4 Gennaio 2023

Suzuki contro la sua storia: mistificare il proprio dogma con il ritiro MotoGP

Il disimpegno dalla MotoGP è in antitesi con la missione originaria dei fondatori dell'azienda: già negli anni '50 Shunzo Suzuki vedeva nelle corse una vetrina commerciale e di marketing.

Suzuki contro la sua storia: mistificare il proprio dogma con il ritiro MotoGP

L’inizio dell’anno nuovo ha cancellato gli ultimi scampoli del progetto Suzuki MotoGP. La squadra al gran completo si era ritrovata nelle ultime settimane a Cambiano (Torino) per una cena di commiato, ma per il resto la casa della grande S ha liquidato tutto. Contratti in essere scaduti, Joan Mir ha già posato per le prime foto da portacolori Repsol Honda, il tutto mentre Hamamatsu ha chiuso i suoi siti web ufficiali di riferimento. Inaccessibile dal 1° gennaio il portale dedicato Suzuki MotoGP e, contestualmente, lo storico sito Suzuki Racing. Letteralmente smaterializzatosi nel nulla.

1° GENNAIO DATA STORICA PER SUZUKI

Il destino, con un velo di tristezza, vuole che la data del 1° gennaio rappresenti un po’ il paradosso della situazione. Mentre Suzuki, almeno sul web, cancellava la propria storia corsaiola, ricorreva l’anniversario della nascita di Mitsuo Ito. Se il suo nome non vi dice nulla, beh, parliamo di una bandiera Suzuki nelle corse, primo ed unico giapponese a vincere il TT all’Isola di Man, consegnando proprio ad Hamamatsu l’indimenticabile affermazione del 1963. Ito-San nacque il 1° gennaio 1937: 86 anni dopo, non c’è spazio per lui sul sito web Suzuki Racing, in quanto volatilizzatosi.

RITIRO SUZUKI FA ANCORA DISCUTERE

Della decisione del board di Suzuki di abbandonare in forma “Factory” le competizioni motociclistiche a fine 2022 si è detto e ridetto fin troppo. Delle ragioni se n’è dibattuto a lungo, pertanto non vale nemmeno più tornarci sopra. Guardando gli aspetti positivi, per un programma (vincente) MotoGP chiuso in fretta e furia, l’anima sportiva dell’azienda nelle corse continuerà a vivere grazie al progetto Yoshimura SERT nel Mondiale Endurance (qui la cronistoria di questo salvataggio in extremis). Ultimo, ma non ultimo, questo sabato ad Anaheim prenderà il via l’AMA Supercross 2023. Registrando il romantico ritorno ai comandi di una “giallona” di una star come Ken Roczen, legatosi al team H.E.P. Motorsports Suzuki.

FUORI DALLA MOTOGP

Insomma: in altre realtà vedremo Suzuki impegnata e, potenzialmente, persino protagonista. Nella top class, l’auspicio è di assistere ad un ritorno nel prossimo futuro, dopo i pregressi ritiri di (ultimi casi) fine 1983 e 2011. Anche perché, al netto di una svolta ecologica dei quadri dirigenziali, le corse sono state parte integrante nella storia dell’azienda. Anzi, un vero dogma, con una storia particolare al seguito.

SHINZO SUZUKI VISIONARIO

Suona strano pensare che questo disimpegno sia anche frutto di logiche di marketing e d’immagine, quando proprio agli albori dell’azienda un visionario come Shunzo Suzuki, secondo Presidente di Suzuki Motor Corporation, nel motociclismo sportivo riuscì ad intravedere una potenziale vetrina commerciale per il brand. E parliamo di fine anni ’50!

