24 Maggio 2022

Moto2, Lorenzo Dalla Porta sta tornando “Se la spalla va a posto, comincia il bello”

Lorenzo Dalla Porta ancora con una spalla non a posto, il GP Moto2 d'Italia può segnare la risalita. L'intervista.

lorenzo dalla porta moto2

Terzo anno in Moto2 con la costante determinazione ad emergere, lasciandosi alle spalle i guai fisici. Lorenzo Dalla Porta ha ancora una spalla non del tutto a posto, ma sta piano piano risalendo. Negli ultimi due GP è tornato finalmente a punti, grazie al 15° posto a Jerez ed il 12° a Le Mans. Ora guarda con fiducia al Mugello, il suo evento “più di casa” della stagione, nuovamente rumoroso col ritorno del pubblico festante sugli spalti. Una carica in più quindi per tornare a brillare. Ecco cosa ci ha raccontato a pochi giorni dal Gran Premio d’Italia.

A breve si va al Mugello. Emozionato?

Tanto! Alla fine vivevo a 60 km dal Mugello, quindi direi che è casa mia.

Come sta la tua spalla?

Sto recuperando un po’ meglio dell’inizio. Già da Le Mans mi sentivo abbastanza in buona forma, ancora non sono al 100% ma sta migliorando.

Ci sta mettendo davvero parecchio…

Purtroppo l’avevo operata sei anni fa e all’epoca avevo già fatto un bel danno. La seconda operazione ha tirato fuori problemi che avevo già prima.

Quando sarai quindi di nuovo al top?

Ci siamo quasi, ma è difficile da dire. In teoria in 4-5 mesi dovevo essere a posto, invece ne sono passati quasi otto e rispetto al 100% siamo ancora in alto mare. Però non molliamo: alla fine sto lavorando al massimo, più di così non posso fare. Devo solo avere pazienza, continuare a lavorare e sperare di essere nella miglior forma il prima possibile.

Quant’è cambiata di conseguenza la tua routine?

Molto. A causa dell’operazione ho dovuto fare tantissima fisioterapia, quindi molto lavoro prettamente sulla spalla. Prima del Qatar poi avevo ricominciato a fare anche palestra, bicicletta, ma ho dovuto fermare tutto per l’aggravarsi di un’infiammazione ai tendini e ricominciare “da capo” col lavoro solo sulla spalla per un paio di mesi. Ho reinserito da poco sia la palestra che la bicicletta, più l’allenamento in moto. Diciamo che ora sta tornando un po’ tutto alla normalità, ma ho fatto abbastanza fatica a ritrovare la mia routine.

Un inizio di stagione quindi complesso.

Prima dei test ero abbastanza sicuro di poter essere abbastanza a posto, poi abbiamo fatto i test ed abbiamo visto che non ero assolutamente in forma con la spalla. La prima gara infatti non l’ho proprio finita. Anche a livello mentale direi che non è stato facile.

Cinque zeri nei primi 5 GP non hanno aiutato.

Le prime quattro gare è come se non fossero esistite, non ero proprio in uno stato di forma tale da correre. Ho corso, ma non ero io, non riuscivo a fare nulla rispetto alle mie possibilità.

S’è reso necessario quindi anche un cambio di stile in sella.

Ho dovuto, anche in staccata per esempio non riuscivo a tenermi e scivolavo completamente in avanti. Ho dovuto cambiare tanto, ora piano piano, col miglioramento della spalla, sto tornando a guidare in maniera un po’ più naturale. Fa parte di un processo, come detto non so quanto ancora ci vorrà per essere al top ma spero poco.

Nelle ultime due gare però ecco i primi punti stagionali.

Un’iniezione di fiducia importante! Per me è il terzo anno in Moto2 e ho bisogno di fare risultati. Il problema reale alla fine è solo la mia spalla, che era in una condizione pessima. Dai, siamo andati a punti in due gare ed ora dovrebbe essere tutto “in leggera discesa”.

Sei rimasto sempre con la stessa squadra, quant’è importante per te?

