23 Settembre 2023

Superbike Aragon, gara 1: Bautista che combini? Ma Rinaldi rimedia

Il leader del Mondiale cade due volte, uno splendido Rinaldi vince da separato in casa e dà una mano alla Ducati. Toprak e Rea che leoni!

Alvaro Bautista, Superbike

Dopo il disastro 2019 c’è di nuovo un caso Alvaro Bautista in Superbike? La domanda sorge spontanea dopo le due scivolate che hanno impedito allo spagnolo di cogliere il successo gara 1 al Motorland Aragon che era nei pronostici. La ventesima perla di questa stagione poteva essere la spallata finale al Mondiale, invece questo doppio errore rimette tutto in discussione. Toprak Razgatlioglu adesso è a soli 37 punti dalla vetta, avendone mangiati venti in un colpo solo. Restano otto sfide alla fine, di questo passo ne vedremo delle belle. Intanto uno splendido Michael Rinaldi torna al successo da separato in casa impedendo al turco di fare bottino pieno, dunque regalando cinque punti al frastornato compagno di squadra. Bellissima corsa, illiminata da un Jonathan Rea in gran palla (terzo) e dalla supersonica rimonta di Danilo Petrucci: da ultimo a quinto. Senza quella maledetta caduta in Superpole, chissà come sarebbe finita…

Alvaro Bautista black out

Jonathan Rea è partito molto aggressivo dalla Superpole, ma Alvaro Bautista non si è impressionato. Ha preso le misure e al quarto giro ha dato l’impressione di potersi staccare, spingendo forte. Forse troppo forte: al “Cavatappino” la Ducati è scivolata dietro, Alvarito è riuscita a tenerla limitando i danni. Ma nell’incidente ha perso 25 secondi, per cui una volta tornato dentro ha ripreso il suo gran ritmo nel tentativo di guadagnare almeno qualche punticino. All’ultima curva si è lanciato fra Aegerter e Baz come non ci fosse un domani, perdendo di nuovo il controllo. Per uno o due punti è volato via forte, rischiando tanto. Per fortuna si è rialzato senza un graffio. Torna in mente il 2019, quando ne aveva vinte undici di fila prima di cominciare a sbagliare e farsi strappare il Mondiale.

Michal Rinaldi non molla mai

Quando tutto fila per il verso giusto il 27enne riminese è un pilota coi fiocchi. Capace di recuperare terreno su due colossi come Rea e Toprak, metterli nel mirino e infilarli facendo sembrare che sia stato quasi facile. Da quando il team Aruba ha annunciato di volerlo sostituire con Niccolò Bulega è come si fosse tolto un peso. A Magny Cours poteva fare grandi cose, ma la speronata di Bautista aveva mandato in frantumi il week end. Qui, dove nel 2020 aveva battezzato il primo dei suoi cinque successi Mondiali, è stato superlativo. Nel ’24 lo vedremo sulla Honda HRC?

Quante recriminazioni

Fosse partito dove doveva, Danilo Petrucci qui dentro si sarebbe potuto giocare qualcosa di grosso, forse perfino la vittoria. Partendo ultimo, al primo giro ha perso cinque secondi, pagandone sette da Rinaldi alla bandiera a scacchi. Al netto della miriade di sorpassi compiuti, fate voi i conti. Adesso l’ex MotoGP dovrà arpionare la top 9 nella Superpole Race, sempre scattando dietro e con appena dieci giri a disposizione, in modo da guadagnare una casella di partenza decente, per poter buttare tutte le carte sul tavolo di gara 2. Passo indietro per Axel Bassani, solo nono. Il terzo che si mangia le mani è Iker Lecuona, che qui ha una Honda da top 5, almeno. La partenza anticipata gli è costata due long lap. Anche in casa HCR ne riparliamo domani.

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