IL DEBUTTO CORSAIOLO DEL 1955

Al contrario di aziende come Honda, Meguro (inglobata da Kawasaki negli anni ’60), Marusho e la neonata Yamaha, Suzuki non aveva questa vena sportiva. Cambiò tutto nel 1955, con la decisione di partecipare, con 5 esemplari della monocilindrica 2 tempi Colleda SV 125cc, alle Asama Races. Nello specifico, la corsa antesignana delle competizioni motociclistiche giapponesi, riservata esclusivamente alle case All Japan per metter in mostra il proprio potenziale tecnico e velocistico. Un’adesione all’evento di scena sul percorso che si snodava sulle strade sconnesse e sterrate ai piedi del Monte (vulcano!) Asama decisa all’ultimo, suffragata tuttavia da apprezzabili risultati conseguiti nella classe Ultra-Lightweight. Alle spalle delle 4 imprendibili Yamaha YA-1 ufficiali, conclusero dal 5° al 7° posto tre Suzuki Colleda SV con, nell’ordine, Rinsaku Yamashita, Hideo Suzuki, e Toshio Kamiya. Come debutto, non c’è male.

NUOVA PARTECIPAZIONE NEL 1959

Suzuki rinunciò alla seconda edizione del 1957 per presentarsi, con propositi ambiziosi, al via della conclusiva Asama Volcano Race disputatasi nel 1959. Come per Yamaha e Honda, addirittura creando un proprio “campo base“. Se la gara era in programma a fine agosto, già nel maggio ’59 il Team Suzuki si presentò al gran completo con i suoi 5 piloti e 11 membri dello staff per svolgere i primi test. L’intero squadrone si trasferì in un hotel nel nord di Karuizawa vicino alla pista (diventata permanente) di Asama per tre mesi, testando e preparando le Colleda ultimo grido. L’azienda persino costruì un capannone per le riparazioni, ribattezzato “Suzuki Asama Hut“, accanto all’hotel, convertendolo successivamente in un magazzino di parti per la squadra corse con trasferimento nel quartier generale di Hamamatsu. Occasionalmente si presentò proprio Shunzo Suzuki, Presidente dell’azienda dal 1957 al 1973, per mostrare il suo supporto a piloti e staff e ribadire la tesi che “I motori due tempi sono un marchio di fabbrica distintivo per Suzuki“. Da qui la partecipazione con le Colleda 125cc 2 tempi.

EDIZIONE 1959 DEL FLOP

La gara non andò propriamente benissimo. Di fatto già nelle iniziali fasi delle contesa le Colleda di punta erano tutte fuori gioco per problemi al propulsore, manifestatisi già nelle prolungate sessioni di test pre-evento. A parziale consolazione, Michio Ichino siglò il giro più veloce in una gara dominata dalle Honda.

DA SOICHIRO HONDA L’IDEA

A proposito della casa dell’ala dorata, suona strano nel 2023 constatare che, indirettamente, si deve proprio a Soichiro Honda la successiva espansione internazionale di Suzuki. In un incontro casuale in un viaggio in treno, il “Grande Vecchio sognatore” confidò proprio a Shunzo Suzuki: “Le tue moto sono incredibilmente veloci, perché non andate a correre in Europa?“. Lungimirante e già con una certa visione di marketing, Suzuki-San vide un’opportunità per commercializzare le sue moto anche in altri continenti. Per questo, nel dicembre 1959, pubblicamente annunciò l’intenzione di schierare il proprio Team al via del TT 1960. Una decisione che cambierà totalmente l’azienda, con Shunzo confermatosi visionario e già con predilezione al marketing che suona contemporanea ai giorni nostri.

CONTRO LA SUA STESSA STORIA

Marketing, appunto. Precorse eccome i tempi Shunzo Suzuki nel 1959. Scorgendo la foto d’apertura di questo articolo, con Alex Rins a braccia alzate festante per il successo al Gran Premio di Valencia MotoGP, sicuramente Shunzo abbozzerebbe un sorriso. Immaginando di conseguenza le sue moto vendute in tutto il mondo, anche grazie a questo scatto significativo. Una foto che, il board Suzuki, ha letteralmente cancellato dalla propria storia.

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