6 Novembre 2022

Pecco Bagnaia Ducatista prescelto: 5 retroscena sul Campione MotoGP 2022

Pecco Bagnaia lo Chosen One per riportare il titolo MotoGP alla Ducati: per lui quasi un segno del destino.

Pecco Bagnaia Ducatista prescelto: 5 retroscena sul Campione MotoGP 2022

Un segno del destino che proprio Pecco Bagnaia dovesse riportare Ducati sul tetto del mondo della MotoGP. Una moto che l’ha desiderata, conquistata, addomesticata, portata al successo. Una vittoria frutto del lavoro, determinazione e talento di un pilota caratterizzato da una storia da “(bravo) ragazzo della porta accanto“, ma con diverse traversie presentatesi lungo il cammino. Riuscendo, continuando a crederci sempre, a raggiungere quel traguardo tanto bramato. Forse è proprio così: in determinate circostanze, anche il destino ci mette del suo.

PECCO BAGNAIA DUCATISTA

Per l’appunto, Pecco Bagnaia non è un Ducatista “acquisito”, bensì lo è sempre stato. Da piccolo ammirava la Ducati 996 dello zio Claudio, ma anche negli anni successivi ha cullato il sogno di, un giorno, correre e vincere con la Rossa. Quando il team Aspar prese in gestione due Desmosedici nel 2016, spesso e volentieri le accarezzava al box dei più “grandi“. Non da meno, quel celebre test-premio (retroscena: si sarebbe fatto comunque, con o senza la seconda vittoria Moto3 conseguita a Sepang) a fine anno a Valencia, dove allacciò i primi contatti per correre in MotoGP, ancor prima di esordire in gara nella Moto2. Pramac lo voleva fortemente, Pecco in egual misura la Ducati. Un accordo definito sul finale del 2017, ufficializzato alla firma del contratto nei primi mesi del 2018. Bagnaia volle fortemente correre con la Ducati, respingendo al mittente le offerte della concorrenza. Non ultima da Yamaha Tech 3 per salire in corsa sulla M1 lasciata libera da Jonas Folger nei primi mesi del 2018. C’era un mondiale Moto2 da vincere e, non da meno, con Ducati era ormai cosa fatta.

21+42=63

Perfect Comb1nation” è il claim di questo trionfo mondiale di Pecco Bagnaia, riprendendo un po’ i suoi numeri di gara più distintivi della sua carriera nel Motomondiale. Occupato il “suo” 41 da Brad Binder, per l’esordio in Moto3 del 2013 scelse il 4, con un design che ricordasse proprio il 41. Non gli portò tanta fortuna, tanto che per il passaggio allo Sky Racing Team VR46 scelse il 14 (già utilizzato nella MiniGP 80cc nel 2010), salvo doverlo cambiare in corso d’opera. Sky, all’epoca legata a 21st Century Fox, gli chiese di correre con il 21. Funzionò soprattutto nel miracoloso biennio in Mahindra, ma per il passaggio alla Moto2 era nuovamente occupato (da Franco Morbidelli). La scelta ricadde sul 42 (raddoppiando il 21), per quanto in origine la sua preferenza era riposta sul #89, il numero dell’adesivo FIM del controllo alle verifiche tecniche della Mahindra condotta in trionfo al GP di Assen. Khairul Idham Pawi, a sua volta atteso al passaggio da Moto3 a Moto2, chiese a Bagnaia di poter mantenere il “suo” 89 portafortuna. Il resto è storia, compreso il 63 da “Perfect Comb1nation“.

IDOLI: DA HAGA A ROSSI

Valentino Rossi per Pecco Bagnaia è sempre stato un idolo ed un mentore, ma non solo lui. Come stile di guida, inizialmente gli piaceva e si ispirava molto a Dani Pedrosa. Inoltre, correndo nel triennio 2010-2012 in Spagna con la Monlau diretta da Emilio Alzamora, non poteva che vivere “nel mito” di Marc Marquez (ci ritorneremo). Tuttavia, uno dei suoi primi idoli era il Noriyuki Haga protagonista del Mondiale Superbike. Ecco spiegato il suo numero 41 delle origini.

PRIMO TITOLO POST-ROSSI, PRIMA VITTORIA BATTENDO MARQUEZ

A proposito di destino, si possono scrivere pagine e pagine su Pecco che succede a Valentino Rossi in qualità di ultimo italiano a vincere un titolo MotoGP. Particolare anche il fatto che la sua prima vittoria in top class sia arrivata al culmine di un-testa-a-testa con Marc Marquez ad Aragon nel 2021. I due si conobbero 11 anni prima per la prima volta in un test privato, con Bagnaia prossimo all’esordio con Monlau nella PreGP 125 del Campionato del Mediterraneo. Due anni più tardi, Marc Marquez gli negò persino il saluto… per fini strategici! A Barcellona Bagnaia siglò una pole da paura nel CEV Moto3, rifilando un consistente distacco al suo compagno di squadra, un tale Alex Marquez. Marc, un po’ per “proteggere” il fratello e metter pressione a Pecco, smise di salutarlo in quel fine settimana. Bagnaia vinse comunque la gara, con un fantastico sorpasso all’ultimo giro.

MISSION FIVE PER BAGNAIA

Cinque aneddoti? Beh, ce n’è uno che attesta la sua determinazione e riguarda proprio il 5. Ancor prima di esordire nel Motomondiale, il suo sogno/obiettivo era di vincere “5 titoli mondiali, poi sarò a posto così“. Trascorsi 10 anni da quel suo pensiero, di mondiali ne ha vinti due. L’anno prossimo, da numero 1, andrà a caccia del terzo…

Lascia un commento