Sono stati tre anni difficili, arrivavo da campione del mondo e ho fatto pochissimi punti sia nel 2020 che nel 2021. Quest’anno volevo un’inversione di tendenza, vista la grande fiducia della squadra. Sicuramente, se il team continua a darmi fiducia, un motivo c’è. Le cose nel box le vediamo, il problema è che ancora non sono riuscito a dimostrarlo, ma ci stiamo lavorando e sono sicuro che presto arriveranno i risultati. Così finalmente riuscirò a ripagare un po’ di quella fiducia che mi hanno dato in questi anni.

Come hai detto, da campione Moto3 ad un esordio Moto2 complesso. Come l’hai vissuto?

Ci sono state tante cose, ogni stagione è un discorso a sé. Ho vissuto esperienze di vita anche un po’ particolari e questo non mi ha certo aiutato, però alla fine non ho mai mollato ed è quello che conta. Certamente vorrei essere in lotta per il podio, come quelli che stanno davanti, però continuiamo a provarci, non ci arrendiamo.

C’è qualcosa in particolare che ti ha creato più difficoltà in quel passaggio?

Non saprei direi. Forse è mancato un setting che mi permettesse di andare forte, di guidare con fiducia. Non so se si tratta della mia statura, per come sono fatto fisicamente, ma non riesco a guidare una moto come fanno tutti. Ho bisogno di qualcosa di un po’ diverso e purtroppo siamo arrivati a capirlo col tempo. Anche questo mi ha creato forse più difficoltà del dovuto.

Adesso, spalla a parte, senti la Moto2 ormai tua?

Sì, assolutamente. Già dalla fine dell’anno scorso, prima dello stop, in prova stavamo facendo dei bei risultati e riuscivamo a realizzare tempi molto competitivi. In gara poi sono seguite cadute ed un po’ di sfortuna, ed è andata così, ma avevamo raggiunto un buon livello. Da dire che la moto tutt’ora resta quella dell’anno scorso, è la migliore che abbiamo trovato ed è quella su cui continueremo a lavorare in queste gare.

Come detto, a breve tocca al Mugello. Sarà un po’ “strano” ritrovarlo col pubblico dopo gli ultimi due anni?

Strano direi di no, alla fine il bello del Mugello era anche quello: l’atmosfera, il calore del pubblico… Sicuramente sarà bello. Direi piuttosto strano quando non c’era il pubblico, sembrava di essere sempre a fare dei test invece di una gara. Ora che torna il pubblico sarà come ai bei vecchi tempi.

Ti sei prefissato un obiettivo per il GP d’Italia?

Ho sempre tanti obiettivi prima di una corsa. Attualmente quello principale è riuscire a fare una gara dando il 100% di me, anche a livello fisico, cosa che al momento non riesco a fare. Anche a Le Mans negli ultimi giri ho dovuto mollare perché con la spalla ero proprio finito. Il target principale ora sarebbe riuscire a tirare fuori tutto quello che posso. Poi chiaramente è normale guardare al podio, alla vittoria… Pensiamo in grande, ma un passo per volta.

Quest’anno hai già affrontato dei circuiti che ancora non conoscevi con la Moto2, come ti sei trovato?

Male, ma per la spalla… [risata] Direi che mi è piaciuta molto l’Argentina, l’Indonesia un po’ meno ma non è male. In Texas invece ho sofferto talmente tanto per la conformazione della pista che non so dare un parere. Ho quasi tolto la gara dalla testa, è stata troppo impegnativa per me. Ma gli altri due circuiti comunque mi sono piaciuti, specialmente quello argentino.

Tornano in calendario GP tolti negli ultimi due anni. C’è una pista sulla quale non vedi l’ora di correre di nuovo?

Direi di sicuro Phillip Island, secondo me è una delle piste più belle del calendario. Il paesaggio australiano poi mi è sempre piaciuto, una dove vorrei sicuramente tornare è quella.

Foto: Instagram-Lorenzo Dalla Porta

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