19 Maggio 2021

ESCLUSIVA Alessandro Zaccone: “Quest’anno in MotoE mi diverto”

Che inizio per Alessandro Zaccone: vittoria, podio e leadership MotoE. Una bella svolta dopo un 2020 difficile. "E pensare che non volevo tornarci..." L'intervista.

zaccone motoe

Come cambia rapidamente la situazione da una stagione all’altra. Chiedere ad esempio ad Alessandro Zaccone, che dopo un 2020 MotoE in difficoltà ha iniziato alla grande quello che è il terzo anno del campionato elettrico, il secondo per lui. Miglior italiano già nei test, si è fatto ben vedere nelle prime due gare disputate, mettendo a referto la prima vittoria personale nella categoria ed un terzo posto. Ma soprattutto mantenendosi sempre nelle zone alte e lottando fino alla linea del traguardo. Ora è il leader della classifica generale, determinato ad essere certamente protagonista anche nei prossimi eventi in programma.

Come commenti quest’inizio di stagione? 

Siamo partiti bene, benissimo, direi anche oltre le aspettative! Ma da subito le sensazioni con il team sono state molto buone e quando c’è il feeling viene tutto in automatico. Certo non ci aspettavamo però di essere immediatamente così veloci, di trovarci davanti. Visto com’è andato l’anno scorso volevo fare meglio, ma non pensavo di essere subito così competitivo. Adesso però dobbiamo mantenerci. 

Vittoria e podio nelle prime due gare. Te l’aspettavi? 

Sapevamo che potevamo giocarcela per il podio, ma non era così scontato. A Jerez tutti sono veloci, tutto hanno girato tanto e non era così facile. Ma complice anche la caduta di Granado, che era un po’ oltre il limite, siamo riusciti a vincere. Dietro comunque avevo Aegerter e Torres, già dall’anno scorso molto veloci, e non è stato certo facile tenerli a bada senza un riferimento davanti. Sono molto contento perché sono riuscito a rimanere lucido ed a non commettere errori, la vittoria è stata bellissima. 

È seguita una gara molto combattuta a Le Mans.

Una corsa ancora più bella di quella di Jerez. Anche perché l’anno scorso ero andato veramente male… Nessun feeling con la moto né con la pista, un weekend da incubo. Invece quest’anno siamo stati veloci, abbiamo lottato per tutta la gara e la volevo vincere a tutti i costi! Poi all’ultima curva, quando ho ripassato Granado, nell’incrocio la moto mi è partita dietro: ho dovuto chiudere il gas, mi ha ripassato ed oltretutto sono andato sul verde, quindi ho perso anche la seconda posizione. Ma sono le gare: accontentarsi del secondo posto sarebbe stato da stupidi, se non ci avessi provato sarei tornato a casa col magone. 

Una situazione meteo ‘particolare’ in Francia. 

Condizioni molto difficili. Correre così presto a Le Mans… Lo sapevamo che sarebbe stato un weekend complesso. Ogni dieci minuti pioveva, spuntava il sole, poi era molto freddo anche l’asfalto, s’è visto con le tantissime cadute in tutte le categorie. Certo se si facesse un po’ più tardi nel calendario sarebbe meglio, ma forse condizioni così aiutano per lo spettacolo. Anche se per noi piloti non è il massimo. Un turno asciutto, un turno bagnato, temperature di 10° C… Le nostre moto sono un po’ pericolose per il peso, ma anche le MotoGP, visto che sono velocissime. Bisogna stare attenti, ci sono state tantissime cadute, e forse per la sicurezza sarebbe meglio guardare un po’ le date. 

Proprio per questo c’è stato un format di qualifiche differente. Com’è andata? 

