4 Febbraio 2024

Moto2, Diogo Moreira “Seguo i passi di Marc Marquez”

Diogo Moreira ha una bella sfida davanti a sé. Ecco cosa pensa del suo passaggio in Moto2, ma non solo: l'intervista.

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di Manuel Pecino/motosan.es

Diogo Moreira è considerato uno dei piloti più talentuosi della nuova generazione. Il brasiliano ce ne ha parlato qualche giorno fa dopo la presentazione ufficiale della sua nuova squadra in Moto2, Italtrans Racing Team. Il pilota brasiliano dice così addio alla categoria Moto3, dove non ha ottenuto i risultati sperati.

Quando ho visto la foto del Ranch di Valentino Rossi mi sono detto ‘devo parlargli’. Diogo Moreira, sei arrivato terzo? 

La foto è bella, ne farò un quadro. In quella gara sono arrivato secondo. Ha vinto Marini, io ho chiuso secondo e Valentino terzo.

Com’è stata l’esperienza al Ranch? Ci eri mai andato prima? 

Sì, ci sono stato nel 2021, nel 2022 non ho potuto. Quest’anno devo dire la verità, è stato pazzesco. La pista, l’atmosfera… quello che hanno allestito è impressionante. È un’atmosfera da MotoGP ma molto più divertente.

Diogo Moreira, sei rimasto poi più a lungo? 

Sì. Quella foto era di venerdì sera, dell’Americana. E sabato mattina c’è stata la 100Km dei Campioni. Una volta finito tutto sono tornato a casa. Siamo rimasti per la cena sabato sera e siamo tornati a casa domenica mattina. Ma spero che dopo Misano o prima di Misano riuscirò a fermarmi lì per un giorno, per fare una giornata di allenamento.

Cos’è più divertente, la struttura o allenarsi con loro? 

Beh, è ​​più il circuito che hanno allestito. In Spagna non c’è niente di simile, oltre al fatto che allenarsi con loro è un’altra cosa. Vanno tutti fortissimo, in gara mi sono giocato il quarto o il quinto posto, e il primo mi ha dato due secondi al giro. È perfetto per allenarsi.

Hai preso la tua moto o ne hanno prestata una? 

No, avevo la mia moto. Ho portato una Honda, quella con cui mi alleno sempre.

Diogo Moreira, hai colto l’occasione per visitare gli stabilimenti Italtrans o li conoscevi già? 

Non c’ero mai stato e nel week-end al Ranch non potevo andarci. Sono andato il giorno della presentazione, la settimana scorsa. Non ci ero mai stato a dire il vero ed è impressionante, molto grande. Hanno di tutto lì dentro: tutte le moto di tutti gli anni in cui hanno corso, l’attrezzatura, i camion… È davvero molto bello.

Penso che Italtrans sia in MotoGP per pura passione. 

Sì. Soprattutto a Laura, una delle titolari del team, piacciono molto le gare. Non va a tutte, ma comunque a tutte quelle che può e ci segue con molta attenzione. La verità è che la squadra mi piace molto e sono molto felice. Soprattutto, la cosa più bella è la voglia che hanno ogni anno.

Diogo Moreira, parlando di Moto2 hai messo su peso? 

Sì. Al momento mi serve un altro chilo per non avere una zavorra sulla moto, ma ne ho già presi due. Devo crescere ancora un po’.

In Moto3 pativi la fame? 

Scherzavo sempre con i miei amici dicendo che mangiavo di tutto, senza frenarmi. Avevo la mia dieta, ma nei fine settimana mangiavo di tutto, non soffrivo la fame. Adesso però in Moto2 mangio troppo. Al massimo a volte non riesco più a mandare giù il cibo. Ma alla fine è così, devo mangiare e allenarmi.

Tutti sono d’accordo nel dire che sei stato uno dei piloti più talentuosi della Moto3. Come mai non hai raggiunto il tuo obiettivo, che immagino fosse vincere il titolo? 

L’anno scorso abbiamo iniziato molto bene il campionato. Avevo molta fiducia in me stesso, arrivavo tutti i fine settimana e non mi importava di niente, andavo in pista e andavo forte. Ma è arrivato un momento in cui mi sono messo pressione da solo e penso che sia stato un male. Avevo conquistato qualche podio, ma volevo vincere e non ci sono riuscito. Finché non è arrivato un momento in cui ho iniziato a cadere. A metà stagione per me era diventato difficile divertirmi. I meccanici hanno visto che non ero contento. Non sapevo cosa fare. Dopo l’estate ho iniziato a concentrarmi ed a pensare solo a divertirmi, finché non è arrivata la vittoria.

Diogo Moreira, hai fatto questo percorso da solo o hai chiesto aiuto a uno psicologo dello sport? 

“No. Me lo hanno chiesto in molti, ma non ho cercato nessuno tranne la mia famiglia, le persone che mi stavano vicino. Penso che se stai bene con loro, alla fine è la cosa migliore. Penso che sia stato un aspetto positivo ed è quello che sto cercando di fare anche adesso. Torni a casa e cerchi di stare bene con i tuoi genitori e con le persone che hai vicino ogni giorno.

Se dovessi scegliere tra vincere il titolo Moto2 o passare alla MotoGP il prossimo anno, cosa sceglieresti? 

Penso che se vincessi il prossimo anno, anche se sarà molto difficile, salirei sicuramente in MotoGP. Se vinco in una categoria significa che sono preparato per quella successiva. Ma penso che la Moto2 sia complicata e voglio andare passo dopo passo. Non voglio lasciarmi influenzare dai risultati.

Diogo Moreira, che sensazioni hai provato con la Moto2? 

Ho una 600cc con cui allenarmi. E la verità è che, confrontando Moto3 e Moto2, alla fine del rettilineo non si nota così tanto. Si vede però quando acceleri, in uscita di curva, che la moto è molto potente. Io peso pochissimo e nel test di Valencia la moto si è sollevata. È stato molto complicato, quindi ho dovuto prendere un po’ di peso. Oltre a questo, lunedì non ho potuto fare bene il test perché domenica ero caduto e avevo una piccola frattura all’ulna. Ho fatto otto giri per capire la moto e penso che sia andata abbastanza bene.

Come pilota, dove pensi di essere veramente bravo? 

Il time attack è quello che mi piace di più. Uscire per un giro completo, penso che sia quello che so fare meglio. E devo allenarmi soprattutto sul finale di gara per imparare a gestire la gomma e dove posizionarmi. Ma il mio punto forte è il time attack: arrivare in un circuito e al secondo giro riuscire a fare il tempo.

Ti alleni molto con i piloti della MotoGP, soprattutto con chi? 

Soprattutto con Marc e Alex [Marquez]. A volte ci incontriamo per allenarci, anche se ora vivono a Madrid.

A chi ti paragoneresti in termini di stile? 

Direi a Marc, perché è quello con cui mi alleno di più. Ho molta strada da fare per raggiungere il suo livello, ma più o meno seguo i suoi passi.

L’articolo originale su motosan.es

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