3 Marzo 2023

Superbike, Michael Rinaldi è un primato effimero? “Non sono io il favorito

Michael Rinaldi è stato due volte il più veloce a Mandalika ma non si illude. "Se migliora il grip saranno tutti velocissimi"

Michael Rinaldi, Superbike

Michael Rinaldi ha salito il gradino e sta diventando una minaccia permanente per i pesci grossi della Superbike. Il trio meraviglia che l’hanno scorso ci ha fatto impazzire, cioè Bautista, Razgatlioglu e Rea, adesso è un fantasmagorico quartetto. Il ragazzo riminese è partito benissimo in Australia, ha rutto l’urto del compagno-campione ed è secondo nel Mondiale. A Mandalika, in condizioni di aderenza molto precaria, ha archiviato al primo posto in entrambe le sessioni (qui i tempi). La maturazione è palpabile, però Michael tira il freno. “Non sono io il favorito qui in Indonesia” e ci spiega perchè.

Se l’aderenza migliora succederà che…

Sono partito decisamente bene” se la gode Michael “e stare davanti a Bautista, cioè al campione del Mondo significa aver fatto un deciso passo avanti. Però abbiamo girato in condizioni particolari, c’era poco grip e l’esperienza dimostra che quando l’aderenza migliora, la differenze fra i top rider si riducono sensibilmente. Jonathan Rea, per esempio, è sempre velocissimo quando c’è più grip. Mandalika non è così stressante per le gomme come Phillip Island, ma qui devi stare attento al degrado dell’anteriore, che questo venerdi è stato molto pronunciato. Portare la gomma alla fine della corsa (21 giri, ndr) non sarà compito semplice. E piloti come Bautista o Rea sanno esattamente come farlo.”

Un colpo e via

Rinaldi ha beffato Bautista proprio allo scadere, con un giro velocissimo ma una tantum. Il compagno di squadra ha pagato 29 millesimi, ma con la gomma fresca ha fatto tre passaggi allo stesso livello, cioè 1’32″4. Meglio ancora in precedenza, quando aveva provato una mezza simulazione di corsa, rivelandosi di gran lunga il più rapido di tutti. “Dobbiamo lavorare sul setting perchè la gomma anteriore si è consumata troppo in fretta” riconosce Rinaldi. “Dopo pochi giri ho perso fiducia, rischiando di cadere.”

Il contrattempo

Infatti Rinaldi ha pure toccato terra, nella prima sessione: una scivolata alla curva dieci, con pochi danni alla moto e neanche un graffio per il pilota. “Mandalika è un tracciato bellissimo ma poco utilizzato, non girandoci nessuno non c’è gomma in traiettoria e fuori dalla linea ideale resta tanto sporco. Però quando sono caduto ho fatto tutto da solo: ho semplicemente spinto troppo.” Velocissimo e onesto.

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