14 Settembre 2022

Moto3, Alessandro Tonucci si coccola Nepa e Ortolà “Vedrete che storia nel 2023”

Alessandro Tonucci guida un team al debutto nel Mondiale Moto3 che punta molto in alto. Ortolà, Nepa, le ragazze di Angeluss e le speranze JuniorGP

alessandro tonucci, moto3

Primi 14 GP tra alti e bassi per la squadra di Alessandro Tonucci. Ricordiamo, il Team MTA è al debutto nel Mondiale Moto3, con il rookie Ivan Ortolá ed il più esperto Stefano Nepa. Ma le cose stanno cambiando, i suoi ragazzi sono sempre più vicini al podio. Tonucci ‘spinge’ i suoi piloti, certo di poterlo raggiungere prima della fine dell’anno. Ad Aragon poi ci sarà la collaborazione con un team tutto in rosa, un progetto guidato da Angeluss e con Maria Herrera come pilota. Questo e molto altro nella nostra intervista prima del GP al MotorLand.

Che bilancio fai della stagione 2022 finora?

Siamo partiti molto bene: nella prima gara Ivan è stato molto veloce, ha chiuso 7° e primo rookie. Per più di metà gara s’è giocato le posizioni del podio. Da lì in poi con entrambi i piloti ci sono state alcune difficoltà, ma nonostante tutto nelle ultime gare abbiamo chiuso con tutt’e due o a punti o nei primi 10. C’è anche una top 5 con Stefano in Inghilterra, gara in cui Ivan è stato anche davanti, prima di cadere all’ultimo giro. Fino ad oggi direi che sono soddisfatto, anche se non contentissimo. Chiaro che, visto che siamo in crescita, sarebbe bello da qui a fine stagione arrivare sul podio con almeno uno dei due piloti. È realisticamente alla nostra portata. Vedere che è possibile ma non arriva, certo rimane un po’ di amaro, ma mancano ancora un po’ di gare per riuscirci. Poi con Ivan puntiamo anche al rookie dell’anno, sarebbe bellissimo un team esordiente con il miglior esordiente.

Vedi entrambi i tuoi piloti capaci di salire sul podio?

Sì, tutt’e due. Stefano ha un po’ più di esperienza e si vede in ogni sessione, mentre Ivan viene fuori più in gara, ma entrambi hanno già dimostrato di poterlo fare. Da dire che ora ci toccheranno piste più difficili… Ma da qualche gara, in tutti i turni, Stefano si sta facendo vedere nei primi cinque, anche se non viene mai fuori una buona qualifica e diventa difficile col livello attuale in Moto3, per me il più alto da quando esiste la categoria.

Cos’è mancato finora in gara?

Con Ivan è mancata la qualifica. Certo, Pedro Acosta partiva dal box e vinceva… O parliamo di Marquez, uno di quei pochi che fanno la differenza. Ivan per me è un talento enorme, pur partendo indietro in più occasioni ha già fatto vedere belle cose. A Silverstone partiva 18° ed ed al penultimo giro era primo, a Misano partiva 26° ed è arrivato 8°. Tante rimonte, ma da dire che così diventa difficile avere la gomma per aggredire alla fine. In qualifica però va nel panico, non sa mai se deve seguire qualcuno, va in crisi per il discorso scie o non scie ed il tempo è poco. Parliamo di un quarto d’ora: una penalità per tutti ed a me personalmente non piacciono le qualifiche così.

Per quanto riguarda Stefano Nepa invece?

In gara sta migliorando, ma rispetto ai suoi avversari è “troppo dolce”. Quando si trova nelle zone davanti, alla fine non le dà ma le subisce. Faccio un esempio: Muñoz va fortissimo perché è un talento, ma anche perché chiude gli occhi. O va per terra, o butta fuori un altro, comunque ci prova e finisce davanti. Ecco, a Stefano manca un po’ di aggressività in quei momenti della gara, soprattutto alla fine. A Misano ha fatto una gara bellissima, ma nel secondo gruppo proprio perché Muñoz l’ha buttato fuori alla prima curva e ha perso il trenino. Come passo però era uguale al gruppo davanti e da solo, senza scia, era 7°. All’ultimo giro è arrivato Muñoz e l’ha ributtato fuori, quindi ha chiuso 10°. Vuol dire che tutte le volte, se qualcuno deve prenderle, quello è lui. Non dico che sia un difetto, visto che a me piacciono i piloti puliti, ma nella categoria attuale ci vuole un po’ più di cattiveria. È una cosa molto soggettiva: Stefano sta capendo un po’ di più, ma non ce l’ha di indole. Avrà un limite, ma lo preferisco. Muñoz ad esempio mi piace tantissimo come pilota, lo conosco bene dalla Talent Cup, ma è anche fuori dal limite ed infatti molte volte lo sanzionano.

