17 Febbraio 2024

Dani Pedrosa e la MotoGP di oggi: “Il pilota fa meno la differenza”

L'evoluzione tecnologica ha ridotto il margine di manovra dei piloti: ne ha parlato Pedrosa.

Dani Pedrosa e il ruolo del pilota MotoGP oggi

La MotoGP è il campionato dei prototipi e quindi la massima espressione della tecnologia sulle due ruote. In questi anni i costruttori stanno portando diverse innovazioni e a spingere più di tutte è stata sicuramente la Ducati, che per prima ha esplorato con decisione un’area come quella dell’aerodinamica. Le prime alette le abbiamo viste sulle Desmosedici GP, così come altre soluzioni copiate o imitate dalla concorrenza.

Ogni anno ci sono novità, le case stanno investendo tanti soldi e la situazione è arrivata a un livello tale da generare grandi discussioni sul futuro. L’attuale regolamento tecnico scade nel 2026 e i costruttori stanno dialogando sulle regole da adottare dal 2027. L’aerodinamica è uno dei temi più caldi.

MotoGP, Pedrosa e l’evoluzione dei prototipi

Dani Pedrosa ha iniziato a correre in MotoGP nel 2006 e dopo il ritiro è rimasto comunque nell’ambiente come collaudatore KTM, ha visto come si sono evoluti tecnologicamente i prototipi in questi anni. Intervistato da Motorbike Magazin, si è espresso sulla direzione presa per quanto concerne l’aerodinamica: “È un settore ancora non del tutto esplorato, ma negli ultimi due-tre anni lo si sta esplorando al massimo. Non si sa ancora cosa funzioni bene e cosa no, anche perché ogni pilota ha le sue preferenze. Non c’è un’idea di quale possa essere il limite, a ogni cambiamento aerodinamico si cambiano abbastanza parti della moto. Prima l’aerodinamica era un aiuto per migliorare il contatto della gomma anteriore con l’asfalto, ma analizzando come l’aria influisce sulla moto si stanno facendo nuove carenature che ti obbligano a modificare la configurazione della moto affinché funzioni“.

Il margine in ambito aerodinamico non è ancora chiaro, si sta ancora esplorando quel settore e sarà interessante vedere fino a dove si arriverà. Pedrosa ha aggiunto anche altre considerazioni importanti: “Ci sono elettronica unica e fornitore unico di gomme, si è raggiunto un tale livello di uguaglianza che l’unico modo di fare la differenza è cercare di ottenere dal pneumatico un extra di rendimento per guadagnare dei decimi. Lì si fa la differenza. Hanno capito che la gomma può funzionare meglio con l’aerodinamica che senza. A livello di motore, di elettronica, di guida e altro è tutto così alla pari che è impossibile fare la differenza. Per questo si esplora l’aerodinamica“.

Il pilota è meno al centro

Come influisce l’aerodinamica nelle gare? Il tre volte campione del mondo risponde così: “Si va molto più veloce, infatti si stanno vedendo record in ogni pista. Per fare questi record devi frenare tardissimo, accelerare molto presto ed essere super rapido in curva. La pista diventa più piccola, nel senso che hai meno margine per sorpassare. Diventa impossibile fare un sorpasso se il tuo rivale è già al limite. Superare è diventato più complicato, per questo vediamo quel tipo di gare“.

Il pilota ha perso un po’ di importanza, riesce a fare meno la differenza. Pedrosa non può che confermare: “Il pilota ora si concentra su altre cose. Con tutta questa tecnologia i piloti fanno partenze uguali, la moto fa certe cose al loro posto e quindi diventa tutto più facile. Tutti partono uguale, arrivano alla prima curva allo stessa velocità e si creano meno spazi che in passato, quando dovevi controllare di più la moto e c’erano più differenze tra piloti. Oggi è più difficile fare la differenza a causa della tecnologia presente. Tutto questo toglie responsabilità al pilota nella gestione della moto. Oggi deve pensare solo a massimizzare il potenziale, non a controllare ciò che la moto potrebbe fare senza questi aiuti. Chi è forte sarà sempre davanti, ma c’è meno differenza rispetto agli altri“.

Foto: MotoGP

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