Andrea Dovizioso… una carriera all’ombra di Valentino Rossi
Valentino Rossi e Andrea Dovizioso "amici a distanza". Il 35enne ex Ducati a DAZN rivela: "Il protagonista è quasi sempre stato lui".
Era il 2001 quando Andrea Dovizioso ha fatto il suo esordio nel Motomondiale. Una singola gara in sella all’Aprilia nella classe 125. Quell’anno Valentino Rossi conquistava il suo terzo Mondiale, il primo nella Top Class con la Honda. Due amici mai davvero amici, due connazionali con destini diversi, livelli di fama e potere economico assai differenti. D’altronde il forlivese può vantare un solo titolo iridato, il Dottore ben nove. Eppure tra Vale e Andrea c’è sempre stato massimo rispetto, nel giugno 2019 si sono persino allenati insieme con le moto da cross a Cavallara.
Con l’uscita di scena del Dovi, Valentino Rossi resta un “caso isolato” nel paddock MotoGP. Il prossimo febbraio spegnerà 42 candeline e, con l’addio di Cal Crutchlow, il più anziano è il 31enne Aleix Espargarò. “La fine di una carriera è qualcosa che non mi piace particolarmente“, ha ammesso tempo fa il campione di Tavullia. “Ho avuto un rapporto molto lungo con ‘Dovi’ perché guidavamo già insieme in mini-moto quando avevamo dieci o undici anni. Lo conosco da molto tempo. Ho anche avuto dei bellissimi duelli con ‘Dovi… Ricordo nel GP Malesia 2016, quando ha vinto e io sono arrivato secondo. Abbiamo duellato per l’intera gara“. Per Andrea Dovizioso si trattava della prima vittoria con la Ducati.
Dovi e Vale amici… ma mai amici
Tante le volte che Valentino Rossi ha invitato il forlivese al Ranch di Tavullia per la 100 Km dei Campioni. Ma il forlivese ha sempre avuto altri impegni a cui ha preferito dare la priorità. Il motocross per Andrea viene prima di ogni cosa. Ha preferito dedicarsi allo sterrato piuttosto che accettare un contratto con Aprilia per la prossima stagione MotoGP, o con Yamaha in veste di tester. Quest’ultima ipotesi era stata accolta con gran favore dal Dottore, da sempre favorevole ad averlo come collaudatore per la YZR-M1. Nulla da fare. Il 2021 sarà un anno di riposo, da dedicare al motocross regionale, salvo sorprese da casa Honda.
In vero Andrea non ha mai gradito di vivere all’ombra della fama del pesarese, anche quando i risultati degli ultimi anni erano a suo favore. “Valentino è stato un vantaggio per tutti, punto. Spagnoli, italiani, per tutti, perché ha dato visibilità – ammette a DAZN -. È riuscito a suscitare molto più interesse negli appassionati. E questo è vantaggioso. Ma, come al solito, lo svantaggio è che non sei mai percepito come protagonista. Il protagonista, fino a questi ultimi anni, è stato quasi sempre Valentino e poi c’erano gli altri piloti. Pertanto, tutto ciò che fai non viene visualizzato allo stesso modo. Se hai fatto lo stesso di Valentino, eri considerato diversamente“.
Foto: Getty Images
4 commenti
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Il motorsport è crudele per chi è competitivo ma non vince mai titoli o riconoscimenti importanti.
Il primo Andrea in Motogp( 2008-2016) guidava
ottime moto come Hrc e Yamaha ma non vinceva
mai.Un momento chiave del suo cambiamento?
Sepang 2016: quel trionfo battendo in duello Rossi
lo ha convinto di poter essere un vincente.
Da lì non ha più avuto paura nemmeno di un compagno come Lorenzo o di Rossi stesso.
Peccato che abbia trovato sulla sua strada un fenomeno come Marquez.-
A prescindere dai risultati, e L articolo spiega bene, credo che ciò che fa la differenza tra lui e chi finisce sui poster appiccicati in camera (come si usava quando io ero piccolo) siano le emozioni che suscitano, a livello di commozione stupore e riconoscenza per lo spettacolo al quale noi appassionati assistiamo….
Es: Haga. Conosco altri come me che si sono spellati le mani e perso le corde vocali per lui, eppure zero tituli
Valentino emozioni c’è ne ha date, tantissime per cui tifoso o meno bisogna essergli riconoscente-
Condivido il tuo discorso.Schwantz vince solo un titolo ma viene sempre citato per le emozioni che ha dato
a tutti i fan.Sono stati pochi quelli che riescono a “bucare lo schermo” anche se non vincono fior di titoli.
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Valentino è stato il Tomba del motociclismo, lo sci è uno sport che non mi suscita interesse eppure le sue gare le seguivo e mi emozionavano, ci sono dei campioni che riescono ad essere “universali” altri altrettanto forti e vincenti non escono dalle loro “dimensione” dalla loro disciplina…ovviamente anche i media hanno il loro peso…se non c’è narrazione c’è oblio…e ci si perde anche dei “loser” fantastici come Garry McCoy…la carriera di Dovi è di gran pregio.
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