19 Gennaio 2022

ESCLUSIVA Alessandro Zaccone: “In Moto2 ‘dal nulla’ è già un successo”

Alessandro Zaccone carico ed emozionato per il debutto in Moto2. L'incidente di Misano, l'esperienza MotoE e tanto altro. L'intervista.

zaccone moto2

Quest’anno nel Mondiale Moto2 c’è anche Alessandro Zaccone, uno dei tanti esordienti al via in questo 2022. Un obiettivo cercato molto a lungo e finalmente concretizzatosi con la firma per Gresini Racing. Un peccato che non ci sia arrivato da campione MotoE dopo una stagione che l’ha visto a lungo al comando, prima del pauroso incidente di Misano. La bellissima notizia è che se l’è cavata con poco, pur non potendo evitare un pizzico di frustrazione per quell’obiettivo mancato. Ora però c’è il salto nella classe intermedia, con una KALEX provata per la prima volta nei test privati di novembre. Per tornare in sella ci vorrà ancora un po’, visto che bisogna attendere la fine di febbraio, ma nel frattempo il pilota romagnolo è felice per una grande occasione da sfruttare al massimo.

Fisicamente come stai?

Complessivamente sto bene. Ho ancora un po’ di dolore all’anca dall’incidente di Misano, ma poca roba.

Te la sei vista piuttosto brutta in quell’occasione…

Non posso lamentarmi, anzi devo ringraziare per com’è andata. Anche perché quelle moto non sono il massimo della leggerezza… Certo era meglio evitarlo, ma guardiamo il lato positivo. Tante volte incidenti con una dinamica del genere sono finiti in brutti modi.

Il tuo bel campionato è finito così, senza che potessi giocartela fino alla fine. È stato frustrante o non troppo dopo quello che è successo?

La testa di un pilota… Ho sentito la botta fortissima, mai sentita una cosa del genere, perché non ho mai perso conoscenza. Ho sentito che mi passavano sopra la schiena, ho capito bene dove, e mentre rotolavo il primo pensiero è andato alle gambe. Quando ho finito di scivolare e ho visto che le gambe si muovevano normalmente, allora il pensiero è andato al campionato. Nelle cinque-sei ore successive ho pianto sempre, ma non per il dolore. Anche se poi rivedendo il tutto pensi che alla fine ci sono cose più importanti di un campionato MotoE, che vale fino ad un certo punto, e che bisogna comunque essere contenti per com’è andata.

Peccato però perché arrivavi da leader e tutto è successo in casa.

Certo speravamo di chiuderla diversamente, Qualunque fosse stato il risultato però c’era da essere contenti perché è stato un campionato bellissimo, dalla prima gara all’ultima. L’ultima, finché ci siamo stati ecco [risata]. Però non ho nessun rimorso, sono felice di com’è andata la stagione. Ovviamente sarebbe stato meglio finire in un altro modo, che fosse da primo, secondo o terzo, ma in pista davanti alla gente, salutando…

Come valuti la tua esperienza MotoE? Che voto daresti?

Difficile. È una categoria che comunque deve ancora crescere molto, con tanti handicap a livello tecnico. Come il peso, quindi la guida ed il livello di rischio, o la durata della batteria e quindi delle gare. Quando giri le moto alla fine non sono male: l’elettrico è bello e va forte, anche se magari è strano per i puristi perché non c’è rumore, né il cambio. Io sono uno di quelli fissati con i motori, mi piacciono tanto ed anche per me era una cosa strana, ma sono mezzi divertenti e cerchi sempre di andare forte. Per quanto riguarda il voto, mi darei un sette e mezzo.

Quando ti sei piaciuto di più e quando meno?

Per prima cosa direi la vittoria di Jerez, è stata bellissima, ma la gara in cui sono stato più contento di me stesso è stata quella di Le Mans. È stata molto bella, sono riuscito ad essere sempre aggressivo ed all’attacco. Alla fine ho chiuso 3° per aver toccato il verde all’ultima curva, ma me la sono giocata fino alla fine. In certe gare invece ho amministrato un po’ troppo, come ad esempio Assen: velocissimo per tutto il weekend, ma in gara ho pensato troppo al campionato. Diciamo che la prima parte è stata molto aggressiva, la seconda parte invece più di testa, le gare erano poche e volevo evitare uno zero. L’obiettivo era arrivare a Misano con la possibilità di giocarmela e l’ho fatto. Non ho rimorsi: ho sempre fatto bene, non ho commesso errori gravi, tranne a Misano ma per un insieme di cose.

Chiuso il capitolo MotoE, eccoti all’esordio in Moto2.

Devo ancora realizzare che ce l’ho fatta! Il sogno fin da piccolo è arrivare nel Motomondiale e non è stato facile. Arrivare da fuori, senza passare per le classi minori né essere nelle grazie di qualcuno di importante… Non è semplice entrare arrivando “dal nulla”, quindi già questo è un risultato enorme per me, la mia famiglia e chi mi è stato vicino in questi anni. Sono già super contento, ma certo dovrò lavorare tanto: il livello è alto, ci sono molte cose da scoprire, ma sono fiducioso. Aspetto questa opportunità da tantissimo tempo e penso di averla raggiunta nel mio momento migliore. Certo ci sono 30 piloti che vanno fortissimo, ma è già un successo e ce la metterò tutta.

