1 Febbraio 2023

Alessio Finello è tornato lui “La MotoE è molto tosta, attenti alle sorprese”

Alessio Finello, chiuso l'anno di debutto, è di nuovo in forma e guarda con fiducia al 2023. Cosa si aspetta? L'intervista.

alessio finello, motoe

Alle spalle il primo anno di adattamento in MotoE. Quest’anno Alessio Finello sarà di nuovo ai nastri di partenza per una seconda stagione ricca di novità. Rimarrà nella stessa squadra, ma bisogna affrontare la grande novità chiamata Ducati V21L. Ma ora Finello è tornato in forma, ha adattato i suoi allenamenti per arrivare il più preparato possibile e guarda con grande fiducia al campionato 2023. Ma cosa l’ha sorpreso della MotoE? Com’è stato il suo 2022? Ecco cosa ci ha raccontato il pilota #72 del team Gresini.

Alessio Finello, come stai? Sistemati tutti i problemi fisici?

Finalmente sì, sto bene. Il primo infortunio è stato ad agosto, quindi ormai è passato un bel po’. Il secondo l’ho tenuto un po’ nascosto, mi vergognavo… Quando sono rientrato a Imola sono caduto in gara nel CIV Superbike e mi sono fatto anche la spalla. Un altro infortunio dopo l’infortunio. Ma adesso sto bene, sono guarito al 100%, sono anche in forma perché sono tornato ad allenarmi bene a fine novembre, quindi ho fatto due mesi molto intensi.

Per la spalla è servito un intervento?

No, è un infortunio che s’è risolto da solo, però durante la stagione valuterò un attimo la situazione. Voglio capire se in moto sono al 100% con la spalla, in caso si vedrà per un intervento, ma a fine 2023.

Hai concluso la tua prima stagione MotoE, come la valuti?

Il primo impatto è stato proprio tosto. Entrare nel Mondiale così, con una moto totalmente diversa… Per di più il primo test l’ho fatto su una pista che neanche conoscevo, non avevo esperienza a livello internazionale, quindi quasi tutti i circuiti erano nuovi. È stato tosto da subito, ma già nella seconda giornata sono riuscito ad andare molto più forte, ma era anche bagnato, pioveva. Ho perso un po’ di tempo sull’asciutto ma mi ha dato tanta autostima, sul bagnato ero veloce. In sé la stagione è stata difficile: sono riuscito a migliorare gara dopo gara, ad Assen ho fatto il mio miglior piazzamento anche se è stata una gara strana. Ma eravamo sempre in netto miglioramento. Poi c’è stato il Mugello, per me la mia gara migliore, anche se conoscevo già la pista.

In crescita fino alla tappa al Red Bull Ring.

In Austria ero veramente in forma, forse però ho usato troppo poco il cervello e sono saltato in aria. Lì mi ha un po’ bloccato la cosa: Sono poi rientrato con un infortunio non guarito, ma la voglia di correre a Misano ha superato il dolore. La mia crescita si è fermata in Austria, ma fino ad allora ero contento, soprattutto delle ultime gare. Dopo è andata come andata, ma è tutta esperienza.

Qual è stato il circuito più tosto?

Direi proprio quello in Austria, anche se ci ho girato poco. L’ho provato col bagnato, ma il layout del circuito è tosto per quella moto, che secondo me soffriva molto nelle ripartenze, dovevi fare attenzione.

A livello di adattamento alla MotoE, qual è stato il ‘problema’ maggiore?

Pensavo all’inizio il peso, invece è stato soprattutto lo stile di guida che bisogna usare per questa moto per andare forte. È un insieme di cose: il peso, l’accelerazione, la frenata… Un tutt’uno che mette in difficoltà, ma direi principalmente la frenata.

Ad occhio, qual è la prima impressione della Ducati?

Guardandola così capisci subito che è “più moto”, ti dà subito il senso di moto vera e propria, più vicina ad una ‘normale’. Poi tutte le parti tecniche che hanno spiegato, è un aggiornamento continuo ed importante. Non vedo l’ora di provarla.

Possiamo parlare di un “secondo debutto” per te nella categoria?