Per Nepa potrebbe essere anche un problema di feeling con la moto dopo i problemi iniziali di adattamento alla nuova KTM?

Nelle ultime quattro gare è stato risolto tutto quasi al 100%. In precedenza ci sono state difficoltà per il pilota, ma anche per noi con questa moto diversa, ci abbiamo messo un po’ a trovare la quadra. Ad oggi però i piloti non si sono più lamentati come prima. Ovvio che c’è ancora da fare a livello di affinamento, ma si parla di finezze. Al momento direi che non è un discorso di setting per trovare quel passo avanti, ma è proprio il discorso di ‘buttarsi dentro’. Certo dirlo è semplice, poi non è così immediato da fare.

In questa categoria poi è questione di decimi, od anche meno.

Io li capisco vedendo le gare e tutto. A Misano doppia top ten, non è un cattivo risultato ma neanche da dire bravissimi. Hanno fatto una bella gara, di passo sono andati forte, però sono arrivati 8° e 10°. In una gara mediamente adesso prendiamo due decimi e mezzo a giro rispetto al primo. Si parla di poco, ma è quel poco che serve.

Il lavoro continuerà con entrambi, visto che rimarranno nel 2023. Era l’obiettivo o ti eri guardato attorno?

Il mio obiettivo era proprio la continuità. Come abbiamo fatto con Ivan dal CEV al Mondiale, ora puntavamo a fare almeno due anni con lo stesso pilota. Per mia esperienza, ma guardando anche i più forti, è una cosa corretta. Chiaro che se fossimo arrivati a circa metà stagione con il team che litiga col pilota, il pilota non vede l’ora di andarsene, i risultati non ci sono… Allora non avrebbe avuto senso. Invece come ambiente stiamo tutti molto bene ed i risultati stanno migliorando, stiamo crescendo. Era quindi la cosa più logica da fare e sono stato contento del fatto che anche i piloti lo volessero, la scelta dipende pure da loro. È molto soddisfacente dal lato umano e personale: tutto questo deve anche portare ad un risultato sportivo, ma come premessa è certo gratificante.

Come sono stati in particolare i due GP di casa nel tuo nuovo ruolo?

Molto difficili, molto pieni! Oltre alla parte sportiva ci sono altre tante cose dietro da gestire. Gli ospiti, eventi che abbiamo organizzato con alcuni partner per promuovere il cibo italiano nel mondo… Bello, ma certo stressante! [risata] Già è impegnativo seguire la squadra dal lato sportivo, che è la cosa principale, poi dall’altra parte è altrettanto importante. Chi ci supporta, chi viene, quindi da trattare tutti in un certo modo per farli stare bene. L’impegno triplica rispetto al normale.

A Misano poi avevi anche i ragazzini del JuniorGP.

Davvero… Per fortuna andavo a casa dormire alla sera visto che sono vicino, quindi staccavo un attimo! Ma è stato complesso. Purtroppo non è andata così bene, ma anche lì stiamo pensando di rinnovare entrambi per l’anno prossimo.

Che bilancio fai del campionato finora?

Non sta andando come mi aspettavo. Da Zurutuza mi aspettavo un po’ più di velocità immediata, anche se non è andato male. Sarà che, abituato con Ortolá l’anno scorso… Zurutuza comunque s’è giocato il titolo Talent Cup, mi aspettavo arrivasse e brillasse subito un po’ di più. Ma ci sta, è il primo anno e non sono tutti uguali: secondo me ha una velocità importante, però deve svilupparla su questa moto. Kotaro [Uchiumi] stesso discorso: primo anno in Moto3, un livello diverso da Zurutuza, quindi con i suoi tempi per metabolizzare tutto. Per questo gli daremo un secondo anno e poi valuteremo. Ad oggi non sono deluso, visto che sono due esordienti, ma mi aspettavo risultati migliori.

Anche ad Aragon avrai un doppio impegno.

Abbiamo appoggiato il progetto Angeluss fin dall’inizio, è il nostro supporter principale. Non solo un partner commerciale, ma c’è anche un discorso di progettualità a lungo termine. Ad Aragon si concretizza il discorso totalmente femminile, ovvero team tecnico e pilota. Sarà impegnativo, ma c’è Aurora [Angelucci] a capo di questo progetto che sentono fortemente. Ci stanno credendo, stanno investendo molte risorse e progetti importanti che verranno annunciati penso alla fine dell’anno. Noi ci abbiamo subito creduto, poi quando correvo in Moto3 c’erano sia Carrasco che Herrera, e penso che la donna in questo sport possa fare molto bene. Ma va fatto, come per i maschi, un progetto a lungo termine: iniziare da piccole e farle crescere con un programma di continuità e progressione, portando su pilotesse di livello. Adesso sarà una cosa importante a livello mediatico.

