5 Dicembre 2022

MotoGP, Jorge Lorenzo: “Valentino Rossi ha aiutato lo sport… e i rivali”

Jorge Lorenzo parla della sua epoca in MotoGP, la rivalità con Valentino Rossi e l'importanza dei duelli per la popolarità dello sport.

MotoGP, Jorge Lorenzo

Jorge Lorenzo è entrato ufficialmente tra le MotoGP Legends lo scorso maggio, con una celebrazione rinviata a causa della pandemia. Una carriera conclusa nel 2019 dopo aver vinto cinque titoli mondiali e condita da 68 vittorie, 152 podi e 69 pole position. Ha concluso la sua prima esperienza da inviato per Dazn e l’esperienza con le quattro ruote nella Porsche Carrera Cup Italia. A tre anni dal ritiro il maiorchino ha intrapreso una vita completamente diversa, costellata di viaggi, investimenti, momenti di relax tra mare e piscina, come testimonial di marchi prestigiosi.

Il ritiro dalla MotoGP

Il tempo vola, ma ora che non corre più sulle due ruote la vita scorre con meno pressione, ma resta una certa nostalgia quando mette piede nel paddock della MotoGP. Mancano quei magici momenti che solo una vittoria può regalare, “ma se ragioni con freddezza, c’è un po’ di sollievo per non dover continuare a sentire quella pressione. Mettersi a rischio quando si scende in pista, la brutale richiesta a cui siamo sottoposti ogni giorno noi piloti“.

Il suo è stato un allontanamento graduale, nel 2020 ha vestito i panni del collaudatore Yamaha, esperienza che però ha concluso dopo un solo anno. “Quando hai vissuto 18 anni di corse ai massimi livelli, ci sono anche cose molto difficili e dure come pilota, e questo non ti manca. Avere tutto nella vita è impossibile, quindi penso di aver preso la decisione giusta. È stato un peccato non poter prolungare ancora un po’ la mia carriera e non aver trionfato anche con la Honda, o aver continuato con la Ducati per raggiungere il mio obiettivo… Ma ci sono sempre degli errori e delle decisioni sbagliate“.

L’era dei titani in classe regina

Insieme a Valentino Rossi, Casey Stoner e Dani Pedrosa ha dato vita ad un’epoca gloriosa della MotoGP che in molti ancora rimpiangono. Alla classe regina di oggi non manca nulla, Dorna ha svolto un buon lavoro rendendo la sfida più serrata, ma è anche vero che, a detta di Jorge Lorenzo, mancano i gradi eroi di una volta. “La figura di Valentino Rossi ha aiutato molto lo sport in termini di popolarità. Questo è innegabile. In più i grandi rivali di Valentino Rossi hanno beneficiato della sua popolarità, perché essendo il più grande rivale ha trasferito parte dell’attenzione anche su di noi. Inoltre avevamo un carattere forte e diverso da quello di Valentino. Quindi c’erano sempre diversi caratteri differenziati, con la nostra personalità molto marcata“.

E’ la storia che si rinnova, difficile da metabolizzare per le generazioni precedenti abituate ad altri personaggi, ad un tipo di rivalità diversa. “A parte Marquez, che ha molta personalità, e Quartararo, un po’ meno, vedo una certa mancanza di quel carisma o carattere marcato che c’era prima“, ha aggiunto l’ex pilota MotoGP a Motorbike Magazine. “Non mi sono ancora abituato a questi nuovi nomi, o forse non c’è un dominatore come prima. Ricordo che quando Schumacher non era in F1 non era la stessa cosa, perché era un grande dominatore; quando mancava Michael Jordan nel basket, anche quando mancheranno Messi e Cristiano Ronaldo ci sarà una certa flessione“.

L’essenza dello sport secondo Jorge Lorenzo

La stagione 2022 di MotoGP ha saputo regalare colpi di scena a ripetizione, qualche spunto “bellico” tra Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini. Ma manca la rivalità, il vero sale della competizione e dello show. “Alla gente non piace che tutti siano amici… La F1 è cresciuta alla fine degli anni ’80 per quella forte competizione tra Prost e Senna, anche la rivalità tra Doohan e Crivillé suscitava delle aspettative, le mie con Rossi, o quelle che avevo con Marquez o Pedrosa… Il popolo vuole vedere la rivalità e genera morbosità vedere che non si va d’accordo, il “cosa diranno” l’uno dell’altro nelle conferenze stampa è un po’ la salsa. Quando in Austria vedo tutti fermarsi alla prima curva a fine gara e salutarsi come amici… Va bene, perché c’è una bella atmosfera. Ma non è proprio quello che vende. Gli esseri umani sono così, vogliono vedere rivalità e confronto“.

Foto: MotoGP.com

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