4 Agosto 2022

MotoGP, Matteo Flamigni dietro l’ascesa di Marco Bezzecchi: “Decido alla Burgess!”

Matteo Flamigni, ex telemetrista di Rossi, è al primo anno da capotecnico ma sta facendo volare il deb Marco Bezzecchi. La MotoGP è complicata ma a volte decido d'intuito, come faceva il vecchio Jeremy"

Podio Bezzecchi Assen, MotoGP

Un’ottima prima parte di stagione MotoGP per Marco Bezzecchi. Accanto a lui c’è Matteo Flamigni, al debutto quest’anno nel ruolo di capotecnico assieme all’esordiente italiano. Un compito importante, che gli sta piacendo sempre di più e che ha già portato le prime soddisfazioni di peso. Su tutto nel GP ad Assen, con Bezzecchi 2° e quindi al primo podio di categoria! Un grande risultato anche per lui e per il team VR46, struttura esordiente in classe regina. Ora gli obiettivi sono più ambiziosi, ci si aspetta almeno la replica… Ecco cosa ci ha raccontato Matteo Flamigni alla vigilia della ripartenza a Silverstone.

Dopo una lunga pausa, si ricomincia!

Abbiamo finito alla grande, c’è voglia di ricominciare per capire se ci sono le possibilità per continuare su quella strada. Sono arrivati ottimi risultati, quindi siamo tutti curiosi di vedere come andrà la seconda parte di campionato.

Dopo i primi test avevi detto che il tuo pilota ti aveva già sorpreso, ecco che ad Assen è arrivato il primo podio.

Diciamo che la sorpresa iniziale confermava quello che pensavo. Marco è un pilota di grande talento, molto intelligente e molto veloce, ascolta, riesce a migliorarsi turno dopo turno. C’è stata una crescita costante gara dopo gara, il podio di Assen è un po’ la conferma del percorso che abbiamo fatto, il risultato del lavoro di questi mesi.

Il podio quindi è una conseguenza ‘naturale’?

Sì, ma fino ad un certo punto. Non dobbiamo dimenticare che ad Assen c’è stato l’incidente tra Quartararo ed Aleix, verosimilmente Marco avrebbe fatto quarto, comunque un risultato incredibile per un rookie. Fare una cosa del genere già nella prima metà di campionato e su una pista come Assen, che sappiamo essere molto tecnica ed impegnativa… Mi ha sorpreso il podio nel senso che non mi aspettavo un secondo posto così com’è stato raggiunto.

Marco è stato bravo a gestire la posizione, ha guidato come un veterano: non si è lasciato intimorire dagli avversari dietro, ha sempre mantenuto un ottimo passo, veloce e costantemente vicino a Pecco. La gestione della gara in seconda posizione è quello che mi ha colpito di più. Al Mugello, pur essendo stato in testa per parecchi giri, nella seconda metà di gara ha faticato di più, mentre ad Assen mi ha confermato la sua crescita anche da questo punto di vista.

Hai notato invece dei ‘difetti’, qualcosa su cui deve lavorare di più?

Più che altro secondo me c’è solo bisogno di fare più gare possibili per acquisire informazioni. Marco sta imparando a gestire le gomme in ottica gara, le mappature di potenza… In ogni gara c’è sempre un miglioramento nella comprensione dei meccanismi. È difficile chiedergli qualcosa di più, sta facendo un ottimo percorso. Ecco, forse all’inizio ha peccato di troppa foga, di troppa irruenza nel voler dimostrare subito la sua velocità. Quando ha capito invece che era meglio concentrarsi ed andare avanti passo dopo passo, da lì in poi sono arrivati dei bellissimi risultati.

Tra capotecnico e pilota come sta andando?

Direi alla grande! Con Marco c’è un bellissimo rapporto, è un ragazzo solare, porta un sacco di allegria nel box, è sempre molto scherzoso. Quando si lavora però è molto attento e concentrato. Mi piace come approccio, riesce a non prendersi mai troppo sul serio e questa per me è una dote fondamentale.

Primi 11 GP da capotecnico, come ti valuti?

Senza falsa modestia, anche io mi vedo oltre le mie aspettative. Non pensavo di riuscire a calarmi in questo ruolo così bene, nel senso che mi piace e mi sono subito trovato a mio agio. Mi piace avere la gestione della moto nel suo complesso, non solo quindi per la parte elettronica. Mi dà modo di sbizzarrirmi con qualche idea a livello di setting da provare, mi piace avere questo campo libero per esprimere quello che ho imparato anche da Vale in tutti questi anni, mettendo quindi a frutto la mia esperienza. Mi riesce bene!

Possiamo dire che è un ruolo che ti viene quasi spontaneo?

Sì, quasi. A volte faccio cose sulla base dell’esperienza, sul feeling che ho in quel momento… Senza neanche guardare troppo i numeri, ma ascoltando le sensazioni del pilota. Un po’ vecchio stile, direi stile Burgess!

Dipende anche dal feeling creatosi col tuo pilota?

Sicuramente la tranquillità ed il bel feeling con Marco mi permette di azzardare, di provare cose che, senza questo aspetto, magari non farei, sarei più conservativo. Invece vedo che Marco è sempre molto aperto, molto disponibile a fare dei tentativi per migliorarsi. Vedo in lui questa tendenza costante, questo automaticamente crea quel circolo vizioso per cui tutti danno il 110%: vedono un pilota teso sempre al miglioramento e noi di riflesso facciamo altrettanto.

Meriti del pilota, del capotecnico, ma non solo.