Alla fine cambia tutto! Anche alcune piste rientrano, come il Sachsenring, Silverstone è una novità per la MotoE quindi non avremo riferimenti, torna Barcellona… Un nuovo debutto perché cambia tutto, ma è una novità e può portare anche curiosità.

Può aiutarti aver corso con la Energica solamente per un anno?

Anche questa è una cosa che da una parte è importante per me. Matteo [Ferrari] ed altri hanno fatto quattro anni con la Energica, inizieranno da capo, anzi siamo tutti ad un punto zero. Partiamo tutti da là, poi sta a noi.

Come vi trovate tu e Matteo come compagni di squadra?

Diciamo che in passato ho avuto tanti compagni di squadra diversi, con alcuni ho anche avuto da ridire. Sono un carattere abbastanza aperto fuori dalla pista, nel paddock: mi piace ridere, scherzare, stare bene. Anche perché se non sto bene si ripercuote sulla pista, l’ambiente dev’essere sereno. Poi ovvio che in pista lui [Ferrari] è il mio primo avversario, quindi la vena si chiude. Ma c’è quell’amicizia che ci aiuta anche ad andare meglio.

Essendo un esordiente, hai guardato tanto il tuo compagno di squadra oppure no?

Sì, l’ho guardato tanto, in silenzio. Cercavo di copiarlo il più possibile, poi ovvio che ha uno stile di guida diverso dal mio, perciò cercavo di adattare quello che faceva in base al mio stile di guida. È difficile, però dai, anche io sono riuscito a dargli una mano: al Mugello, col rettilineo lungo, un po’ di scia gliel’ho data! Poi lui mi aiutava sul giro… Devo dire che anche grazie a lui sono migliorato come guida.

Quale pregio e quale difetto hai notato in lui?

Il suo pregio è che è riesce ad essere veloce in tutte le condizioni. Ha una guida fluida e da fuori sembra quasi che non vada veloce, invece è veramente forte! Difetto ne direi uno: secondo me a volte perde la pazienza troppo velocemente.

Secondo te, come cambieranno gli equilibri in campionato? Sempre i ‘soliti noti’ davanti o qualche sorpresa in più?

Secondo me cambierà un po’, considerando che ci saranno anche esordienti di lusso. Si mescoleranno le carte, magari alcuni debuttanti saranno subito davanti, o alcuni protagonisti degli anni passati faranno fatica ad adattarsi… Non so dire, è tutto nuovo quindi possono capitare tante cose.

Tra gli esordienti, di chi diresti “questo è da tenere d’occhio”?

Alcuni hanno un profilo mondiale, un’esperienza incredibile, come ad esempio Krummenacher o Rabat. Ma tra tutti loro direi più Spinelli: è giovane e veloce, secondo me è lui quello da tenere d’occhio. Ma anche gli altri alla fine: tutti i piloti sono veloci, il livello è sempre più alto. L’importante però sarà riuscire a stare davanti, trovare subito il nome sui fogli!

Possiamo dire che anche Alessio Finello punta al campionato?

Dopo l’anno di esperienza ho imparato molto. So che sarà complicato, ma ripartiamo dall’inizio tutti assieme. Per me è importante iniziare e trovare subito la strada giusta: prima la si trova, meglio è. Quest’anno però punto a stare con i migliori.

Dopo l’anno d’esordio in MotoE cosa cambia a livello di allenamento?

È cambiato tutto! Ho raddoppiato tutto a livello di allenamenti, ho visto che non bastava niente prima. Mancava qualcosa, soprattutto i chilometri in moto, ma quello vale per tutti. Ho però cambiato radicalmente il mio allenamento: durante l’inverno, quando non puoi girare tanto in moto, vado due volte al giorno in palestra. Alla mattina vado a correre, al pomeriggio faccio più pesi per la muscolatura, senza esagerare, poi nei weekend vado a fare o motocross o flat. Nelle mie zone piste da flat non ce ne sono, ma da motocross è pieno: con un occhio di riguardo perché è più pericoloso, anche se poi, una volta messo il casco, si chiude la vena e come va, va. Ma quest’anno voglio arrivare non pronto, di più.

