13 Novembre 2022

Superbike Mandalika: Alvaro Bautista e la Ducati sono campioni del Mondo

Dopo la MotoGP arriva il Mondiale anche nelle derivate dalla serie: Alvaro Bautista, 37 anni, rompe il digiuno

Alvaro Bautista, Superbike

Vince tutto la Ducati: una settimana dopo l’iride di Pecco Bagnaia in MotoGP, tocca ad Alvaro Bautista in Superbike. La Rossa torna regina delle derivate dalla serie dopo un’attesa lunga undici anni. A 37 anni il pilota spagnolo ha chiuso i giochi con il secondo posto in gara 2 sul tracciato indonesiano di Mandalika. Inutile il successo di tappa del rivale Toprak Razgtalioglu, che abdica il numero uno conquistato l’anno scorso. Bautista riporta la Ducati al Mondiale 32 anni dopo il primo storico iride vinto con il francese Raymond Roche, qui parallelo fra i due trionfi di epoche diverse.

Che storia!

Dall’alto delle quattordici vittorie stagionali e 82 punti di vantaggio, il trionfo anticipato in Indonesia era nelle carte. Tanto che dall’Italia si sono mossi i pezzi grossi Ducati: il direttore tecnici Luigi Dall’Igna che il gran capo delle corse Paolo Ciabatti. Nella fornace di Mandalika (68° gradi sull’asfalto!) Bautista non ha vinto, ma andava benissimo così. Toprak Razgatlioglu si è consolato con la tripletta, ma non è riuscito a rimandare la festa al round finale del prossimo week in Australia. E’ festa grande anche per Stefano Cecconi, l’imprenditore toscano che dal 2015 inseguiva il sogno iridato, tanto da diventare proprietario del team Aruba che gestisce l’impegno ufficiale Ducati in Superbike. Dopo anni di occasioni mancate, prima con Chaz Davies e nel 2019 con Alvaro Bautista, finalmente è tempo di alzare le braccia al cielo.

Attesa lunga undici anni

La Ducati è stata per decenni la marca da battere in Superbike. Ma era dall’ormai lontano 2011 che la marca italiana non si aggiudicava il titolo delle moto derivate dalla serie. L’ultimo era stato lo spagnolo Carlos Checa, con la bicilindrica 1098R. Alvaro Bautista ha portato per la prima volta sul tetto del mondo la Panigale V4 R, la prima supermoto stradale con motore quattro cilindri V prodotta dall’azienda di Borgo Panigale. Lo spagnolo aveva accarezzato il sogno già nel 2019, ma sedici vittorie (undici consecutive all’inizio!) non erano state sufficienti: troppi gli errori, specie nella fase estiva, per arginare la Kawasaki di Jonathan Rea. Dopo due anni in Honda, Bautista è tornato a casa velocissimo, affidabile, vincente. Questa volta non ha fallito la sua missione. A quasi 38 anni è la consacrazione per il madrileno, già iridato in 125 GP nel 2006. L’anno prossimo difenderà il titolo, sempre con la Ducati Aruba.

Sotto controllo

La gara decisiva non ha avuto storia, perchè qui la Yamaha vola e a Bautista basta controllare la situazione. Se la situazione di classifica fosse stata diversa, chissà che numeri ci avrebbero riservato Toprak e Alvarito. Invece, dopo un paio di scambi di posizione, ciascuno dei due ha portato a casa quello che voleva. Jonathan Rea anche stavolta, come sabato, ha fatto il valletto: terza posizione. Il prossimo 2 dicembre, in anticipo sui tempi, il nordirlandese sarà a Jerez per il primo test con la Ninja versione ’23.

Epilogo in Australia

Il Mondiale Superbike conclude il cammino il prossimo week end si corre a Phillip Island, in Australia. E’ una delle culle del campionato, dove non si corre dal febbraio 2020, causa pandemia. E’ un ritorno molto apprezzato da appassionati e piloti. Lo stesso tracciato ospiterà l’apertura del Mondiale ’23, a fine febbraio.

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