Direi che c’è anche molto merito della squadra. I ragazzi sono eccezionali, dal primo all’ultimo, e solo alcuni avevano esperienza in MotoGP. Devo dire che ho trovato un team eccezionale. C’è stata certo la prima fase di rodaggio, anche mia visto che pure io ero un rookie nella mia posizione, quindi nei primi test ci siamo tutti allineati. Adesso è una squadra che va davvero forte! Detto questo, la moto certo aiuta: Ducati è una delle più performanti del lotto, pur avendo la moto 2021 abbiamo disposizione un ottimo mezzo che l’anno scorso è stato quasi imbattibile. Quest’anno si è confermata molto performante e sicuramente questo non guasta.

In Ducati ci sono tanti piloti veloci. Non vi state “disturbando”, guardando in ottica campionato?

In realtà, se togli le cadute o gli zeri, Pecco sarebbe molto più vicino a Quartararo. Da tecnico vedo una maggiore possibilità di sviluppare le moto in maniera più veloce, non vedo una situazione di ‘rubarsi punti’. Pecco, quando vuole, è comunque davanti agli altri piloti Ducati. Non guardiamo l’episodio di Le Mans, in cui la battaglia con Bastianini non ha aiutato da questo punto di vista, ma non credo che quell’episodio abbia modificato le sorti del mondiale. Io però da tecnico guardo più il lato positivo: otto moto in pista è una manna per lo sviluppo, per la soluzione di eventuali problematiche… La vedo più così.

In ottica iridata però Quartararo “da solo” in Yamaha sta volando via.

Faccio fatica a dire di Yamaha perché non ci sono più dentro, quindi non so che problemi abbiano gli altri piloti. In questo momento certamente Quartararo sta facendo la differenza. Se anche gli altri piloti fossero performanti, probabilmente staremmo parlando di un Morbidelli che starebbe rubando punti a Quartararo e viceversa. Adesso invece si è creata un po’ una situazione stile Marquez-Honda, con un solo pilota che riesce a sfruttare la moto.

Diamo merito a Ducati che ha una moto che riescono a portare al limite quasi tutti i piloti. Ma mi piace perché si motivano tra loro, tendono ad andare sempre più forte appunto per stare davanti al compagno ed è un bene. Mi ricordo quand’ero in Yamaha che c’erano Vale e Jorge, turno dopo turno abbassavano il record della pista pur di stare davanti uno all’altro. È un po’ quello che è sempre successo, ma davvero non so adesso in Yamaha che problemi ci siano con gli altri piloti. Noi guardiamo in casa nostra e sfruttiamo il momento.

La rimonta dei ragazzi Ducati è possibile?

Io direi proprio di sì! Non dimentichiamo che Pecco, quand’è arrivato al traguardo, ha quasi sempre vinto. Se in questa seconda parte di stagione non dovessero più verificarsi battute d’arresto, lo vedo tranquillamente in grado di giocarsi il mondiale fino all’ultima curva.

Altri podi all’orizzonte per Bezzecchi?

La crescita di Marco è stata esponenziale, incredibile. Perché no? Sta andando veramente molto, molto forte, quindi perché non pensarci? Dopo il 5° posto del Mugello ed il podio di Assen l’asticella si è alzata, è inutile negarlo. Siamo qui per migliorare, per crescere… Ma come dico sempre, per noi rookie ogni gara è un foglio bianco tutto da scrivere. Gli altri piloti hanno i riferimenti dell’anno precedente, per noi invece ogni turno è di apprendimento e quello che viene da parte di Marco secondo me vale il doppio proprio perché sono risultati ottenuti costruendo tutto da zero.

Non ti nascondo che in una MotoGP le cose da mettere a punto sono veramente tante. Al di là delle gomme, dei freni, del telaio della moto, c’è tutta quella parte di elettronica che va gestita turno dopo turno. Se troviamo turni bagnati la cosa si complica parecchio, com’è successo ad esempio a Portimao: Marco era stato velocissimo sul bagnato, poi in gara asciutta abbiamo faticato molto. Semplicemente perché non avevamo avuto il tempo materiale per sistemare quell’infinità di parametri che ci sono.

C’è lo stesso rischio a Silverstone?

Chiaro che quando si viene in Inghilterra si deve sempre preventivare un turno o due sul bagnato. Guardando le previsioni non dovrebbe piovere, questo ci dovrebbe dare la possibilità di lavorare serenamente nel mettere a punto la moto. Certo anche ad Assen abbiamo perso il primo turno e mezzo, ma questo non ha influito molto sulla prestazione…

Come spieghi questa differenza?

Andando avanti con la stagione, una cosa che ho notato in Marco è la velocità con cui riesce a mettere a punto la moto ed a darci certe informazioni. Prima per dare un commento ad esempio sul freno motore ci metteva due turni, adesso in un turno è già in grado di dirci se la moto in quella particolare curva va bene o no. Anche lui ha migliorato la conoscenza del mezzo, questa è una di quelle cose che fanno la differenza.

Che risultato ti aspetti dal tuo pilota a Silverstone?

Conoscendo le caratteristiche di Marco e le caratteristiche della pista… Penso possa fare bene, è un tracciato veloce ed a Marco piacciono molto i circuiti così. Fra l’altro l’anno scorso in Moto2 ha fatto la pole position, quindi mi aspetto una bella gara. Un pronostico a livello di posizione… Non lo so. Faccio sempre fatica a sbilanciarmi, abbiamo una moto 2021 ed abbiamo davanti a noi una decina di moto ufficiali. Questo fa la differenza, anche se Marco sta dimostrando di essere veloce. Mi aspetto però una bella gara: sarei contento se Marco confermasse la top 5, le posizioni importanti. Quelle in cui la telecamera, inquadrando il primo, riprende anche il tuo pilota, senza aspettare l’inquadratura successiva!

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Foto: VR46 Racing Team

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