20 Maggio 2021

MotoGP, Ducati frena sull’accordo con Valentino Rossi

L'accordo tra il team Aramco VR46 di Valentino Rossi e Ducati non è ancora andata in porto. Davide Tardozzi: "Mancano molti dettagli".

MotoGP, Davide Tardozzi

L’affare tra Ducati e la VR46 di Valentino Rossi sembrava ormai fatto secondo ‘La Gazzetta dello Sport’. Ma il team manager Davide Tardozzi frena. La trattativa continua ad andare avanti e ci sono molti nodi da sciogliere. A cominciare dal numero di moto factory. Quattro Desmosedici GP22 in pista per la prossima stagione MotoGP sarebbero esaustive, al massimo si potrebbe arrivare a cinque. Di conseguenza il team Aramco VR46 avrebbe una sola moto ufficiale ed una satellite, nella migliore ipotesi. Inoltre c’è il nodo Enea Bastianini, che il direttore generale Gigi Dall’Igna vorrebbe tenere con sé.

La trattativa con Aramco VR46

Da qui al GP di Catalunya tutto sarà possibile. Intanto Valentino Rossi e il suo gruppo continuano a guardarsi intorno, mentre a Borgo Panigale non escludono neppure di poter schierare otto Rosse in griglia nel 2022. “Ci sono trattative in corso, fino a tre anni fa avevamo otto moto. Questo non significa che succederà“, sottolinea Davide Tardozzi a MotoG-Podcast, il talk della Gazzetta dello Sport condotto da Paolo Ianieri e Zoran Filicic. “Mi sembra assurdo pensare a otto moto ufficiali, non ha senso. Abbiamo dato una moto ufficiale a Martin quest’anno, ma la moto ufficiale serve per togliere l’ultimo decimo. Ad un rookie non serve la moto factory“.

A che punto è la trattativa con la VR46 di Valentino Rossi? Ben più distante di quanto sembrasse. “Non manca solo la firma, mancano molti dettagli. Altre case stanno facendo le loro offerte. Ad oggi non c’è nulla di firmato, ci sono discussioni in corso con VR46 e Gresini Racing ed entrambe hanno dialoghi con altri costruttori. Ci sono mille cose da mettere a posto“.

Ducati fa scuola

Intanto Ducati si gode il suo momento di grazia, reduce da due doppie vittorie negli ultimi due round MotoGP a Le Mans e Jerez. Finalmente nel box emiliano tutti gli ingranaggi iniziano a rispondere perfettamente. A cominciare dalla grande intesa tra Pecco Bagnaia e Jack Miller “Quando Jack è rientrato ai box ha festeggiato e dopo due minuti è andato ad abbracciare Pecco. Il rapporto di stima che c’è tra loro è vero, sarà un grosso vantaggio per noi – aggiunge Davide Tardozzi – Presto per dire che abbiamo trovato le soluzioni del mondo. L’anno scorso ci hanno massacrato quando abbiamo deciso di chiudere con Dovizioso e Petrucci, la decisione è stata difficile per noi. Da quando è arrivato Gigi ha avuto una serie di intuizioni che hanno fatto il corso della MotoGP, sia sulla moto che fuori dalla moto. Siamo stati i primi a prendere un giovane pilota e fargli fare il collaudatore. I primi a fare il test su un circuito 15 giorni prima della gara. Intuizioni che hanno fatto storia in MotoGP…“.

Basti pensare alle winglets, all’appendice aerodinamica, al dispositivo holeshot. I tecnici di Borgo Panigale sono una fucina di innovazioni che vengono presto copiate dagli altri costruttori. Merito anche del rapporto osmotico con il team satellite Pramac, che presto annuncerà il rinnovo di contratto. “In Pramac lavorano 7 persone Ducati e i piloti hanno un contratto con Ducati. Anche in questo i team giapponesi hanno iniziato a seguirci come KTM. Pramac è una estensione del team Ducati“. Buona parte del recente successo è da attribuire a Miller e Bagnaia, che hanno saputo interpretare perfettamente la Desmosedici GP21 con i loro stili di guida. “Jack ha la sua famiglia in Australia, quindi ci vede come una seconda famiglia, passa tutto il tempo con noi piuttosto che nel suo motorhome. Pecco è più tranquillo, molto presente, gli piace vedere e confrontare i suoi dati con quelli degli altri piloti. Qualunque pilota Ducati – conclude Tardozzi – può vedere sempre i dati degli altri“.

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