C’è già stato un primo contatto con la tua nuova moto [i test privati di novembre a Jerez, ndr]. Com’è andata?

Siamo andati molto bene, meglio di quanto mi aspettassi. Ad un certo punto ero dietro ad Arbolino e mi sono sorpreso: lui ha già corso un anno e mi aspettavo più differenza. Le condizioni non erano ottimali perché il primo giorno ha piovuto, il secondo giorno era abbastanza umido e la pista era chiazzata. Secondo me siamo andati molto forte, eravamo a meno di un secondo dal primo! Poi alla fine non volevano nemmeno farmi fare il time attack: fisicamente ero demolito, era dall’incidente che non salivo su una moto. Quei due giorni sono stati molto impegnativi. Alla fine però ho messo la gomma nuova, ho fatto un giro e ho pure commesso un errore nell’ultimo settore. Fisicamente comunque ero davvero sfinito, ma mi sono divertito ed è stato bello tornare su una vera moto da gara.

Come cambia l’allenamento da MotoE a quello da Moto2?

Certo sarà una bella differenza dai 6-7 giri della MotoE ai circa 21 della Moto2 [risata]. La prima, visti il peso e la stazza, è molto più fisica e quindi è preferibile avere 1-2 chili in più di muscoli per essere più padrone della moto. Per la seconda invece si cerca di essere più leggeri, anche la moto lo è quindi è meno fisica. Ti servono meno muscoli ma più fiato: la moto comunque va più forte e ti tiene più “sveglio”.

Quest’anno sarai di nuovo nel team Gresini, con cui hai già corso in MotoE.

È stata un’opportunità di cui parlavamo già da un po’, da prima della MotoE con loro l’obiettivo era arrivare in Moto2. Quest’anno è arrivata l’occasione e con un buon pacchetto, penso sia la scelta migliore anche perché hanno già dimostrato di poter fare belle cose in questa categoria. L’idea era di entrare in un team competitivo, sappiamo che il livello è alto e non è facile, poi se si arriva in un team ‘scadente’ è ancora più difficile. Con Fausto e tutta la famiglia c’è sempre stato un ottimo rapporto, quindi ne abbiamo parlato e siamo riusciti a trovare un accordo. Sono felice di cominciare quest’avventura con loro, speriamo di farla nel migliore dei modi.

Cosa devi migliorare e quali sono gli obiettivi per il 2022?

L’aspetto più difficile è certo il passo gara, visto che i tempi sono molto, molto simili e rapidi. Il giro secco forse è più facile, ma conta poco. In ogni caso però mi sono trovato subito bene con la moto e le gomme, questo non è scontato visto che è tutta un’altra cosa rispetto a quella con cui ho corso. Bisogna guidare puliti, senza tanti traversi, mentre l’altra voleva una guida più “sporca”: mi è subito piaciuta tantissimo. Obiettivi poi sinceramente non ne ho. Certo voglio fare il meglio possibile, non voglio mettermi pressioni ma solo divertirmi, godermi ciò che sto facendo che è bellissimo. Visto tutto il percorso non facile voglio godermela al massimo. Se ci divertiamo arriveranno anche i risultati.

Secondo te, il calendario verrà rispettato?

Sinceramente credo che qualche cambiamento ci sarà. La situazione cambia ogni mese, anzi ogni settimana. Certo mi piacerebbe che rimanesse così, è bello lungo e si gira tantissimo: vorrei fare un vero mondiale, quindi ci spero.

Tra i circuiti da scoprire ce n’è qualcuno che non vedi l’ora di conoscere, più di altri?

Sono tutte piste bellissime, ognuna con le sue caratteristiche. In Qatar si corre di notte quindi è una cosa nuova, sono curioso anche di conoscere Phillip Island, che sembra un paradiso visto dalla TV! Poi anche l’ambiente un po’ diverso del Texas, con Austin che dalla TV appare stupendo. Ma non direi un circuito in particolare, anche se c’è da dire che le piste ti piacciono quando vai forte!

Tra i tuoi colleghi rookie chi sarà da tenere d’occhio?

Sicuramente Acosta sarà veloce fin da subito: è rapido e corre in un team fortissimo. Poi direi che comunque siamo in tanti, c’è anche il mio compagno di squadra Salac che va forte. Io spero certo di essere uno dei migliori! La differenza però si vedrà nelle prime gare, visto che loro conoscono le piste.

Dei più esperti invece, chi ti aspetti in alto?

Di certo ci saranno i top team subito in lotta per il campionato, partiranno tutti con quell’idea. Ci sarà Fernández nel team Ajo, Lowes con Marc VDS… Anche Vietti della VR46, che l’anno scorso ha chiuso molto forte. In Moto2 c’è sempre un livello altissimo, quindi è difficile fare una previsione. Al momento non li ho guardati più di tanto, magari li potessi vedere ed essere lì con loro! Ma per ora sto guardando un po’ più indietro.

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Foto: Instagram-Alessandro Zaccone

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