceva sempre ed ovunque ma anche Diggia. Bezzecchi è cresciuto tanto negli anni ma si vedeva che aveva il talento fin da quando correva nelle Metrakit. Era chiaro che avrebbero fatto carriera. Ora li seguo in televisione e sono molto felice dei loro risultati. Se uno ha realmente talento, se è un fenomeno, l’aspetto economico ha un ruolo marginale”.

I soldi non sono importanti come si pensa?

“Sarei ipocrita se dicessi che non servono. Servono per iniziare, sono importanti a livello di Campionati Italiani ma se poi uno è veramente dotato trova chi lo aiuta e va avanti. Tra l’altro, anche a livello nazionale, ai piloti forti chiedono molto meno rispetto a quelli meno dotati. Chi non sfonda è un buon pilota ma non ha le potenzialità per diventare un vero campione”.

Esiste la meritocrazia nel motociclismo?

“Secondo me si ma serve un grandissimo talento, fuori dal comune. Io avrei potuto anche correre nel Mondiale ma sarei stato uno dei tanti, non sarei diventato un campione del mondo. Io non ero un fenomeno e lo ammetto serenamente, sono realista“.

Quali doti deve avere un pilota per sfondare?

“Deve essere completo ed è una cosa fondamentale. Non basta solo saper guidare bene ma deve sapersi gestire ed essere forte di testa. La mente spesso conta addirittura più del polso. I piloti che diventano campioni del mondo fanno paura da quanto sono bravi. In più bisogna essere lucidi e fare le scelte giuste, anche a costo di mettere da parte l’orgoglio se è necessario”.

Andrea Zanotti, stai studiano ingegneria civile. Perché non meccanica per lavorare nel motociclismo?

“Mi avrebbe fatto troppo male andare a lavorare nel paddock, alle moto ma senza poter salire in sella. Mi dispiace avere lasciato il motociclismo nel 2016”.

Rimpianti?

“Tanti. Ad esempio avrei potuto vincere un titolo italiano ma probabilmente non ci ho creduto abbastanza però non sarebbero cambiate sostanzialmente le cose. Mi avevano chiamato diversi team ma io non avevo il budget e non ero abbastanza forte da riuscire ad andare avanti senza sponsor. Alla fin fine nel motociclismo vanno avanti i migliori, quelli bravissimi trovano sempre chi li aiuta. Io la penso così”.

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