22 Aprile 2023

Supersport Assen: Ducati depotenziate all’improvviso ma Bulega è in pole

Nel terzo round Mondiale Supersport la Ducati avrà l'acceleratore bloccato al 76%. Ma Bulega firma la Superpole

Nicolò Bulega, Ducati

La Supersport “Next Generation” sta facendo spettacolo e riscuotendo successo. L’idea di far correre insieme moto di cilindrate e frazionamenti così diversi sembrava una follia, invece funziona. La stagione scorsa è stata di rodaggio, non tutto ha funzionato alla perfezione, ma gli appassionati si sono divertiti e quattro Marche (Yamaha, Kawasaki, Triumph, MV Agusta) hanno vinto almeno una volta. Era rimasta a secco solo la Ducati. Quest’anno si è aggiunta Honda e l’inizio 2023 è stato scoppiettante, con la Rossa che ha cominciato a ruggire acciuffando due vittorie in Australia con Nicolò Bulega e una in Indonesia con Federico Caricasulo. La quarta fetta di torta se l’è mangiata la Kawasaki con Can Oncu. Bulega comanda il Mondiale, mentre Yamaha, Triumph, MV Agusta e Honda sono partite di rincorsa. Ma la doppia trasferta extraeuropea è stata solo l’antipasto. Invece per la FIM, cioè la Federmoto Internazionale che ha il controllo del regolamento, è già suonato l’allarme: la Ducati ha vinto troppo, bisogna penalizzarla. Subito.

E’ comunque doppietta in Superpole

La decisione pare aver avuto un impatto limitato sul potenziale Ducati. La Superpole è andata a Niccolò Bulega, a precedere la Panigale V2 gemella di Federico Caricasulo. L’avversario al momento più temibile, cioè Can Oncu, è scivolato sul più bello arenandosi in quinta posizione.

Il taglio all’improvviso

Giovedi pomeriggio le squadre Ducati iscritte al Mondiale hanno avuto comunicazione dal direttore tecnico FIM Ludovic Reigner che l’indomani, cioè dalle prime prove di Assen, avrebbero dovuto utilizzare una nuova mappa con apertura della farfalla (cioè l’acceleratore) limitata al 76%. Una drastica riduzione rispetto all’apertura dell’83% concessa nei due round precedenti. Stiamo parlando di uno dei parametri che la Federazione utilizza per garantire equilibrio di prestazioni fra moto diverse: si va dai 600 quattro cilindri di Honda, Kawasaki e Yamaha, ai 765 cc di Triumph e 800 cc di MV Agusta (entrambe tricilindriche) fino ai 955 cc della Ducati Panigale V2, unica bicilindrica in pista.

Paddock agitato

A giudicare dall’esito delle sessioni svolte finora sembra che la riduzione regolamentare abbia avuto un impatto limitato. Le squadre che utilizzano la Panigale V2 però sono sul piede di guerra: sabato, di primo mattino, si sono riunite per decidere quali azioni intraprendere. Dopo lunga discussione, è stato deciso di non avanzare proteste formali. La cautela è comprensibile, siamo appena all’inizio della stagione e alzare un polverone forse sarebbe controproducente.

Una gestione assurda

Più del “taglio” in sè, scandalizza il metodo: com’è possibile che in un Mondiale la modifica obbligatoria di dato così sensibile come l’apertura farfalla venga comunicato solo poche ore prima delle prove? Pensate all’impatto che la riduzione di potenza ha su tutti gli altri parametri di set up, a cominciare dal rapporto finale, l’assetto, le regolazioni elettroniche che impattano sulla gestione gomme e altro. Domanda scontata: aldilà dell’opportunità, la decisione FIM non poteva essere comunicata prima? Non è il primo momento di tensione che si registra: alla vigilia dell’apertura in Australia era emerso che alcuni team avevano avuto l’opportunità di provare in anticipo il nuovo software unico realizzato dall’italiana MecTronick. Fra queste Aruba Ducati e Ten Kate Yamaha, quest’ultima da due anni campione del mondo. Altri team non avevano proprio ricevuto lo stesso programma, e lo hanno adattato successivamente. Il software unico è lo strumento che la FIM utilizza per regolare i parametri “Next Generation”, apertura farfalla inclusa.

Che c’è dietro?

Dunque una serie di pasticci dietro l’altro. Non si può certo dire che il debutto del nuovo commissario tecnico Ludovic Reigner sia stato ideale. Si tratta di un elettronico Yamaha, un uomo scelto dalla Federazione Internazionale per sostituire il britannico Scott Smart, che era in carica da dieci anni. Pur indossando la casacca FIM, Smart in pratica era un uomo Dorna. Quindi dietro alle decisioni, ai pasticci e alle polemiche sulla regolamentazione Supersport c’è il braccio di ferro in corso fra Jorge Viegas, presidente FIM, e la Dorna, promoter plenipotenziario dei principali Mondiali. Viegas, in sostanza, sta cercando di prendere il controllo (più o meno diretto) del Mondiale Superbike mettendo persone FIM in ruoli strategici che in precedenza erano controllati dal promoter. Dove porterà questa imprevedibile situazione?

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