9 Settembre 2022

MotoGP, Forcada esamina i problemi Yamaha: “Serve mentalità Ducati”

Ramon Forcada, ex capotecnico di Andrea Dovizioso, resta fuori dal paddock MotoGP in attesa di un'offerta. I problemi Yamaha secondo il tecnico.

MotoGP, Ramon Forcada

Ad inizio campionato l’addio di Andrea Dovizioso alla MotoGP era nell’aria, sin troppo evidenti le difficoltà di affinità con la Yamaha M1 che sembra andare forte solo nelle mani di Fabio Quartararo. A Misano il 36enne forlivese ha chiuso con il Mondiale per dedicarsi ad altri progetti legati al motocross, ma insieme a lui anche Ramon Forcada dovrà restare a casa, magari in attesa di una buona offerta per il 2023.

Forcada lascia insieme a Dovizioso

La sorprendente decisione di Andrea Dovizioso di ritirarsi, arrivata dopo la pausa estiva, ha costretto il capotecnico catalano a lasciare prematuramente il box del WithU RNF Yamaha Team. Nessuno spiraglio per lui in vista del passaggio della squadra di Razali in Aprilia, ma il suo non vuole essere un addio. “La mia ultima gara? Non lo so“, ammette Ramon Forcada a Dazn. “Per quest’anno sì. Il prossimo anno vedremo cosa succede. Quel che è certo è che l’anno prossimo non continuerò in questa squadra . È normale che se hanno intenzione di provare qualcosa di nuovo non abbiano persone esterne. Per l’anno prossimo non cerco niente, se arriva qualcosa di interessante ben venga, altrimenti andremo in pensione“.

In MotoGP bisogna osare

Legato al Motomondiale da oltre trent’anni, ha lavorato sempre con Case giapponesi. È stato capo meccanico di Alex Barros nel team Repsol, ha accompagnato Tohru Ukawa sulla Camel Honda Pons e in seguito si è trasferito al box del Team LCR durante i tempi di Casey Stoner e Carlos Checa. Nel 2008 è passato alla Yamaha in concomitanza con l’arrivo di Jorge Lorenzo, da allora non ha più lasciato il marchio di Iwata, collaborando con Franco Morbidelli e infine Andrea Dovizioso.

Ramon Forcada conosce perfettamente l’ambiente Yamaha, dove Quartararo è l’unico pilota competitivo dal 2021 ad oggi, nonostante la YZR-M1 abbia qualche problema di troppo rispetto alle dirette avversarie. “Quando smetti di evolvere per me manca una mentalità latina. Ho lavorato molto con i giapponesi e loro cercano sempre la perfezione“. Secondo il tecnico catalano serve più flessibilità mentale e operativa in casa Yamaha per compiere un ulteriore step. “Non dovrebbero avere tanta paura di sbagliare. In Ducati arrivano cose che non funzionano, qui no. Quello che arriva funziona perché lo stanno testando da tre mesi, ma quando la rilasciano gli altri hanno già rilasciato altre tre versioni“.

Giocare con il regolamento

In una campionato MotoGP sempre più al limite le soluzioni tecniche devono arrivare sempre più velocemente. Invece la Yamaha, così come la Honda, impiegano troppo tempo per portare in pista gli aggiornamenti. Complice anche il timore di non rispettare i regolamenti, cosa che non avviene in Ducati ad esempio. Come sulla pressione alla gomma anteriore, dove i team europei omettono volentieri il limite di 1,9 bar imposto dalla Michelin. “Il problema della pressione delle gomme è molto complicato, perché devi credere a quello che dice Michelin, secondo cui sarebbe un problema di sicurezza… Siamo andati a 1.6, anche meno, e funziona ancora. Quindi se 1.6 funziona meglio e devi andare a 1.9… beh, c’è chi dice ‘sì signore’, e chi mette 1.6…“.

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