18 Dicembre 2019

ESCLUSIVA Tommaso Marcon: “La MotoE, diversa e divertente”

Nel 2020 Tommaso Marcon sarà uno dei volti nuovi in MotoE, un campionato che apprezza, oltre a disputare la terza stagione nel CEV Moto2. L'intervista.

tommaso marcon

Da due stagioni Tommaso Marcon è uno dei protagonisti italiani nel CEV Moto2. Miglior rookie nel 2018, quest’anno ha sfiorato il terzo posto finale, chiudendo con tre piazzamenti sul podio. In questi due anni ha avuto anche l’occasione di effettuare due sostituzioni nel Mondiale Moto2, e dall’anno prossimo sarà uno degli esordienti nella Coppa del Mondo MotoE, al via con i colori Tech3. Il giovane pilota veneto, per nulla scaramantico, ha le idee molto chiare: nel 2020 punta a trionfare in entrambi i campionati.

Una grande novità per il 2020 è il tuo approdo in MotoE.
Circa un mese fa sono entrato in contatto con Hervé Poncharal: abbiamo parlato, ci siamo piaciuti subito e dopo pochi giorni mi ha fatto sapere che mi aveva ingaggiato. Ho trovato la MotoE un campionato molto interessante ed estremamente divertente, mi incuriosiva. Mi è piaciuto il formato Superpole delle qualifiche, oltre ad avere qualcosa di diverso rispetto a quello a cui si è abituati. La moto elettrica secondo me è anche divertente da guidare: ha un sacco di coppie e si fanno dei gran traversi in uscita di curva. Per me è una gran figata.

La MotoE ha un po’ diviso appassionati e addetti ai lavori, ma ci sono giovani piloti, come te, che invece puntano su questo campionato.
Non parliamo di una gara di 20/30 giri come nelle altre categorie, cosa che forse avverrà col tempo. Essendo però una novità è comunque una scommessa. Meglio, un investimento del paddock per introdurre l’elettrico in questo mondo. Secondo me questo era il momento giusto per farlo. Non vedo l’ora di provare la nuova moto.

Finora hai avuto due occasioni nel Mondiale Moto2, com’è andata?
Sono stati casi particolari, ho sempre sostituito altri piloti. Danny Kent nel 2018 [in Speed Up] Jesko Raffin quest’anno [in NTS RW Racing GP]. Il primo anno ho corso sempre sul bagnato, quindi il vero debutto è stato in questa stagione. Ho provato per la prima volta sia la NTS, che mi è piaciuta molto come moto, che il motore Triumph, per me più divertente del CBR. Un’esperienza in cui ho imparato tanto: tre giorni coi piloti del Mondiale sono quasi più formativi di un anno nel campionato europeo. Spero un giorno di avere l’opportunità di disputare almeno una stagione con tutti loro.

Un’esperienza che in parte ti può tornare utile anche nel CEV Moto2, in cui ti troveremo anche l’anno prossimo.
Bisogna stare attenti a non fare confusione, i diversi motori richiedono due differenti stili di guida. Avere l’opportunità di guidare una moto diversa comunque ti aiuta, è sempre esperienza in più. Chiaramente poi sta a me pilota riuscire ad usarla nel modo migliore.

Un bilancio della tua seconda stagione nel Campionato Europeo.
Abbiamo cominciato male. Ci sono stati parecchi problemi sia con me che con la moto, le cose non funzionavano. Da metà stagione invece c’è stato un cambio generico e dalla gara di Jerez siamo tornati a lottare per le posizioni che ‘ci competono’. La gara più bella della stagione è stata la seconda ad Albacete: partivo 21° e ho chiuso 3°. Un peccato però, avevo il passo per vincere la gara. Nella seconda parte dell’anno in generale siamo stati sempre molto veloci. A Valencia poi mi hanno tolto il podio per un’uscita sul verde all’ultima curva. Così ho chiuso 4° in campionato, con gli stessi punti del 3° [Alessandro Zaccone, che ha ottenuto anche una vittoria, ndr].

Non è mancata anche una ‘battaglia’ a Valencia col tuo compagno di box [Yari Montella].
L’ho superato all’ultima curva, poi lui mi ha toccato in rettilineo. Io ho fatto una mossa come da regolamento, anche piano: per questo la Direzione Gara non mi ha detto niente su questo episodio. In seguito lui mi è venuto addosso anche in pit lane. Non è stato un gesto che ho apprezzato perché è stupido e pericoloso, ma poi è venuto da me e si è scusato. Ho capito il momento, sono cose che possono succedere.

L’anno prossimo non sarai più con Team Ciatti-Speed Up. Puoi dirci di più?
Non c’è ancora nulla di deciso. Per il momento posso solo ringraziare ancora questa squadra, con cui ho imparato tantissimo in questi due anni. Mi sono davvero trovato bene con tutti loro. I tecnici Speed Up ed il Team Ciatti sono stati molto bravi.

Hai cambiato qualcosa nella tua preparazione nel corso degli anni?
L’unica cosa sicura è che quasi ogni giorno giro al BI Karting [un kartodromo a San Giorgio in Bosco, provincia di Padova]. Praticamente è casa mia, ho addirittura le chiavi della pista. D’inverno poi faccio la preparazione sui rulli, in estate corro in bici. Ho cambiato qualcosa solo per quanto riguarda la parte atletica, ma parliamo di dettagli. Visto il peso della MotoE [260 kg] ci sarà sicuramente qualche aggiustamento da fare: parlerò anche con Hervé Poncharal per chiedergli qualche consiglio.

Quali sono gli obiettivi per il 2020?
Punto a diventare campione sia in MotoE che nel CEV Moto2. Penso che prima dell’inizio di una stagione questo sia l’obiettivo primario di ogni pilota al via. L’anno prossimo disputo ben due campionati e voglio trionfare in entrambi.

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