15 Agosto 2023

Superbike ’24 perde respiro globale? Gli sponsor non ci stanno

Australia e Indonesia potrebbero essere le uniche tappe extra europee del calendario '24. Il Motomondiale si allarga, la Superbike no

Superbike, Calendario 2024

La Superbike ha sempre avuto un respiro globale, fa parte della natura del “movimento” sbocciato negli anni ’70 fra Australia e Stati Uniti. Nel 1990, terza edizione del Mondiale e la prima gestita dai fratelli Flammini, il campionato toccò Canada, Stati Uniti, Giappone, Malesia, Australia e Nuova Zelanda. Cioè sei round fuori dai confini europei, su tredici in totale. A quei tempi le derivate dalla serie avevano un’eco e un respiro veramente Mondiali. Nell’anno di grazia 2023 la Superbike è andata solo due volte fuori dal Vecchio Continente: Australia ed Indonesia, all’inizio della stagione. La cancellazione del round finale in Argentina ha ulteriormente compresso i confini. Per l’anno prossimo non sono attese novità.

Le prospettive 2024

I campionati motoristici di vertice si stanno aprendo verso nuovi mercati. La MotoGP ’23 conta 20 GP, quasi la metà fuori Europa: Argentina, Usa, la novità India, Giappone, Indonesia, Australia, Thailandia, Malesia e Qatar. In percentuale, i GP avranno la stessa esposizione globale che la Superbike aveva ai tempi di Flammini: metà gare in Europa, l’altra fuori. La F1 ha ulteriormente estremizzato il concetto: soltanto otto dei 23 GP di quest’anno sono ospitati da tracciati europei. La Superbike invece fa passi indietro: anche l’anno prossimo, a meno di sorprese, Australia e Indonesia saranno le uniche tappe fuori dall’Europa.

Indonesia a rischio 2025

Nel 2025 potrebbe essere perfino peggio, perchè il 2024 sarà l’ultimo anno di contatto di Mandalika (Indonesia) e pare, da voci di paddock, che non verrà esteso. Non solo perchè le precedenti edizioni sono state un mezzo flop, ma anche per motivi commerciali. Il Mondiale Superbike ha come title sponsor Motul, che sul mercato indonesiano è sempre più diretto concorrente di Pertamina, società statale che – fra le altre cose – dà il nome al tracciato. Un conflitto di interessi che gli indonesiani vorranno evitare, per ragioni di mercato.

Gli sponsor cercano altre vie

Nel Mondiale Superbike, in quest’epoca, stanno investendo marchi globali che hanno bisogno di dispiegare le ali in particolare sui mercati emergenti. Il caso più clamoroso è quello di Pirelli, che dal 2004 non è solo fornitore unico degli pneumatici, ma anche partner commerciale di estrema importanza per il promoter Dorna. E proprio la quasi totale assenza di eventi Superbike sui mercati asiatici e americani, che ha spinto la multinazionale italiana a mettere piede nel Motomondiale, diventando dal 2024 monogommista di Moto3 e Moto2. Questa presenza permetterà a Pirelli di essere presente in quei mercati che la Superbike non tocca più, mentre per la MotoGP stanno diventando il focus principale.

Quello che Dorna vuole

La riduzione dell’orizzonte geografico della Superbike non è un fenomeno contingente, ma una precisa strategia di marketing della società spagnola. L’nteresse principale è dirottare gli investimenti di grandi sponsor verso la MotoGP, anche a costo di vederne ridotta la portata sul fronte dell’altro campionato che gestiscono. Il calendario che da una parte (Superbike) si contrae e dall’altro di espande (MotoGP) dunque è uno degli effetti del monopolio vigente, forse il più clamoroso. Tutti contenti? Niente affatto. Il convitato di pietra, in tutto il contesto, è la Federazione Motociclistica Internazionale, che di questo passo vedrà ridursi drasticamente il valore dei diritti tv e commerciali di cui è titolare. Ecco perchè il presidente Jorge Viegas ripete spesso che il monopolio Dorna non va più bene. Che la FIM abbia margine di modificare le cose è da vedere, visto che i contratti stipulati con la società spagnola hanno scadenze remotissime. La guerra fra Viegas ed Ezpeleta è appena deflagrata: ne vedremo delle belle.

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