27 Luglio 2023

Andrea Iannone in Superbike con Ducati Aruba, la soluzione del problema

Andrea Iannone in Ducati ufficiale accanto ad Alvaro Bautista: questa prestigiosa sistemazione farebbe quadrare tutto

Andrea Iannone, Superbike

I pesi massimi della Superbike (a parole…) lo vogliono tutti, il promoter Dorna e la Ducati in testa. Eppure Andrea Iannone ad oggi non ha ancora una sistemazione certa. Ultimamente è stato accostato al team Go Eleven, una delle strutture satellite di Borgo Panigale. Per alcuni l’accordo fatto, ma a chi conosce bene il paddock Superbike sembra tutto un pò strano. Il pilota più ingombrante dello schieramento ’24 in una delle squadre più piccole. “Satellite” significa team privato, cioè uno di quelli che paga moto e ricambi ed è sostenuto da un bel numero di sponsor, ma medio piccoli. Per cui è stato lecito chiedersi: chi pagha un progetto molto impegnativo qual è riportare in pista un pilota (e un personaggio) come Andrea Iannone? La domanda non è peregrina e il sospirato annuncio dell’accordo che secondo alcuni sarebbe scaturito nel week end di Imola, non arriva. Segno che tutte le pedine non sono ancora posto? A rigor di logica, sarebbe molto più plausibile se Iannone venisse accolto dal team ufficiale Ducati. Vi spieghiamo perchè.

Iannone “privato”: allo sponsor più grande va bene?

L’ex pilota MotoGP in Go Eleven sarebbe un pilota privato, cioè “indipendente” come si dice oggi, solo dal punto dell’iscrizione al Mondiale. Perchè ovviamente la Ducati non farebbe mancare il proprio supporto tecnico, sia in termini di hardware (cioè un veicolo identico a quello dei piloti factory) che di necessario supporto di ingegneri del reparto corse. Dal punto di vista tecnico potrebbe funzionare. I problemi sono di carattere strategico. Il team interno Ducati in Superbike è di proprietà della web company Aruba.it, che quindi non è un semplice sponsor, ma ha le chiavi dell’intero progetto, in virtù di un accordo diretto con Ducati Corse varato nel 2015. Iannone in Go Eleven sarebbe una spina nel fianco per Aruba. Non solo in pista, se scoprissimo (com’è molto probabile…) che il talento non è evaporato dopo quattro anni di stop forzato, ma soprattutto fuori. Iannone, in ogni caso, calamiterà le principali attenzioni mediatiche. Sarà, per forza di cose, il pilota più visibile, probabilmente non solo in Italia, ma a livello globale. Vada come vada, Iannone oscurerà parte del resto. Incluso Alvaro Bautista, perfino se continuasse a vincere come adesso. Aruba.it corre il rischio nel 2024 di investire milioni nel team di serie B, dal punto di vista mediatico. Dal team sostengono che non è una preoccupazione e che Iannone ha zero possibilità con loro.

La soluzione? Eccola

Ma resta il fatto che, dall’esterno, la soluzione più logica sarebbe far correre Andrea Iannone nel team Superbike ufficiale, accanto ad Alvaro Bautista che l’anno prossimo avrà 40 anni e sarà probabilmente al capolinea. Aruba.it vende i suoi servizi internet ad un pubblico retail, cioè alla massa, quindi avere come testimonial un personaggio da jet set come Andrea parrebbe la ciliegina sulla torta. A venir sacrificato sarebbe Nicolò Bulega, ma per modo di dire, perchè sarebbe il leader del Mondiale Supersport a finire con Go Eleven. Anche questa seconda mossa farebbe il gioco di tutti. 1) Il pilota. Nicolò avrebbe in ogni caso un trattamento tecnico da ufficiale, e avrebbe la possibilità di debuttare in Superbike con una pressione molto minore rispetto a quella che gli peserebbe da compagno di Bautista 2) Team Go Eleven. Disporrebbe un prospetto che rientra nelle strategie Ducati di medio termine, quindi un giovane di talento in grado di portare la struttura piemontese comunque sotto ai riflettori e, si spera, nelle posizioni top della classifica. Aruba.it parteciperebbe all’operazione, un pò com’è stato nel 2021 con Chaz Davies. Quindi patron Gianni Ramello avrebbe un (grosso) sponsor in più. 3) La Ducati: in questo modo tutte le pedine andrebbero comodamente a dama, avendo sistemato sia il pilota più mediatico che il giovane in rampa di lancio. Ma il motorsport, è noto, non è una scienza esatta.

Foto: Instagram

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