È stato molto diverso, con quattro giri cronometrati e tutti insieme in pista. Anche lì è stato difficile: vero che hai quattro giri, ma devi cercare di non commettere errori, di non cadere. Io per esempio ho trovato due bandiere gialle in due giri, quindi non ho potuto nemmeno spingere ed il giro buono per me è stato il secondo, come anche per gli altri. Una qualifica direi un po’ falsata, in caso di pioggia è un format da rivedere. Poi essere tutti assieme non è stata una grande differenza: sul bagnato se un pilota ne ha di più scappa, non è come sull’asciutto che puoi avere un aiuto. Anzi, con tantissima acqua in pista avere qualcuno davanti infastidiva a livello di visibilità. Ma in generale è andata bene, non abbiamo fatto danni! 

Com’è essere leader in campionato? 

Molto strano! Pensando poi che l’anno scorso, una volta finito il campionato MotoE, non volevo più rifarlo da quant’ero rimasto traumatizzato, era davvero andata male. Quest’anno invece mi si è aperto un altro mondo: mi diverto, c’è un bell’ambiente nel team, nel paddock, con i ragazzi MotoE e di Energica. È tutto molto bello, poi quando si è davanti hai molte più attenzioni, si è tutti più amici. Spero di riuscire a lottare ancora, fino alla fine. 

Cos’è cambiato rispetto all’anno scorso? Oltre all’infortunio ed al cambio di team. 

Ma principalmente il problema del 2020 è stato proprio l’infortunio. Quando le cose iniziano male è difficile raddrizzarle, poi era tutto nuovo dalla moto alle piste, e purtroppo non sono riuscito ad avere un gran feeling. Quest’anno invece è partito tutto bene. C’è un bel clima in squadra e credo faccia già il 90% del lavoro, poi i primi test sono andati bene… Credo sia più una cosa emotiva, quando tutto va per il verso giusto è più facile. 

Tanti volti nuovi nella categoria, come li vedi? 

Quest’anno il livello si è alzato ancora di più, bisogna stare ancora più attenti in qualifica anche per questo. Ci sono tanti piloti veloci e tante novità, come Miquel Pons o Fermín Aldeguer che vanno molto forte. Da dire però che poi in gara è un altro discorso: abbiamo infatti visto le cadute di qualche rookie, proprio perché è una categoria nuova e diversa. Ma meglio che ci sia gente veloce piuttosto di mantenere un livello basso. 

Qualcuno di loro potrebbe emergere? Come successo l’anno scorso con Aegerter o Torres. 

Forse l’anno scorso era un po’ più “facile” arrivare ed andare forte subito, stare davanti. Rispetto alla prima stagione, che è stata diciamo di lancio, sono entrati piloti ancora più veloci. Che sono presenti anche quest’anno, quindi stavolta secondo me per un rookie non sarà così semplice batterli. Forse sul giro rapido ci sarà bagarre, ma per quanto riguarda la gestione della gara, dei sorpassi… È un po’ più difficile, bisogna metabolizzare la moto. 

Come ti vedi per il campionato? Chi saranno i rivali? 

Penso proprio di poter essere in lotta, ma certo bisogna rimanere freddi e lucidi, e non commettere errori. Sicuramente poi Aegerter sarà della partita, è un pilota molto intelligente, ma secondo me quello che farà più paura è Granado. È molto veloce e non si risparmia mai, bisognerà vedere poi se farà errori o meno, ma certamente sarà il più competitivo. È rapido in tutte le piste, è aggressivo, attacca, quindi certo sarà della partita. 

Cosa ti attendi per le prossime gare? 

Incontreremo delle piste nuove per la MotoE, come Barcellona ed Assen. Adesso come adesso però non è il momento di fare ragionamenti, cercherò anzi di fare come a Le Mans, sempre all’attacco e puntando alla vittoria. Essere sempre davanti, farsi vedere, è molto importante. Certo è un campionato corto e bisogna essere aggressivi ma non troppo. 

Un occhio al futuro? 

Certamente l’obiettivo è quello di sempre, ovvero entrare nel Mondiale Moto2. Non è facile, ma se facciamo una bella stagione… Poi si vedrà. Per il momento non c’è niente, ma noi ci proviamo sempre. 

Foto: motogp.com

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