4 Dicembre 2023

Moto3: Filippo Farioli, il rilancio passa da Honda e SIC58 “Il 2024 sarà fondamentale”

Filippo Farioli chiude un anno di debutto difficile in Moto3. Nel 2024 cerca il "riscatto" con SIC58 e Honda. L'intervista.

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È stato un anno d’esordio più duro del previsto per Filippo Farioli, unico debuttante italiano in Moto3 nella stagione appena conclusa. Varie cose non hanno funzionato, il giovane bergamasco ha fatto fatica, fino a qualche concreto passo avanti visto solo negli ultimi tre GP, quando le cose hanno cominciato a girare. Tardi, non mancano un po’ di rimpianti, ma è tutta esperienza che l’ex Tech3 si porterà dietro per la sfida 2024 da primo “Farioli su una Honda”. Questa la moto del team SIC58, in cui ha già iniziato ad acclimatarsi nei primi test Pirelli svolti a Valencia. Presto per trarre conclusioni, ma è un punto di ripartenza positivo. Abbiamo avuto modo di fare il punto a stagione conclusa, la nostra intervista.

Filippo Farioli, un anno di debutto difficile per te.

Quest’anno non è andata proprio bene, non come pensavo, sia per alcune cose mie, perché anche io ho commesso i miei errori, che per problemi interni al team. È stato abbastanza difficile da gestire anche a livello mentale e di morale per me. Un peccato che solo nelle ultime tre gare ci sia stato qualche miglioramento. Voglio vedere però i lati positivi: ho imparato le piste, ho chiuso coi miei migliori risultati e tutto questo è servito a farmi aprire un po’ di più gli occhi. Guardiamo già alla prossima stagione con più fiducia, per me sarà un anno fondamentale, decisivo.

Hai già svolto i primi test con SIC58, come sono andati?

Per prima cosa mi sono trovato subito bene con la squadra: è un ambiente familiare, più sereno e tranquillo, sicuramente mi aiuterà tanto. Ovviamente parliamo di un test, che serviva appunto per prendere confidenza soprattutto con la squadra. Per quanto riguarda la moto, io ho girato con la Honda 2023, gli aggiornamenti riguardo carene, scarichi, motore e tutto arriveranno durante i test dell’anno prossimo, lì vedremo la vera differenza con le KTM. Guardando però alle gomme, a parità di moto, Honda con le Pirelli ha fatto un salto abbastanza importante, ma aspettiamo la versione definitiva per capire davvero a che punto siamo.

Come ti sei trovato con questa moto?

L’approccio è stato molto positivo, onestamente non mi aspettavo di riuscire a trovare subito un buon feeling. La guida è abbastanza diversa da una KTM, poi il mio stile è sempre stato più “stile KTM”. Nonostante questo però mi sono adattato velocemente e ne molto sono contento, non pensavo di andare così bene fin da subito, anzi è andata anche oltre le aspettative. I test vanno sempre presi con le pinze, ma finisci la stagione già col team nuovo e con la moto che userai, quindi ti fai una mezza idea.

Un Farioli con una Honda, una bella sfida no?

[risata] Sì, io sono il primo, l’antagonista! Ogni tanto bisogna fare delle eccezioni.

Quali sono stati i cambi più importanti nel passaggio da KTM a Honda?

Quello che mi ha fatto specie è che con la Honda riesci a fare tanta velocità a centro curva. Soprattutto poi la moto, appena molli i freni, gira, la pecca invece è un po’ il motore. Ma sono positivo, sicuramente l’anno prossimo Honda arriverà con un aggiornamento abbastanza importante.

Filippo Farioli, come ti sono sembrate le Pirelli?

Mi hanno fatto una bella impressione, le gomme vanno molto bene e si sente la differenza rispetto alle Dunlop, specialmente sul giro secco. È una gomma molto più morbida, che ti permette di più. Una cosa su cui invece bisognerà lavorare di più è il degrado. Fondamentalmente quest’anno non c’è mai stato, anche a Valencia il mio giro veloce in gara l’ho fatto al penultimo giro, in una gara dal ritmo velocissimo. Pirelli invece ne ha tantissimo: quando inizi a fare 10-11-12 giri la gomma inizia a calare tanto, si parla di una differenza di anche un secondo rispetto alla gomma nuova. Sicuramente l’anno prossimo si vedranno più scelte di mescole, ma anche più strategia e più lavoro nelle libere per preparare bene la gara.

