31 Dicembre 2022

MotoGP, Marc Marquez e Honda al bivio. Bradl: “Manca il coraggio”

Marc Marquez vuole ad ogni costo il titolo MotoGP. Il collaudatore Honda Stefan Bradl spiega come le circostanze siano cambiate.

MotoGP, Marc Marquez

Marc Marquez ha compreso sin dalle fasi iniziali del Mondiale MotoGP ’22 che non avrebbe avuto possibilità di lottare per il titolo. Dopo la pausa estive le critiche di Pol Espargarò, Alex Marquez e Taka Nakagami nei confronti della Honda si sono inasprite, anche Stefan Bradl non è stato da meno. Il minimo comune denominatore è lo stesso: con questa RC213V non sarà possibile ambire al titolo iridato. Se HRC non cambierà approccio sarà difficile ribaltare il predominio europeo…

Marc Marquez lancia un SOS

All’età di 30 anni Marc Marquez ha ancora qualche anno per potersela giocare con la giovane e agguerrita concorrenza. Vuole una moto vincente, altrimenti potrebbe decidere di chiudere la carriera con un altro marchio. Dopo il test di Valencia non era per nulla felice del lavoro svolto dagli ingegneri giapponesi, ma attende la prossima uscita di Sepang prima di tirare le prime somme. Precedentemente all’infortunio di Jerez 2020 il campione di Cervera poteva colmare qualsiasi lacuna tecnica con il suo stile di guida. Dopo quattro interventi è arrivato a fare richieste ben precise alla Honda, d’altronde contro otto Ducati Desmosedici non è facile puntare costantemente al podio.

Stefan Bradl ha sostituito Marc Marquez per sette Gran Premi nella stagione 2022. Conosce bene il pilota titolare della Honda, il suo staff tecnico con cui ha lavorato, l’ambiente HRC e l’aria che si respira. “Marc non può sfruttare i suoi punti di forza sulla moto attuale come faceva una volta. Deve sempre lavorare con troppi rischi“, ha dichiarato il collaudatore tedesco a Speedweek.com. “Si rende conto che non sarà mai in grado di mantenere il rischio così alto a lungo termine. Deve ridurre di più e fare più affidamento sulla moto“. Dopo aver dominato in lungo e in largo dal 2013 al 2019 (fatta eccezione per il 2015), ha voce in capitolo per fare precise richieste all’azienda dell’Ala dorata. Sulla RC213V hanno fallito tanti campioni come Pedrosa, Lorenzo, Alex Marquez, infine Pol Espargarò.

Honda alla rincorsa del titolo MotoGP

Le cadute hanno sempre fatto parte di questa moto. Ne hanno collezionate tante i piloti Honda e Marc Marquez quasi ci conviveva. “Gli incidenti hanno sempre fatto parte del suo approccio“, ha ricordato Stefan Bradl. “Ma non sta diventando più giovane“. Adesso che il braccio destro non è più lo stesso, che il problema diplopia resterà per sempre un rischio costante e l’età inizia a farsi sentire, le cadute sono un rischio da evitare al minimo. Inoltre le qualifiche stanno diventando fondamentali per vincere una gara, partire dalla terza fila quasi impedisce l’assalto al gradino più alto del podio. Senza dimenticare che “la concorrenza è diventata significativamente più forte“.

Non si tratta di piccoli accorgimenti tecnici per mettersi al passo con gli avversari, ma di fare grossi investimenti, soprattutto sull’aerodinamica. Il team diretto da Alberto Puig ha provato a copiare alcune soluzioni da Ducati e Aprilia, ma Marquez non è sembrato particolarmente soddisfatto dopo l’ultima uscita a Cheste. “Ducati ha mostrato coraggio perché ha costantemente apportato modifiche ai dispositivi e all’aerodinamica. Anche la Yamaha è rimasta un po’ indietro. La Honda non è mai stata in prima linea in tali sperimentazioni come la Ducati ha fatto negli ultimi anni… Alla Honda manca un po’ di coraggio per sperimentare“.

Foto: MotoGP.com

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