23 Aprile 2020

Imola ha rinunciato alla Superbike, adesso chiede di avere la F.1

Imola ha chiuso la porta in faccia alla Superbike ma adesso vuole la F.1 a porte chiuse. E sul fronte auto si è fatto avanti anche il Mugello!

Superbike, Imola

Più passa il tempo, più ci rendiamo conto che il destino ancora molto incerto dei Mondiali di MotoGP e Superbike non dipende solo dall’emergenza virus, ma anche da motivazioni economiche. Il caso del giorno è clamoroso: Imola, dopo aver rinunciato alla Superbike, si è fatta avanti per ospitare la F.1. Non nei prossimi anni, bensì nei prossimi mesi. Non parliamo di un impianto qualsiasi, ma di quello che ospita dell’evento clou del Mondiale delle derivate dalla serie. Saltata la data originale del 9-10 maggio , Imola ha rifiutato le alternative proposte da Dorna. Ma proprio ieri il presidente della società che gestisce il circuito, Umberto Selvatico Estense, ha dichiarato che se mancassero piste per organizzare GP di F.1, ovviamente a porte chiuse, Imola sarebbe disponibilissima. Le auto, evidentemente, interessano anche senza pubblico. Le moto no.

Si fa avanti anche il Mugello!

Non basta: nelle stesse ore anche il Mugello, sede del GP Italia MotoGP, si è fatta avanti qualora la F.1 cercasse piste europee alternative a quelle che figurano, al momento, nel calendario ufficiale. Se Monza non fosse in grado di ospitare il GP Italia, neanche a porte chiuse, Liberty Media (gestore della F.1) qui da noi avrebbe validissime alternative. Occhio che non parliamo solo di contagio e restrizioni in allentamento, ma proprio di soldi: Monza rinuncerà al GP qualora il promoter non fosse disponibile ad abbassare in maniera drastica il canone. Avere il GP d’Italia costa 20 milioni, di cui 12 recuperati coi biglietti. Liberty dunque, per andare a correre a porte chiuse, pretende comunque 8 milioni, e a Monza l’affare potrebbe non interessare più. Al Mugello e Imola invece si?

F.1 attivissima, le moto aspettano e sperano

Entro due-tre settimane la F.1 annuncerà il calendario d’emergenza.  Cioè una serie di date e circuiti congeniata in modo da aggirare i divieti imposti dai governi locali e le difficoltà di trasferimento e gestione in loco del personale.  Liberty Media pare muoversi senza vincoli, compresi i contratti in essere. La priorità è trovare nazioni e circuiti disponibili per avere una quindicina di GP sui ventidue che erano previsti, salvando i miliardi che arrivano dalle TV. Dorna, dopo aver dovuto smentire per iscritto una dichiarazione del suo stesso CEO Carmelo Ezpeleta (“Forse quest’anno non ci sarà nessun mondiale“), sembra meno propensa a fare di tutto, pur di correre. Probabilmente gli spagnoli sperano che la situazione generale migliori così in fretta da poter avere la possibilità, verso fine estate, di correre senza alcuna limitazione negli stessi circuiti che hanno contratti in essere. Ecco perchè Ezpeleta sostiene che “potremmo ripartire da Brno il 9 agosto”. Una mossa attendista, piena di rischi.

La Superbike dovrà correre a tutti i costi, ecco perchè

Se il 2020 andrà a rotoli per tutto lo sport, dal calcio alla F.1, nessuno avrà rimorsi. Ma se la F.1 dovesse partire davvero, magari il 5 luglio da Zeltweg, come la metteremo? Dorna, a quel punto, per motivi d’immagine non potrà permettersi di tenere la MotoGP ai box. E se riparte la top class, anche la Superbike dovrà salvare la stagione. L’annullamento diventerebbe inadempienza contrattuale nei confronti della Federazione Internazionale Motociclistica, che ha venduto i diritti del WorldSBK alla Dorna fino al 2036. Il presidente Jorge Viegas sostiene che non è profittevole per la FIM nè per lo sport che Dorna abbia in mano i due Mondiali più importanti. Occasione migliore per far cadere il monopolio non ci potrebbe essere. Ezpeleta lo sa bene…

Foto: Corrierediromagna.it

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