Nonostante fosse fine novembre, il clima è stato ottimo per voi. Come ti è sembrato poi il nuovo asfalto?

Il weekend è stato perfetto. Al mattino tra le 8.30/9 faceva freddissimo, ma per il resto è andato tutto bene. Inclusa la pista, anche se era un po’ strana: era più veloce, aveva più grip, ma appena esageravi cadevi. L’asfalto vecchio ti permetteva di più, quello nuovo invece ti puniva, infatti ci sono state tante cadute. La 4 è tipica, essendo la prima a destra dopo tante curve a sinistra, ma rispetto agli anni precedenti ci sono state più cadute. Come in Qatar ci sono poi alcuni cordoli nuovi, più larghi, “da auto” diciamo: è una cosa positiva perché sai che quello è il limite della pista, poi se vai oltre e rientri forte sul cordolo pieghi il cerchio. Oltre al fatto che praticamente elimini il problema dei track limits e dei passaggi sul verde.

Filippo Farioli, nei test hai fatto un time attack, tanto per provare, o hai preferito lasciar perdere?

Sì e no, nel senso che l’obiettivo dei test era prendere confidenza con la squadra, capire come lavorano e mettere a posto la moto con le nuove gomme. La posizione finale quindi non mi cambiava molto. Volevo soprattutto capire, a Barcellona avevo provato le gomme ma con KTM, quindi dovevo conoscerle con questa moto e quindi capire su cosa lavorare in vista di Portimao. Certo che poi in pista voglio sempre dare il meglio di me, ma questo era uno dei casi in cui non sono andato a cercare il time attack. Alla fine ne ho fatto uno, ma da solo, per capire cosa potevo fare, ma gli obiettivi erano altri.

Nel complesso possiamo considerare i test già un bel punto di ripartenza?

Assolutamente, sia a livello emotivo che in generale di clima nella squadra, compreso il lavoro con il mio compagno di squadra. A me piace sempre stare bene con tutti, però sono diventato un po’ scettico: per ora va tutto bene, bisogna vedere poi quando si va avanti… Chiaramente spero resti tutto così, ma vedremo. Al momento però per me sono stati dei test molto positivi.

Com’è tornare in un team italiano, quindi “in casa”?

Non corro con una squadra italiana da cinque anni. Bello, molto bello avere di nuovo a che fare con persone italiane, ne sono davvero contento.

Filippo Farioli, quali sono i programmi adesso?

La prossima stagione per me sarà molto importante, quindi devo lavorare tanto durante quest’inverno per arrivare il più preparato possibile. Mi sono un po’ riposato dopo i test, a breve ricomincio ad allenarmi. Mi hanno poi invitato alla 100 km dei Campioni, che stavolta sarà a gennaio, quindi andrò a girare qualche volta al Ranch. La preparazione vera e propria però adesso sarà fisica, fa troppo freddo per girare, ma a gennaio si ricomincia in moto. Andrò anche in Spagna, a dicembre però girerò a casa, farò un po’ di cross, flat track.

Su cosa dovrai lavorare per l’anno prossimo?

Sicuramente dovrò cambiare mentalità, quindi dovrò lavorare sulla testa, sulla mente, che è l’aspetto su cui dovrò concentrarmi maggiormente perché quello che fa la differenza, inutile negarlo. Ovviamente poi a livello fisico dovrò arrivare alla prima gara ancora più preparato.

Hai già qualche obiettivo per il 2024?

Voglio stare il più avanti possibile, mi piacerebbe lottare per i podi o per vincere delle gare. Dai primi test si vedrà qualcosa, ma certo le prime vere risposte arriveranno nelle libere del primo GP. Gli obiettivi però sono questi e vedremo se ci riuscirò.

Foto: Valter Magatti

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