11 Dicembre 2019

MotoGP, Yamaha mea culpa: “Sull’elettronica abbiamo sbagliato”

In casa Yamaha ammettono i propri errori sull'elettronica MotoGP negli ultimi anni. Adesso si attendono risposte a breve e medio termine con Marco Frigerio.

MotoGP, Fabio Quartararo e Maverick Vinales

Maverick Vinales si è rivelato pilota di punta in casa Yamaha. Dopo la gara in Catalunya ha trovato la giusta impostazione di base per la sua M1, da quel momento in poi ha cambiato poco o nulla. Autore di una seconda parte di stagione MotoGP in crescendo, ha compiuto un decisivo step in avanti anche per merito degli ingegneri di Iwata. Grazie all’elettronica ha potuto migliorare l’accelerazione e il freno motore, aiutandolo nel suo stile di guida aggressivo in entrata di curva. Al contrario di Valentino Rossi ha sofferto meno l’usura della gomma posteriore, consentendogli di poter optare per una mescola più morbida in gara.

Piccoli dettagli che insieme vanno a migliorare l’intero pacchetto della M1. Compresa la specifica di motore che ha permesso di compiere lo step successivo. “Rispetto alle specifiche del nostro motore 2018 abbiamo modificato ogni componente – ha spiegato Takahiro Sumi a Motorsport-Magazine.com -. Alla fine abbiamo raggiunto una migliore accelerazione non solo con un migliore carattere del motore, ma combinandolo con impostazioni elettroniche migliori. Inoltre, l’adattamento dei piloti è stato un altro elemento chiave“. Vinales e Quartararo, al contrario di Valentino Rossi, sono riusciti a sfruttare i punti forti della M1, la percorrenza in curva e la frenata, soprattutto nei curvoni veloci. “Le curve corte sono il nostro problema da molti anni“.

YAMAHA PUNTA SULL’ELETTRONICA

Il prototipo 2020 visto a Valencia e Jerez ha dimostrato di aver guadagnato potenza sui rettilinei, pur non raggiungendo le richieste dei piloti. “Ci proviamo sempre – ha aggiunto il project leader Yamaha -. Come tutti sanno la nostra moto non ha le migliori prestazioni sul rettilineo. Ovviamente non ci arrenderemo e non pensiamo che un V4 sia l’unica risposta per avere potenza“. La filosofia del quattro cilindri in linea non cambierà, adesso è necessario mettere mano alle altri parti del pacchetto. D’altronde Lin Jarvis l’ha detto a chiare lettere: la potenza non è tutto. E aver guadagnato CV senza perdere in altre aree della M1 è sinonimo di buone aspettative per il prossimo Mondiale MotoGP.

Iwata vuole puntare molto sull’elettronica e per raggiungere tale obiettivo ha ingaggiato Marco Frigerio dal team Ducati Pramac. Finalmente un ingegnere di scuola Magneti Marelli che davvero conosce la ECU. Una mossa che però arriva con notevole (e imperdonabile) ritardo. “Se lo avessimo fatto due anni fa, forse ora saremmo a un livello migliore. In effetti abbiamo già un ottimo sistema interno che lavora al software, ma il divario è troppo grande, quindi abbiamo faticato, ma ora stiamo migliorando. Abbiamo ancora spazio per capire meglio il software e non ci aspettiamo solo risposte a breve termine, ma anche per il futuro“. Una lacuna che Valentino Rossi aveva messo in risalto da tanto tempo…

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