Alessio Finello al via anche in un altro campionato oltre alla MotoE?

No, quest’anno solo MotoE. Avevo un progetto per fare anche un secondo campionato, però purtroppo combaciavano troppe date con il Mondiale, quindi niente da fare. Ho però varie proposte per fare solo le tre gare possibili, ci sto ragionando su: ci vuole un pacchetto competitivo, il livello è alto e non avrebbe senso andare lì per fare solo presenza.

Nel 2022 com’è stato passare continuamente da una moto all’altra?

All’inizio è stato un po’ complicato, poi ti entra dentro, la mentalità cambia. Proprio lì devi fare la differenza: devi essere bravo a cambiare moto e ad andare forte subito. All’inizio avevo anche un po’ timore di questa situazione, saltare da una moto all’altra: non hai un turno per imparare, bisogna essere veloci già dal secondo giro, se non dal primo.

È così “terribile” che una moto non faccia rumore?

All’inizio certo era un po’ strano: nei primi giri il rumore non c’era, sentivi tutti quei rumori esterni, normali, che però su altre moto non senti. Come l’aria o i pezzi di gomma che sbattono sul vetrino davanti, la saponetta che gratta. Ma non è un problema. Tanti hanno idee diverse, pro o contro MotoE, è normale. Se pensiamo che c’è gente che ancora vuole il 2 tempi, che dice che la MotoGP non è buona… Lasciano il tempo che trovano.

Qual è stato il ‘nuovo rumore’ che ti ha sorpreso di più?

All’inizio era proprio l’insieme che era un po’ strano, il fatto di sentire anche le pietrine che l’avversario davanti ti lanciava sul casco. Sulle prime ti domandavi ‘Ma cos’è sta roba?’, perché sono rumori che in realtà non hai mai sentito. Però anche il sibilo della MotoE comunque c’è, lo senti. Direi però il rumore di queste pietre, i pezzi di gomma che si sganciavano ed andavano sul vetro.

Quanto ti aiuta rimanere nella stessa squadra?

Per me è molto importante. Guardo tanto anche il lato umano delle persone con cui lavoro: il team Gresini, prima di una squadra, è una grande famiglia. Questo mi ha dato subito un grande aiuto: quando stai bene all’interno di una squadra con cui passi tanto tempo insieme, diventa una seconda famiglia, quindi devi starci bene. All’inizio, per conoscerli meglio, mi facevo ogni volta Torino-Bologna per prendere il volo con loro! Dopo due-tre volte ho detto basta, adesso li conosco bene, parto da Torino! [risata] Ora conosco tutti nel team e sappiamo già come lavorare: la moto è nuova, ma ci capiamo subito.

Guardando il calendario e le novità, qual è il circuito che non vedi l’ora di scoprire con la MotoE?

Alla fine un po’ tutte le piste, sono curioso di vedere i riferimenti e tutto. Direi il Mugello, ma ci ho girato talmente tante volte… Dico quindi Silverstone: non ci ho mai girato, il layout mi sembra veramente incredibile e pensare di andare con una Ducati MotoE, secondo me è tanta roba. Ma ho quasi la stessa curiosità anche per il Mugello, che è una delle piste più belle al mondo.

Una scommessa extra MotoE: chi vince i Mondiali 2023?

Non voglio gufarla a nessuno! Il livello è altissimo in tutte le categorie. Onestamente la Moto3 non l’ho più seguita tanto, ovviamente ho visto i nomi ma dopo i test guarderemo meglio. Spero però che i ragazzi Moto2 Salac e Jeremy, così come i MotoGP Marquez e Fabio, stiano il più davanti possibile, che riescano a giocarsi in ogni gara il podio o comunque le posizioni che contano. Ci sono 21 GP, è impegnativo: le carte in regola ce le hanno tutti e quattro, durante un mondiale capitano tante cose, anche se ci sono sempre circa 10 piloti che possono vincere la gara! In MotoGP gli ultimi campioni sono Quartararo e Bagnaia, secondo me poi c’è il rientro, forse non a pieno regime ma quasi, di Marc Marquez. Ogni anno è sempre più difficile.

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Foto: Felo Gresini MotoE

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