1 Febbraio 2023

Matteo Ferrari non vede l’ora “La Ducati V21L è una MotoGP elettrica”

Matteo Ferrari verso la sua quinta stagione MotoE. Le novità, le altre attività, le aspettative per il 2023... L'intervista.

matteo ferrari, motoe

È ormai uno dei veterani della MotoE, ma in questo 2023 anche lui riparte ‘da zero’. Matteo Ferrari si prepara con entusiasmo per la nuova sfida con la Ducati V21L, che da quest’anno sostituirà la Energica Ego Corsa. Un cambiamento radicale quindi, che potrebbe stravolgere i valori visti in precedenza nel campionato elettrico. Potrebbe essere uno svantaggio per Ferrari, o forse no, ripensando al 2019… Ripartirà sempre con la stessa squadra, a caccia di “quel gradino del podio che ci piace tanto”. Come si sta preparando verso i test e la nuova stagione? Ecco cosa ci ha raccontato il numero #11 di Gresini Racing.

Non l’hai ancora provata, ma che impressione ti ha fatto la nuova Ducati?

Sicuramente molto, molto diversa dalla Energica, per tanti particolari. Un esempio è la posizione del mono, che con la Energica non poteva essere perché la batteria ed il motore erano molto grandi. Non c’era il link come nelle moto classiche e la posizione era un po’ strana da vedere. Poi sicuramente vedere tanto carbonio, vedere tante parti simili alla MotoGP… Ci sono molte cose belle. Bisognerà poi andare in pista, capire com’è, ma sembra più veloce già solo a vederla.

Possiamo definirlo un “nuovo debutto”? Sei ormai un esperto della categoria, ma cambia un aspetto importante.

Credo di sì. Vero che abbiamo già girato con moto elettriche, ma in questo momento storico il cambiamento della moto ogni anno è veramente tanto. Magari nei primi quattro anni non s’è visto tanto la differenza perché era sempre lo stesso brand, poi il Covid di mezzo ha rallentato lo sviluppo secondo me. Ma da adesso in poi mi aspetto un nuovo inizio quasi ogni anno: saremo sempre più competitivi, arriveremo ad avere una moto sempre più simile alle altre come performance. Soprattutto questo però sarà nuovo, il primo con un altro brand. Mi aspetto di avere tante cose nuove e di essere un po’ nella posizione del 2019: nessuno conosceva la categoria né la moto, le gomme chiaramente saranno diverse, quindi non credo avremo riferimenti. Mi aspetto di essere molto più veloce come tempi.

Come hai detto, “nella stessa posizione del 2019”. Lo prendiamo come una promessa?

Quando vinci il primo anno, da quello successivo è sempre una promessa. Rimani nella stessa categoria, nello stesso team, quindi l’obiettivo è sempre quello. Il 2021 è stato un anno molto difficile per me, non ero performante: piano piano ho ritrovato la velocità, ma proprio a fine stagione, e l’anno scorso siamo ripartiti da lì. Ero comunque da top 5, vicino al podio, poi sono tornato a vincere qualche gara, per me molto, molto importante. Abbiamo capito cosa mancava ed io come approccio ho fatto uno step, ora bisogna tornare su quel gradino del podio che ci piace tanto. Li abbiamo provati tutt’e tre, ma quello lì ci ha dato più soddisfazione degli altri. La cosa che mi preme di più è partire con un’altra spinta: negli ultimi due anni sono stato costante, ma all’inizio mi è mancata quella velocità, quella grinta per stare da subito davanti, e prendevo quel gap di punti che non mi permetteva di recuperare.

C’è stato un motivo in particolare per queste difficoltà?

Quando fai due anni in cui sei molto competitivo e non cambia tantissimo la moto, hai diverse basi di riferimento su tutti i circuiti. Nel 2021 e nel 2022 qualcosina è cambiato, come le gomme, le sospensioni davanti. Secondo me, avendo un buonissimo riferimento degli altri anni, non facevamo troppe modifiche, o non avevamo trovato la strada giusta su cui lavorare. Anche io, a livello di guida, facevo fatica ad adattarmi a questo tipo di soluzione. Quindi io ho cercato sempre di più di arrivare a guidare sopra il problema che avevo, in più la squadra ha trovato la giusta direzione per farmi sentire più a mio agio. Dopo questi due anni possiamo tirare una riga e ricominciare a lavorare con più serenità. Non abbiamo poi delle basi di riferimento, secondo me ci favorisce.

