4 Febbraio 2020

ESCLUSIVA Stefano Nepa: “Pochi investono sui giovani, anche se di talento”

Stefano Nepa disputerà la prima stagione completa in Moto3. Un pilota riservato, con tanta voglia di essere protagonista nel Mondiale. L'intervista.

stefano nepa moto3

Nel 2020 Stefano Nepa avrà l’occasione di disputare la sua prima stagione completa in Moto3. Dopo due anni in cui il suo campionato iniziava circa da metà, ecco l’ingaggio da parte di Aspar Team. Una grande occasione per il diciottenne di Cologna Spiaggia (vicino a Roseto, in Abruzzo), gran lavoratore che preferisce mantenere costantemente un basso profilo, totalmente concentrato sui suoi obiettivi. Conscio del fatto che già riuscire ad approdare nel Mondiale non è così semplice…

Dopo due ‘mezze stagioni’, disputerai la prima annata completa. Cos’hai pensato una volta arrivata la firma?
È stata una liberazione. Poter iniziare un mondiale dalla prima gara, invece di entrare “in corsa” come avevo fatto io, è molto diverso. Devo ringraziare tanto il Team Aspar per aver creduto in me e per avermi dato questa opportunità.

Un parere su questi primi anni mondiali.
Nel Campionato del Mondo si va molto veloci, sia dentro i circuiti che fuori. Ricordo il mio debutto nel 2018 ad Assen: mi sentivo spaesato, in un ambiente che fino a pochi giorni prima avevo visto solo in tv, e improvvisamente ne facevo parte. Non è stato semplice, ho passato periodi difficili all’inizio, come molti piloti.

Cosa ti ha colpito di più? Su cosa invece devi lavorare per migliorare?
La Moto3 è super competitiva e devi essere sempre al 100% per ottenere risultati. Quest’anno riparto con le consapevolezze maturate nel finale di stagione, quando ho centrato più volte la top ten.

Qual è il tracciato che ti piace di più? Quale invece tra quelli a te sconosciuti non vedi l’ora di conoscere?
Onestamente non ho un tracciato preferito: mi piacciono tutti, ognuno a suo modo. Certo, quando vai forte su una pista ti sembra che ti piaccia di più delle altre, ma in realtà non è così. Riguardo ai circuiti che non conosco, sono molto curioso di girare in Qatar. Molto veloce, curve da fare “full gas”: penso che sia molto divertente, specialmente con la Moto3.

Cosa c’è dietro questo approdo nel Campionato del Mondo?
Arrivare nel Motomondiale non è un traguardo semplice da conquistare. Il livello specialmente negli ultimi anni si è alzato tantissimo, devi dimostrare di andar forte sempre e in ogni condizione. Nel CIV ho vinto gare per distacco facendo tempi simili a quelli del mondiale, quindi pensi di essere pronto. Quando però arrivi lì ti rendi conto che è tutto diverso: devi essere concentrato e preparato al massimo, e alcune volte ancora non basta. L’esperienza non è qualcosa che si compra. Oggi sono più completo che in passato e farò il massimo per ottenere buoni risultati.

Cosa hai imparato in particolare nei campionati precedenti che poi ti è servito anche nel Mondiale?
Oggi ci sono delle tappe ben definite per arrivare al Mondiale. Io ad esempio ho fatto tutto il percorso della Federazione Italiana dalle Minimoto fino alla Moto3, passando di categoria ogni due anni ed è stato molto positivo. Questo mi ha permesso di crescere gradualmente e migliorarmi anno dopo anno. In modo particolare le vittorie al CIV mi hanno dato quella sicurezza che poi mi è servita prima al CEV e successivamente nel Mondiale, dove il livello è più esasperato.

Quant’è importante la tua famiglia sul piano professionale e personale?
Devo dire che la famiglia per un pilota è tutto. Per prima cosa ti sostiene a livello economico e questo è fondamentale. Oggi nessuno o pochi investono su un pilota giovane, anche se vinci e dimostri di avere talento. Quindi rimane solo la famiglia che crede in te e ti permette di continuare a crederci sempre, almeno per quella che è stata la mia esperienza. Oggi però essere nel mondiale è una grande soddisfazione per tutti.

Com’è in particolare il rapporto con tuo padre [Sandro Nepa, alle spalle 20 anni di carriera come pilota di motocross, ndr]?
Mio padre è stato ed è il mio punto di riferimento. Lui mi ha messo su una moto e continua a darmi i consigli per migliorarmi sempre. La sua esperienza è stata fondamentale nel mio processo di crescita come pilota.

Hai sempre voluto fare il pilota o nel corso degli anni hai avuto qualche dubbio?
La carriera di un pilota è fatta più dalle difficoltà che dalle soddisfazioni. Detto questo non ho mai avuto dubbi su quello che stavo facendo o che volevo diventare, anche quando le cose non andavano nel verso giusto. Anzi, guardandomi indietro tutto è servito, anche i momenti non proprio positivi, per crescere e diventare quello che sono oggi.

Come si definisce Stefano Nepa, come pilota e come persona?
Sono piuttosto simile, sia come pilota che come persona. Sono molto riservato e preferisco tenere un profilo “basso” in tutte le cose che faccio. Lavoro duramente e sono focalizzato sul mio obiettivo: voglio che prima siano i risultati a parlare, poi tutto il resto. Ho letto il libro di Dovi e per alcune cose mi sento di assomigliargli molto. Quello che più mi interessa è essere un buon pilota.

Hai cambiato modo di allenarti nel corso degli anni?
Nell’ultimo periodo ci sono stati molti cambiamenti in questo senso. Più il livello si alza, più devi cambiare il modo di prepararti per essere pronto. Insieme al mio preparatore stiamo facendo qualcosa di diverso.

Quali sono gli obiettivi di questa stagione?
Dividerei la stagione in 3 parti. Nella prima parte punto a ripetere i piazzamenti di fine 2019, top ten solida e costante in tutte le gare. Nella seconda parte voglio avvicinarmi alla zona podio e nel finale di stagione assaporare la soddisfazione di salirci sopra. Penso che si possa fare.

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