2 Giugno 2020

Si è spento Carlo Ubbiali, leggenda del motociclismo

Il mondo del motociclismo saluta Carlo Ubbiali. Nove volte iridato, una leggenda delle due ruote, "La volpe" è scomparso 90 anni.

carlo ubbiali

Le due ruote oggi piange Carlo Ubbiali, “la volpe”. Una delle leggende del Motociclismo se n’è andata all’età di 90 anni. Nove titoli mondiali, otto campionati italiani (qui un raro cinegiornale Luce del 1956), l’ex pilota bergamasco era annoverato nella lista dei più grandi motociclisti di tutti i tempi, oltre ad essere entrato di diritto nella Hall of Fame della MotoGP. Lo scorso dicembre alla premiazione CONI gli era stato conferito il Collare d’Oro per meriti sportivi.

Classe 1929, fin da ragazzino si appassiona alle due ruote lavorando nella concessionaria del padre. Dopo aver ben figurato in competizioni nazionali, ecco l’approdo nel Campionato del Mondo nel 1949, anno esatto della sua nascita. “La volpe” (per la non comune intelligenza tattica), “Il cinesino” (per il suo aspetto fisico) o se volete “Il professore di Assen” (9 podi in 10 gare disputate) ha dominato la scena negli anni ’50 nelle categorie 125cc e 250cc.

Il primo titolo iridato in 125cc  arriva nel 1951. Due anni dopo passa a MV Agusta, squadra per cui continuerà a correre fino a quando non appenderà il casco al chiodo. Continua a salire sul tetto del mondo nel 1955, nel 1956 e nel triennio 1958-1960. Nel 1955 inizia a disputare in contemporanea anche il Mondiale 250cc, conquistando la corona iridata nel 1956, e nel biennio 1959-1960.

Arriva poi il ritiro: chi dice per la prematura scomparsa del fratello Maurizio, suo manager e consigliere. Ma anche per sposarsi, ritenendo all’epoca incompatibile il motociclismo con l’idea di mettere su famiglia. Non abbandonerà mai il mondo delle due ruote, ma anzi continuerà a frequentarlo come consulente. Ricordiamo anche che è stato lui a consigliare l’ingaggio di un giovane Giacomo Agostini al conte Domenico Agusta nel 1964.

 

Lascia un commento

1 commento

  1. Max75BA ha detto:

    Un mito, un campione in epoca motociclistica pericolosissima, il suo nome rende di primissimo piano la “scuola” italiana, indimenticabile