Wild card rosa con Maria Herrera ed il tuo team come supporto tecnico.

Bisogna ricordare che sono tanti anni che Maria non guida questa moto. Abbiamo fatto un test ad Aragon un mese fa, non è andata male ma si tratta di una moto molto diversa dalla MotoE che pesa 260 kg. Una minimoto in confronto! Penso che in mezzo agli altri piloti andrà meglio rispetto al test: è più facile, si prendono più riferimenti… Vediamo cosa verrà fuori. Da parte nostra ci sarà il massimo supporto da parte di tutta la nostra struttura. Sono comunque ragazze di esperienza, che lavorano in JuniorGP e che vengono fuori dalla Monlau, come la maggior parte dei giovani meccanici presenti anche nel Mondiale. Certo poi i tempi sono diversi rispetto al JuniorGP, ma non vedo grossi problemi. Noi formiamo tutta la parte tecnica, quindi camion, la moto, i nostri ricambi e, se servono, anche i nostri tecnici. Il box sarà accanto al nostro ma separato, con i colori Angeluss al 100%.

Come vedi questo ritorno di Herrera in Moto3?

Sono realista: se riuscirà a stare nel gruppetto dove di solito ci sono Carrasco, Whatley, Surra, sarà già un ottimo ritorno. Non possiamo dire che ci aspettiamo chissà cosa dopo 7 anni che non guida una Moto3, abituata com’è alla MotoE ed alla 600, e con un solo giorno di test… Sarebbe come se tornassi io oggi, chiuderei ultimo! Tanti anni senza guidare quella moto e con il livello attuale, è complicato. L’obiettivo è fare punti, ma facciamo già fatica noi che corriamo tutto l’anno. La realtà sportiva ci dice che, se riuscisse a giocarsi le posizioni in quel gruppetto di 4-5 piloti, sarebbe già un’ottima cosa. Siamo tutti curiosi comunque.

Cosa ti aspetti invece dai tuoi piloti ad Aragon?

Stefano l’anno scorso ha fatto una gran gara, sempre vicino al podio. Io mi auguro che riesca a giocarselo fino alla fine, vedo la crescita e la possibilità. Ivan ci ha vinto una gara nella Rookies Cup, al CEV l’anno scorso si è giocato la gara fino all’ultima curva. Non mi sbilancio, ma ci possiamo divertire. Certo però di base possiamo almeno stare nei 5, poi vediamo se tutto funziona come deve… Sette gare fa non avrei mai detto che potevamo puntare al podio, se arrivavamo nei primi 10 era già una vittoria. Allora ero un po’ più avvilito. Ma ad oggi l’obiettivo si è spostato un po’ più in su.

Toccano poi le gare oltreoceano, anche i team più esperti non vedono quei circuiti da anni. Potrebbe essere un aiuto?

Soprattutto sulle piste in Giappone ed Australia, a livello di caratteristiche dei tracciati e della guida dei piloti, si potrebbe fare molto bene. Secondo me sono compatibili. La Thailandia invece non la conosco, non ci ho mai girato, ed in Malesia la pista è un po’ tosta. Su quattro, due le vedo già abbastanza bene. Da dire però che, anche quando siamo arrivati su piste nuove, non abbiamo avuto grosse difficoltà. Abbiamo una buona base ed i riferimenti ci sono, così come i setting che ci dà KTM. Mi piace però andare fuori dall’Europa: c’è un altro ambiente, più concentrazione e meno distrazioni.

Con Ortolá puntate al Rookie dell’Anno, Nepa invece come può finire?

L’obiettivo primario è fare un podio. È praticamente un anno che lo rincorre, poi per un motivo o per un altro non c’è mai riuscito. Da quel momento secondo me si sbloccherà ancora di più. È un pilota molto sensibile: fortissimo, ma se non gli va tutto dritto allora va un po’ in difficoltà. Se riuscirà a fare quel passo, si sbloccherà ancora qualcosa e da qui all’ultima gara può regalare sorprese. Al momento è importante la prestazione singola, fare una bella gara e farsi vedere, per poi ripartire carichi l’anno prossimo per giocarci qualcosa di importante dall’inizio.

Un pronostico: chi vince il Mondiale?

Secondo me Guevara. È stato il più costante, oltre all’atteggiamento in prova: parte da solo, fa i tempi da solo, e che tempi, gli altri con 100 scie faticano a farli. In gara poi gestisce sempre bene, lo vedi che guida in modo autoritario. Anche Foggia è forte, ma se li metti in parità o nel corpo a corpo, Guevara è superiore. Garcia lo vedo un po’ più in difficoltà, poi magari la spunta, ma sono quattro gare che è sempre indietro nelle prove e nelle qualifiche. Poi a Misano… Non fa bene quando ti stai giocando un titolo. Ad oggi non lo vedo autoritario come Guevara.

Foto: Instagram

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