Hai cambiato diversi compagni di squadra, come ti sei trovato?

Ogni compagno di squadra ha una caratteristica diversa: chi è più simpatico, quindi nel box si riesce a lavorare meglio, oppure c’è chi lo è meno, anche se in pista ci si trova bene e ci si aiuta sempre. Diciamo che in questi anni ho avuto dei compagni di squadra molto bravi in generale. Con Alessio [Finello] però secondo me c’è un rapporto più di amicizia rispetto agli altri. Non perché con gli altri non sia andato d’accordo, ma con lui magari abbiamo un carattere più simile ed è più facile trovarci in certe dinamiche. In generale sono stato molto fortunato.

Quali pregi e difetti hai notato nel tuo compagno di squadra?

Il pregio che ho notato di più è che ha sempre ascoltato bene quello che abbiamo fatto anche in passato. Non è scontato: capita spesso di cercare una strada diversa da quella che c’è, quindi si perde un po’ di tempo. Il suo pregio invece è stato analizzare quello che è stato fatto, chiaramente di adattarsi il più possibile, ma senza stravolgimenti. Questo secondo me gli ha permesso di migliorare, anche se è stato sfortunato perché s’è fatto male e questo l’ha bloccato. Secondo me invece quello che gli è mancato è stato un po’ di convinzione. Credo capiti in generale ai piloti, se i risultati non arrivano subito e non ti trovi bene perdi un po’ di fiducia, ma se n’è accorto e durante l’anno ci ha lavorato.

Lui dice che Matteo Ferrari a volte perde la pazienza troppo velocemente.

Ci sta. Diciamo che, quando c’è tanta pressione, ogni tanto bisogna dare quel click. Non proprio perdere la pazienza, però ci sono momenti in cui se vuoi cambiare la situazione devi fare qualcosina per stimolare. C’è un limite ovviamente, ma se lo fai nel modo giusto sia in te stesso sia nella squadra riesce a fare quel click che serve. Per esempio quest’anno al Mugello, dopo due gare che non mi erano troppo piaciute, volevo qualcosa di diverso. Quando ti arrabbi un pochino, ma non esageratamente, lavorano tutti meglio. Secondo me è un po’ il ruolo del pilota: devi stare soprattutto calmo, ma devi anche far vedere che vuoi arrivare.

A livello di campionato, come cambiano gli equilibri? Sempre i ‘soliti noti’ davanti o dobbiamo aspettarci più sorprese?

Non mi aspetto che i soliti piloti vadano molto più piano, ma mi aspetto sicuramente qualche exploit sia tra gli esordienti che tra gli altri. Quando le cose sono nuove è sempre difficile dire chi sarà il migliore. Mi ricordo ad esempio Eric Granado nei primi test, o Niki Tuuli: all’inizio erano veramente veloci, sembrava che avessero guidato quella moto da sempre. Durante la stagione sono poi cambiate le carte, anche gli altri si sono abituati e negli anni alcuni piloti veloci dall’inizio hanno un po’ perso la loro velocità, mentre altri sono rimasti costanti. Ci sono sempre stati però rookie veloci, ad esempio Fermin Aldeguer, ora in Moto2: mi aspetto qualcuno forte anche quest’anno.

Tra gli esordienti, c’è qualcuno che osserveresti in particolare?

Non so dire, è molto difficile da dire. Bisognerebbe guardare lo storico dei piloti, dei cambi di categoria e quindi quanto tempo ci hanno messo ad adattarsi. A memoria non ricordo un pilota subito competitivo: sicuramente saranno veloci, ma non saprei dire al momento chi potrebbe fare la differenza. Questa è una categoria nuova, magari non hanno mai usato una moto elettrica né gomme come queste. Non riesco a fare un nome, secondo me saranno tutti allo stesso livello.

Com’è cambiato il tuo allenamento negli anni?

Ogni anno bisogna sempre cambiare qualcosa, lavorare un pochino sui dettagli. Non ho stravolto i miei allenamenti neanche quando sono arrivato in MotoE, anche se sicuramente ho cambiato tipologia di esercizi per essere un po’ più rapido ed avere più forza, visto che la moto è più pesante. Ma ogni anno bisogna capire dove sei stato più carente, essere analitico su te stesso, ed integrarlo con quello che fai. Non avevo però particolari esigenze, ho lavorato sui dettagli. Poi la moto sta calando di peso, se ti sei abituato alla prima con le prossime andrà meglio.

Matteo Ferrari, disputerai anche un altro campionato oltre alla MotoE?

