26 Maggio 2020

MotoGP, frontiere aperte e addio quarantena per ripartire con i test

La MotoGP attende l'allentamento delle restrizioni e l'addio alla quarantena per riportare i piloti in patria e ripartire con i test.

MotoGP, Brad Binder

A poco a poco le frontiere degli Stati si riaprono per consentire al mondo dello sport di riprendere il suo corso. La MotoGP dovrebbe debuttare a Jerez a metà luglio, ma non si esclude che prima di quella data possa essere stabilito un altro Gran Premio. Fino ad oggi la quarantena di due settimane per chi arrivava da altri Stati era il principale ostacolo per gli eventi sportivi. Ma i governi stanno lentamente accantonando questa restrizione.

La Formula 1 prende quota con un calendario di 19 gare (non ancora ufficialmente pubblicate). Il 26 luglio il Circus scenderà in pista a Silverstone e Boris Johnson, primo ministro britannico, dopo lunghi colloqui con gli organizzatori, ha in mente di evitare la quarantena per gli addetti ai lavori. Il presidente Trump nei giorni scorsi ha paventato la possibilità di aprire le frontiere a tutti gli sportivi professionisti. E qualcosa del genere potrebbe essere in programma anche per la MotoGP. Attualmente la Spagna prevede una quarantena obbligatoria di 14 giorni per chi entra fino alle ore 24 del 30 giugno. Dal 1° luglio stop alla quarantena, turisti compresi. Quindi sarà consentito l’arrivo degli uomini del paddock senza obbligo di rinchiudersi in albergo.

In attesa di un allentamento delle restrizioni sono anche quei piloti della MotoGP che risiedono fuori continente. Si tratta di Brad Binder in Sudafrica, Cal Crutchlow in California, Jack Miller in Australia. Da tempo il rookie Brad Binder sta provando a raggiungere la Spagna, dove ha la sua residenza europea sulla Costa Blanca, a sud di Valencia. Non vuole perdere un eventuale test del suo team KTM. “Brad ha cercato di viaggiare in Europa dal Sudafrica per 14 giorni. Ma non è facile a causa dei divieti di volo“, ha spiegato Pit Beirer. Ma a breve la situazione dovrebbe sbloccarsi e con una data certa per il test KTM (motivi di lavoro) la procedura potrebbe velocizzarsi.

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