1 Marzo 2024

Superbike, Puccetti: “Cambio Kawasaki-Ducati e Diggia, vi dico tutto”

Puccetti in un'intervista a Corsedimoto ha fatto il punto sul suo team e ci ha raccontato alcuni retroscena.

Superbike-Supersport, Manuel Puccetti fa il punto sul suo team

Il Kawasaki Puccetti Racing Team anche nel 2024 è impegnato sia nel Mondiale Superbike sia nel Mondiale Superbike. La scorsa stagione è stata difficile per diversi motivi e nella nuova c’è la voglia di tornare a conquistare risultati in linea con le aspettative di una squadra che ha già dimostrato cosa sa fare nelle due categorie. Ne abbiamo parlato con Manuel Puccetti.

Superbike-Supersport: Manuel Puccetti parla a Corsedimoto

Per il team Puccetti il primo round 2024 a Phillip Island non è andato per il meglio (0 punti), tra difficoltà in SBK e sfortuna in SSP. Come commenti questo inizio?

“In Supersport eravamo fiduciosi di giocarci almeno il podio, abbiamo lavorato bene tutto l’inverno. Purtroppo, Oncu in qualifica non è riuscito a fare un buon tempo e in Gara 1 è stato centrato da van Straalen alla seconda curva, ritirandosi. In Gara 2 è partito 14° e dopo qualche giro era 8°-9°, ma la caduta di Manzi lo ha fatto finire sull’erba e ha concluso al 16° posto. È stato sfortunato, altri piloti lo hanno condizionato. L’obiettivo è riscattarsi a Barcellona, dove abbiamo fatto doppio podio nel 2022 e sono che potremo lottare nuovamente per il podio. Rabat al termine delle prove libere era a 1”3 dal primo, non è male, ma il livello della Superbike è così alto che un distacco del genere ti ritrovi 18°. In Gara 2 siamo andati vicino alla zona punti, chiudendo al 16° posto. Disponiamo di una buona moto, Lowes lo ha dimostrato, però siamo al debutto con un pacchetto factory che dobbiamo capire e sviluppare seguendo passo dopo passo quello che fa la squadra ufficiale. Cercheremo di fare del nostro meglio”.

Come sta Can Oncu a distanza di oltre 3 mesi dalla delicata operazione al braccio sinistro?

“Ci hanno detto che dopo l’intervento sarebbero serviti 6 mesi per tornare alla migliore forma fisica. Quindi dovrebbe essere al 100% dopo Assen, per Misano. Ora è circa al 70%, che è già meglio della condizione che aveva nell’ultima gara dell’anno scorso a Jerez, quando fece un podio miracoloso. Nel test in Australia era a 4 decimi dal miglior tempo, sarebbero stati 2 se non gli avessero cancellato un tempo per la bandiera rossa. La condizione è molto migliorata, gli serve qualche mese per concludere la riabilitazione. Sono felici di vederlo competitivo e non vediamo l’ora che torni al 100%, perché è un ragazzo che merita e ha un talento incredibile. Nella vita ha già preso tanti schiaffi potenti, ma ha una corazza forte e guida di cuore. Penso sia un altro Toprak Razgatlioglu come talento. Sono sicuro che lo risolleveremo dall’ultimo infortunio e che ci divertiremo, sicuramente quest’anno in Supersport e penso anche in futuro in Superbike”.

Su quali aspetti tecnici lavorerete in vista dei prossimi appuntamenti della stagione?

“Nei test invernali abbiamo lavorato tanto, però una buona parte è ancora da fare. In Superbike dobbiamo lavorare soprattutto sulla ciclistica, ci sono tanti pezzi nuovi da provare: sospensioni, forcellone e altro ancora. Servirà del tempo per cucirli addosso a Rabat e lo stesso vale per l’elettronica. Per Tito potrebbe essere necessario un setting diverso dai piloti ufficiali Kawasaki. Lavoreremo su questo nel test a Barcellona. Per quanto concerne Oncu, non riusciamo a organizzare un test prima di correre in Catalunya e quindi lo faremo dopo. Servirà a scegliere gli aggiornamenti di ciclistica, ad esempio link e piastre di sterzo, che quest’anno il regolamento consente di cambiare”.

Quanto sei stato vicino a lasciare Kawasaki in Superbike?

