9 Febbraio 2023

I segreti della supremazia elettronica Ducati: remote garage, analisi dei dati e IA

A colloquio con l'ing. Gabriele Conti direttore dei Sistemi Elettronici di Ducati Corse. La svolta Lenovo

Ducati, Lenovo

La Ducati ha preso in contropiede la concorrenza importando nel motociclismo le stesse metodologie d’ispirazione F1 per quanto concerne progettazione, sviluppo e gestione del veicolo in pista. Remote Garage, analisi dei dati e IA (Intelligenza Artificiale) sono strutture e concetti ormai diventati consuetudine a Borgo Panigale. L’elettronica svolge un ruolo sempre più importante nelle competizioni moderne e Ducati è l’azienda che meglio sta cavalcando le nuove tendenze. Aerodinamica, sistemi di controllo, capacità di sfidare i limiti imposti dai regolamenti sono stati elementi cardine nei trionfi 2022 di Pecco Bagnaia in MotoGP e Alvaro Bautista in Superbike. Il dipartimento “Sistemi Elettronici” è diventata una delle componenti principali della superiorità tecnologica che la marca italiana sta facendo marcare.

La partnership nata nel 2018 con Lenovo, primo produttore di personal computer al mondo, ha permesso agli ingegneri Ducati di disporre di tecnologie e competenze dedicate che hanno fornito ulteriore impulso. La capacità di sviluppo raggiunta grazie all’unione di due entità di questo livello ormai fa tremare le avversarie, perfino la Honda che ha corso per tanti anni in F1 e fornisce tuttora la power unit alla RedBull campione del Mondo. L’ingegnere Gabriele Conti è il direttore dei Sistemi Elettronici di Ducati Corse, una delle figure chiave di questo processo. Ecco cosa ci ha svelato.

Come funziona il Remote Garage?

È un progetto che avevamo in mente dall’inizio della collaborazione con Lenovo e che è stato accelerato in epoca Covid-19 per rispondere alle limitazioni imposte dall’emergenza pandemica, rendendolo operativo in tempi rapidissimi. Adesso è una struttura nevralgica, non potremmo più farne a meno, è un valore aggiunto. Permette alle persone che sono a casa di fare le identiche cose che farebbero in pista, cioè vedere dati e prendere decisioni. A livello infrastrutturale, rispetto alla F1, in MotoGP la sfida è ancora più complessa a causa di maggiori difficoltà legate alle bande dati non garantite nei circuiti. Questo limita alcune possibilità ma, paradossalmente, ha aperto nuove opportunità. Siamo operativi dai primi mesi del 2020. A casa abbiamo gruppi di ingegneri concentrati sulle varie tematiche tecniche, esempio gestione delle gomme o area delle strategie elettroniche. Ma è un progetto in continua evoluzione. L’obiettivo è quello di integrare sempre più intensamente il gruppo di lavoro in circuito con gli ingegneri a casa, cioè diventare un’unica squadra.

Come funziona la collaborazione tecnica con Lenovo?

Il rapporto e lo scambio sono strettissimi. Con il tempo è come se fosse diventato un ulteriore dipartimento tecnico di cui Ducati dispone, è un modo per accorciare i tempi fra cliente e produttore. Diamo i nostri feedback, definiamo quello che ci serve, anche nell’ambito di progetti ancora più innovativi di cui al momento non possiamo ancora parlare. È bello avere al fianco un partner tecnologico così reattivo. La relazione era già molto consolidata ancor prima che Lenovo diventasse Title Sponsor, questa scelta ha dato ulteriore impulso a tutto il meccanismo.

L’impossibilità di usare la telemetria è un limite?

Nelle moto lo scambio di dati fra veicolo e box in tempo reale è vietato dal regolamento MotoGP. Questo rende tutto più complesso e stimolante. Quando la moto è in pista, noi al box siamo ciechi. Inoltre centralina e software unici hanno limitato in maniera consistente le potenzialità di gestione elettronica del veicolo. Questi vincoli però hanno aperto praterie su quello che possiamo fare a terra, off line, facendo diventare la MotoGP un ambito ancora più stimolante della F1. La disponibilità dei dati e la possibilità di processarli con l’IA (l’Intelligenza Artificiale, ndr), ci dà l’opportunità di fare una mole impressionante di calcoli a terra, che poi vengono riassunti in calibrazioni elettroniche che trasferiamo sulla moto. Quando la moto con gli aggiornamenti esce dal box diventiamo di nuovo ciechi. Gli investimenti sono diversi da quelli della F1 ma in quest’area l’ambito è super stimolante. In F1 durante la gara possono istruire il pilota a compiere determinate operazioni attraverso i manettini di bordo. I piloti Ducati invece devono essere adeguatamente istruiti prima di andare in pista. Più difficile, più stimolante.

Usate le stesse macchine del catalogo Lenovo?

Si, usiamo gli stessi prodotti che Lenovo offre al mercato, sia in reparto corse che in pista. Poi ovviamente diamo dei feedback che permettono agli sviluppatori Lenovo di intervenire, migliorando a loro volta i prodotti. Server, computer, laptop, tablet: usiamo le stesse cose che i clienti Lenovo trovano in negozio.

Quanti dati girano?

L’infrastruttura dei sistemi elettronici non riguarda solo la squadra ufficiale MotoGP, ma anche i team satellite nella top class, e in aggiunta Superbike. Da quest’anno ci saranno unità al lavoro anche sul fronte MotoE. In totale acquisiamo circa 100 giga di dati a week end, che poi esplodono nei calcoli.

Il dipartimento Sistemi Elettronici come contribuisce allo sviluppo MotoE?

È un progetto che seguiamo estremamente da vicino. La nostra MotoE è una MotoGP per quanto riguarda le strategie di controllo: abbiamo verificato che si adattano perfettamente. Abbiamo soltanto sostituito il motore endotermico con un motore elettrico progettato allo stato dell’arte: è fatto per le corse. Siamo molto contenti perché l’hanno provata piloti di grande esperienza come Alex De Angelis, Michele Pirro e Chaz Davies: tutti ci hanno dato un feeling positivo. Non fa rumore, ma le sensazioni sono simili a quelle della MotoGP. Abbiamo il limite delle batterie, la MotoE paga più peso rispetto alle MotoGP, tutto derivante dalle batterie. Abbiamo fatto un ottimo bilanciamento fra autonomia e prestazioni, i tempi che abbiamo visto nei test di sviluppo sono ottimi.

Ci sarà una Ducati MotoE stradale?

Per applicazioni fuori dalle corse, oggi dobbiamo far fronte al limite delle batterie, cioè a limitazioni sull’autonomia. Ma andiamo per gradi: intanto abbiamo realizzato una moto elettrica da GP che dà ai piloti le identiche sensazioni di una endotermica.

Gabriele Conti direttore dell’area Sistemi Elettronici in Ducati Corse

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