19 Febbraio 2021

MotoGP, dott. Claudio Costa: “Marc Marquez mi ha deluso”

Il dott. Claudio Costa racconta alcuni episodi della carriera in Clinica Mobile. E sul campione Marc Marquez: "La riconoscenza non è di questo mondo".

MotoGP, dottor Claudio Costa

Claudio Costa nel 1977 crea la Clinica Mobile, al fianco dei piloti sui circuiti di tutto il mondo. Un ospedale viaggiante che ha salvato davvero la vita a molti atleti delle due ruote. Dal 2014 ha ceduto le redini al dott. Zasa, ha scritto libri, girato un film sulla storia, da quest’anno lo vedremo in TV. Il momento più memorabile della sua carriera? “La rianimazione di Franco Uncini. Primo maggio 1977, a Salisburgo. La Clinica debuttava quel giorno, salvando la vita a lui e Fernandez“. In un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’ ricorda tanti episodi vissuti a bordo pista. E sottolinea l’importanza della Clinica: “Era inutile correre in un Paese nel quale c’era la migliore neurochirurgia del mondo, se poi il pilota non riusciva ad arrivare vivo all’ospedale“.

La storia di Doohan

Fra le tante storie straordinarie c’è quella di Mick Doohan che si ruppe una gamba nel ’92 in Olanda. Il dottor Claudio Costa gli propose di farsi operare in Italia, inizialmente rifiutò. A distanza di giorni sorsero delle complicazioni che spinsero i medici ad amputargli la gamba. “Mi chiamò, allora io noleggiai un aereo privato e andai a prenderlo. Avevo un amico in Olanda, che mi procurò un’ambulanza e due infermieri: entrammo in ospedale, caricammo Mick e uscimmo per andare all’aeroporto. La cosa non destò sospetti, tranne che in Kevin Schwantz. Era anche lui lì, con un polso rotto e un’anca lussata. Disse: “Dottore, vengo anch’io”. Li portai in Italia tutti e due“. Quell’anno Doohan perse il Mondiale per 4 punti, di titoli ne vinse cinque, di fila. “E’ da quella sconfitta, da quella frustrazione che è nato Mick Doohan. Sono le avversità, le ferite che ti fanno crescere“.

L’infortunio di Marquez

Il dottorcosta, infine, si dice offeso dal comportamento di Marc Marquez. Il suo ritorno in MotoGP non ha ancora una data certa, evidente che qualche dottore abbia commesso uno o più errori. “Mi ha insegnato che la riconoscenza non è di questo mondo. Dopo averlo aiutato a vincere il Mondiale, nel 2013, mi sarei aspettato che mi chiamasse, quando ha avuto bisogno. Anche perché era chiaro che non poteva tornare a correre con una placca nel braccio. Avrebbero dovuto mettergli un chiodo – ha concluso il dott. Claudio Costa –. Allora avrebbe corso e vinto il titolo“.

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1 commento

  1. makitari_15179021 ha detto:

    Dr. Costa 6 un MITO !
    Come si fa a non avere fiducia in un Medico come te ?
    Grazie per il tuo INSOSTITUIBILE lavoro !