“Siamo stati davvero a un nulla dal cambiare, perché col pacchetto satellite che avevamo non c’era alcun tipo di fiducia. Tutti i piloti che hanno guidato la moto hanno avuto gli stessi problemi, le performance del mezzo erano limitate. Ero a un bivio: o andare avanti con un pacchetto ufficiale Kawasaki oppure passare alla Ducati. A un certo punto ero molto deciso a puntare sulla Ducati. Però poi Kawasaki ha tirato fuori il jolly proponendo una moto factory, cosa che non mi sarei mai aspettato, perché nella loro storia non ne avevano mai affidata una a una squadra satellite.

Ma noi siamo il team numero 2 al mondo di Kawasaki, abbiamo vinto tanto e fatto molti podi con loro. Hanno dimostrato fiducia nei nostri confronti affidandoci un pacchetto completamente factory e mi hanno convinto a ricambiare la fiducia. Siamo ben supportati dal team ufficiale Kawasaki, i distacchi si sono ridotti e pensiamo di poter fare una stagione migliore delle scorse. La moto è molto vecchia, inutile nasconderlo, e non c’è prospettiva di vedere l’arrivo di una Ninja nuova. La fortuna è che il regolamento aiuta Kawasaki con le Super Concession Parts, consentendole così di fare un passo avanti”.

Ti aspettavi che Jonathan Rea lasciasse Kawasaki?

“No, non ci ho creduto fino all’ultimo. Aveva un contratto firmato, lo conosco molto bene perché veniva sempre a mangiare nella hospitality Puccetti e anche chiacchierando spesso con lui non mi sarei mai aspettato questa cosa. È stato incredibile, ma è andata davvero così. Quello visto in Australia non sarà il livello di Jonny per tutto l’anno, ho massima stima di lui a livello umano e professionale, sono convinto che si riprenderà al meglio”.

E come vedi Toprak Razgatlioglu con la BMW?

“Molto bene. Quello a Phillip Island è stato un round anomalo, vince chi salva di più le gomme. Lui è uno abbastanza aggressivo e questo non lo aiuta, soprattutto in Australia dove dopo 8-10 giri gli pneumatici erano distrutti con il nuovo asfalto. Lui lì soffre più degli altri, penso che da Barcellona lotterà per il podio e credo anche per la vittoria”.

A un certo punto nel 2023 avevi sperato di portare Fabio Di Giannantonio nel team Puccetti. Come sono andate le cose?

“Ero in contatto costante con il manager di Diggia quando lui si è ritrovato a piedi in MotoGP. In quel momento aveva tre opportunità: venire in Superbike, tornare in Moto2 o fare il collaudatore MotoGP. La nostra era una possibilità vera e concreta. Se fossi passato alla Ducati penso che avrebbero valutato più profondamente il discorso, perché avrebbero avuto la garanzia di disporre di un pacchetto ultra competitivo. Con Kawasaki lo stipendio sarebbe stato più alto, però il pacchetto tecnico forse non lo convinceva e probabilmente ciò lo ha spinto a fare di tutto per rimanere in MotoGP. Se fosse rimasto senza una sella lì, credo che sarebbe stato 50-50 tra Superbike e Moto2. Di Giannantonio è un pilota che merita di rimanere in MotoGP e di sfondare lì. C’è tempo per venire eventualmente in Superbike”.

Credi che la nuova regola del peso minimo possa condizionare Bautista?

“Non penso che non cambierà tanto per Alvaro. 6 chili su un pilota cambiano l’1% della guida della moto. Diverso sarebbe con 15-20 chili. Non credo che Bautista sia stato in difficoltà a causa di quei 6 chili aggiuntivi”.

Che tipo di stagione ti aspetti per Superbike e Supersport?

“Penso che siamo di fronte a un anno memorabile per il campionato, abbiamo visto quanto interesse ci fosse per le prime gare in Australia. Ci sono stati colpi di scena e più piloti in lotta per vincere in tutte le classi. Credo sia un campionato all’apice a livello di interesse e popolarità, un momento magico. Credo che sia anche più interessante della MotoGP, dove a livello mediatico molto dipenderà da quello che riuscirà a fare Marquez con la Ducati. Noi in Supersport punteremo come minimo al podio, per non dire al Mondiale. In Superbike abbiamo ridefinito il nostro obiettivo stagionale. Inizialmente era quello di ambire alla top 10, ma dopo aver visto il livello della griglia è diventato quello di essere in zona punti”.

Foto: Kawasaki Puccetti Racing Team

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