27 Agosto 2023

Marquez e Rea, i contratti “liquidi” sono una grande insidia per il sistema

Il deposito super partes degli accordi fra piloti e Costruttori darebbe maggiore stabilità a MotoGP e Superbike. Cosa dice la FIM?

Jonathan Rea, Marc Marquez

Che impatto avrebbe l’eventuale fuga di Marc Marquez sui programmi sportivi e gli investimenti di Honda HRC in MotoGP? E, parimenti, che destino avrà l’impegno sportivo Kawasaki dopo la fuga dell’asso Superbike Jonathan Rea in Yamaha? Stiamo parlando di due fuoriclasse che, per talento e carisma, hanno mano le sorti delle grandi aziende di cui da anni sono la bandiera. Li accomuna anche un altro dettaglio: entrambi avrebbero contratti in corso con l’attuale contraente anche per il 2024, ma entrambi vorrebbere/vogliono andarsene. Alla crisi tecnica conclamata su entrambi i fronti, si aggiunge il timore di perdere i piloti di punta, quelli che “fanno la differenza”.

Un problema sistemico

La perdita dei piloti più forti sia in pista che per l’immagine globale, può destabilizzare le due aziende, al punto da diventare un problema di “sistema”. Senza Rea, Kawasaki potrebbe alla lunga chiudere bottega e lasciare definitivamente le corse? Il rischio c’è, e nel paddock se ne parla con insistenza. Dopo l’uscita Suzuki dalla MotoGP, sarebbe un altro scricchiolio preoccupante. Quindi la domanda è: perchè i contratti dei piloti in MotoGP e Superbike non vengono depositati a garanzia presso l’autorità sportiva, che nel nostro caso sarebbe la Federmoto Internazionale, come avviene nella quasi totalità degli sport professionistici? Questo non impedirebbe risoluzioni anticipate, che anche altrove sono possibili, ma lascerebbe i Costruttori meno scoperti. Adesso invece Honda e Kawasaki danno l’impressione di essere completamente alla mercè dei piloti e dei loro manager personali.

Contratti di carta pesta

Il contratto fra pilota e azienda (o team) è una scrittura privata, quindi come ogni accordo di questo genere soggetto a controversie, impugnazioni e rivisitazioni, anche sulla durata. Proprio per questo motivo, quasi sempre, la risoluzione anticipata è preventivamente prevista e regolata da determinate condizioni. Prendete il calcio o il basket NBA: le società stipulano in genere accordi pluriennali, proprio perchè in caso di risoluzione anticipata, possono scattare “buy out”, cioè compensazioni economiche. Vuoi andare via? Chi ti cerca mi dovrà pagare tot. In questo modo la “fuga” del campione è ammortizzata dalla buon’uscita, con la possibilità di reinvestire la somma ottenuta per colmare la falla. I contratti MotoGP e Superbike, oltre a non essere depositati presso nessun ente super partes, sembrano di cartone. Pare, da fuori, che i piloti si possano liberare senza grandi problemi.

Marquez e Rea, casi differenti

La situazione è diversa, in particolare causa somma stellare che Honda HRC garantisce a Marc Marquez, cioè quindici (o più) milioni l’anno. Ma che succederebbe se per salire su una KTM o una Ducati il pilota rinunciasse a parte (o gran parte…) dell’attuale ingaggio? Com’è possibile che un’azienda di portata planeria come Honda, che ad oggi – non dimentichiamolo – domina la F1 da motorista Red Bull, non abbia imposto clausole di uscita stellari a garanzia di un accordo quadriennale da 60 milioni, o più? Il caso Rea-Kawasaki è differente, perchè l’entità dell’impegno è molto minore, sui 1,5 milioni €, una cifra che Yamaha Superbike può mettere sul tavolo, visto che è la stessa rifiutata per il rinnovo da Toprak Razgatlioglu finito in BMW. Ma anche in questo caso: com’è possibile che Kawasaki non abbia fatto in modo di coprirsi adeguatamente le spalle in caso di risoluzione anticipata?

Federmoto, se ci sei batti un colpo

Jorge Viegas, abile stratega presidente della FIM, sta cercando di erodere il potere di Dorna e ripristinare quello che dovrebbe essere il ruolo federale di garante delle massime espressioni del nostro sport. In Superbike sta guadagnando posizioni, invece in MotoGP il peso di “indirizzo” della Federmoto è ancora impalpabile. Imporre il deposito obbligatorio dei contratti dei piloti MotoGP e Superbik non sarebbe risolutivo, perchè le diatribe sugli accordi in fin dei conti ci saranno sempre. Ma sarebbe un segnale di “potere”. E, soprattutto, un modo per avere un determinato ruolo in questo genere trattative, a tutela (almeno in parte) anche degli interessi “supremi”. Per altro, potrebbero essere imposti tempi certi e definiti di “mercato piloti” che invece ora è sempre aperto. Non sono ancora ferme le bocce 2024 che già si parla di cambi di casacca per l’anno successivo. I piloti e i loro accoliti hanno hanno il coltello dalla parte del manico.

Foto: Instagram

Lascia un commento