Mi sarebbe piaciuto disputare un’altra stagione nel Campionato Italiano. Non mi interessava disputare un campionato in cui parto da una situazione già non competitiva, quindi ho preferito evitarlo quest’anno, quindi vedremo per il 2024. Purtroppo per quanto riguarda il CIV c’erano tre gare concomitanti ed i weekend sono sei, quindi era impossibile lottare per il campionato, anche se vinci tutt’e tre i round. L’obiettivo sarà magari provare a fare qualche gara, qualche wild card come allenamento.

Hai altri programmi?

Continuerò il lavoro che ho iniziato due anni fa con WP come tester. Ho anche iniziato quest’anno a lavorare per Michelin sempre come tester: ho appena completato la prima giornata di prove e sono veramente toste, molto rigide. Secondo me è un’ottima soluzione per conciliare questo campionato che inizia ad avere più weekend di gara. Sicuramente è positivo, ma ancora non ci sono tanti test ed almeno si sta in moto.

Come gestisci questo continuo passaggio da una moto all’altra?

Ormai negli anni mi sono abituato. Non è semplice arrivare al limite, diciamo che quello che mi sono imposto è avere un campionato di riferimento, che in questo momento è la MotoE. Chiaramente poi capita di salire su moto diverse, per test o altre gare, e devi essere subito performante. Avere sempre la velocità per vincere non è semplice, ormai il livello in tutte le categorie è molto alto, quindi per trovare gli ultimi due-tre decimi devi avere un feeling che trovi solo quando giri tanto con la moto. Nell’Italiano ad esempio la moto non era competitiva, ma anche io non avevo esperienza in Supersport, servivano i chilometri. La cosa peggiore è all’inizio, quando cambi categoria, o corri in più categorie ma con moto o gomme diversi: i tempi magari sono gli stessi, ma li fai in maniera diversa. Un brand è più forte sull’anteriore, un altro sul posteriore, devi fare più percorrenza o spigolare di più… Cambia molto anche il bilanciamento. Adesso ormai le ho provate tutte e parto già da un buon livello.

È sempre Ferrari-Gresini dal primo anno MotoE. Quanto ti aiuta rimanere nella stessa squadra?

Sarà il quinto anno assieme, ci sono pro e contro. Quando ti trovi bene non vorresti mai cambiare, trovi quella stabilità che ti piace, conosci proprio la struttura del team, ci si sente come a casa. Il contro potrebbe essere magari che, quando ci si abitua a lavorare insieme, magari si danno alcune cose per scontate. Cose che non ti fanno lavorare bene o non ti permettono di essere intuitivo quando si cambia. A me è capitato: stanno cambiando delle cose, ma noi siamo abituati a lavorare in un modo e quindi per cambiare ci vuole tempo. Se invece cambi squadra, con tante novità, non hai riferimenti dal passato e quindi può essere un vantaggio. Quando fai tante stagioni insieme conosci talmente bene pregi e difetti di ciascuno che li puoi usare a tuo vantaggio, sia da parte del pilota che del tecnico. Noto però che cambiare è il trend del momento.

Guardando il calendario e le novità, qual è il circuito che non vedi l’ora di scoprire con la MotoE?

In generale i circuiti li conosco tutti, anche perché ci ho corso con la Moto3. Ma non vedo l’ora di andare a Silverstone, sono sempre andato bene e mi è sempre piaciuto. Ho sensazioni positive, anche se il meteo è sempre un po’ da scoprire. Ma è un circuito che mi piace, non vedo l’ora di tornarci, sono curioso.

Facciamo una scommessa extra MotoE: chi vince i Mondiali 2023?

Troppo difficile, e porta sfortuna! Diciamo che, visto che sono col team Gresini, mi piacerebbe molto vedere sia la Moto2 che la MotoGP competitive. In Moto2 Salac è al secondo anno e ha fatto bene, e torna Jeremy, che con Gresini ha sempre avuto quel feeling speciale. Sarebbe bello vederli sempre competitivi, poi potrebbe succedere di tutto… Questo anche in MotoGP. Spero nel team. Poi vabbè, in MotoGP Bagnaia ha appena vinto il titolo, quindi mi aspetto lui e Fabio, come l’anno scorso. Il livello in questo momento è talmente alto che fare un pronostico è impossibile! Non vedo un pilota non competitivo ecco, tutti vanno forte. Per la Moto3 ho visto velocemente l’entry list, ma non saprei davvero dare un nome.

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Foto: Felo Gresini MotoE

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