17 Marzo 2024

MotoGP, Luca Marini-Honda: i motivi di un debutto disastroso

La prima gara in MotoGP di Luca Marini con la Honda è deludente. La RC213V necessita di tempo prima di potersi avvicinare alla zona podio.

MotoGP, Luca Marini

Le previsioni invernali annunciavano un inizio di stagione MotoGP molto complicato per la Honda e così sarà. Nessun pilota del marchio giapponese ha centrato la top-10 in Qatar e la RC213V resta una moto che deve ancora crescere e non poco. Joan Mir ha chiuso 13esimo con un ritardo di 18″ dal vincitore, 20esimo Luca Marini con un gap di 42″. Il miglior piazzamento HRC è quello di Johann Zarco, 12esimo, con il veterano che ricopre un ruolo centrale nell’evoluzione del prototipo dell’Ala dorata.

Il difficile inizio di Marini

Il neoarrivato in casa Honda non ricorderà con molta gioia il suo debutto: ultimo nella Sprint e penultimo nella gara domenicale. Con un divario significativo che mette in risalto quanto sarà difficile questa sua prima stagione da pilota factory e quanto la moto necessita di macinare chilometri prima di potersela giocare nuovamente con i big. Nel dopo gara Luca Marini ha segnalato “un piccolo problema tecnico” che ha reso complicato il Gran Premio del Qatar, sebbene non vada alla ricerca di alibi. “Anche senza problemi, non sarei stato in grado di lottare per le posizioni come il mio compagno di squadra“. Secondo voci del paddock si sarebbe trattato di un grattacapo con la mappatura elettronica, probabilmente conseguenza dei momenti frenetici alla partenza dopo lo stop di Raul Fernandez.

La rivoluzione Honda richiede tempo

Ad ogni modo il primo round MotoGP con la Honda rappresenta un confronto con la realtà il fratello di Valentino Rossi, già ben evidente durante i test invernali. Al momento della firma sapeva che sarebbe stato tutto difficile con la RC213V ma ha accettato questo compito con grande entusiasmo, convinto di poter dare un buon contributo alla causa dell’Ala dorata. Sicuramente il team orchestrato da Alberto Puig ha avviato una fase di “rinascita” ad ogni livello, ma serve ancora molto lavoro e tempo prima che la moto diventi competitiva. L’impegno è ben visibile ai box: a Losail Marini e Mir potevano contare sul supporto del test team arrivato direttamente da Jerez, dove qualche giorno prima Stefan Bradl aveva effettuato un test privato.

Dopo oltre un decennio con Marc Marquez gli equilibri in Honda sono cambiati, non c’è più un solo pilota a dettare la linea dell’evoluzione. Una filosofia che sicuramente ha portato a vincere sei titoli MotoGP dal 2013 al 2019, poi l’infortunio del campione a Jerez 2020 ha scoperchiato il vaso di Pandora, evidenziando tutti i difetti dell’evoluzione della RC-V. La rottura del contratto, con il pilota di Cervera che ha firmato per un anno con Gresini, ha spinto il brand giapponese a cambiare modus operandi avvicinandosi di più ai costruttori europei. L’acclimatazione non è semplice ma si può contare sul nuovo sistema delle concessioni, che prevede più test e la possibilità di poter mettere mano al motore V4.

L’esperienza di Johann Zarco

In questa delicata fase riveste un ruolo importante il veterano francese Johann Zarco, che porta con sé il prezioso bagaglio di esperienza in Ducati e nella prima gara a Losail ha potuto seguire da vicino l’Aprilia di Maverick Vinales. I dati raccolti serviranno a compiere un altro step. “Il grande cambiamento della Honda rispetto all’anno prima è che non c’è un grande leader nel team ufficiale. Non voglio dire che io sia il leader, ma siamo molto simili e questo è utile per entrambe le squadre per ottenere il massimo sviluppo. Abbiamo capito che in passato avere Marc poteva risparmiare ogni problema, ma forse si concentravano troppo su di lui… Abbiamo alcune concessioni, quindi più test e più parti da portare e questo sarà utile“.

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Foto: Box Repsol

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