7 Novembre 2021

MotoGP, Casey Stoner e gli insegnamenti di Dani Pedrosa

Casey Stoner ricorda l'ex compagno di box Dani Pedrosa. "In certe situazioni mi lasciava sbalordito." Oltre a dire il suo 'metodo' di adattamento alla moto.

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Casey Stoner è indubbiamente la stella di questo fine settimana a Portimao. Oltre alle foto con i rivali di un tempo in pista (come Valentino Rossi) e con i ‘giovani tifosi’ (Bagnaia, Miller e Martín su tutti), il campione australiano ha avuto anche tempo per esprimersi su svariati argomenti. Nel corso del warm up della top class ha parlato a motogp.com anche dell’ex compagno di box Dani Pedrosa. L’unico iridato Ducati in MotoGP ricorda infatti l’accanito studio dei dati del collega spagnolo, con l’obiettivo di imparare e riuscire a migliorarsi costantemente in pista. Oltre ad avere un suo personale ‘metodo’ per adattarsi al meglio alle moto che ha guidato.

“Come diavolo ci riesce?”

Ci ricordiamo l’epoca dei “fantastici quattro”, ovvero Stoner, Pedrosa, Lorenzo e Rossi. Non manca appunto un ricordo dei colleghi. “Ci sono sempre diversi metodi di approccio, è il bello di questo sport. Jorge aveva tante cose che avrei voluto, Valentino ha la capacità di leggere bene le gare.” Sottolineando però che “La persona da cui ho imparato di più nella mia carriera è Dani Pedrosa. La sua maniera di trovare la giusta velocità in certe situazioni mi lasciava sbalordito, pensavo “Ma come diavolo ci riesce?” Quando sono diventato suo compagno di squadra nel 2011, è stata la cosa più bella che potesse succedermi.”

“Devo essere sincero, negli anni precedenti in Ducati non sono mai riuscito ad usare i dati del mio compagno di squadra e questo era negativo per me.” La situazione è cambiata una volta approdato in Honda. Anche in passato Stoner ha costantemente sottolineato il lavoro di Pedrosa, in questa occasione lo ribadisce nuovamente. “Con Dani è stato un grande beneficio: sono riuscito ad osservarlo, in alcuni punti della pista e con la stessa moto mi distruggeva, letteralmente. Io di conseguenza volevo capire cosa faceva di diverso: non seguivo il suo set up, ma ho cambiato alcune cose e davvero ho imparato tantissimo, migliorando i miei punti deboli.”

“Se la moto non si adatta a te, devi adattarti tu”

Non nega una volta di più la sua contrarietà all’uso dell’elettronica, ma oltre a questo chiarisce il suo ‘metodo’ per andare veloce, qualunque moto dovesse guidare. “Direi che un mio punto forte è stato la mancanza di orgoglio in sella” ha dichiarato, spiegando poi meglio nel dettaglio. “I piloti vogliono questo, vogliono quello, vogliono che la moto si adatti al loro stile di guida… Invece se non accade devi farlo succedere: se la moto non funziona come vuoi tu, devi riuscire ad essere tu stesso quello che funziona con la moto. C’è sempre un modo per far sì che tutto vada bene. Ero sempre il primo ad ammettere le mie colpe se le cose non andavano invece di parlare di feeling in sella.” Sottolineando anche che “Ho sempre cercato di imparare dagli altri, in primis dai miei compagni di squadra. Se hai troppo orgoglio non ci riesci.”

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Foto: motogp.com

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