5 Gennaio 2024

Superbike: Alvaro Bautista, l’insostenibile pesantezza dell’essere

Alvaro Bautista, il pilota vincitutto, nella Superbike '24 sarà penalizzato con sei chili di zavorra. Non è scontato che la supremazia continui

Superbike, Alvaro Bautista

Gli appassionati Superbike sono conservatori e formano i loro giudizi sull’esperienza della pista, piuttosto che sulle aspettative future. Ad un mese e mezzo dal via Mondiale a Phillip Island, in Australia, negli occhi della gente c’è la fotografia delle due ultime stagioni. La Ducati Panigale V4 è considerata riferimento indiscusso e Alvaro Bautista il pilota invincibile. Immagini scolpite dai fatti: nel ’23 il piccoletto madrileno ha battezzato 27 vittorie in 36 gare, raggiungendo l’iperbolico traguardo di 59 trionfi in tre stagioni in sella alla Ducati. In questo breve lasso di tempo è diventato il pilota in rosso più vincente non solo sul fronte Superbike, meglio di mostri sacri come Carl Fogarty o Troy Bayliss, ma anche di qualsiasi altro pilota Ducati nella storia. Dal 2019 c’è il vantaggio della Superpole Race, che ha un pò scombinato le statistiche, ma sono comunque numeri da paura.

Il pesante fardello

Ma c’è un però: nel 2024 lo scenario regolamentare cambierà drasticamente. La nuova regola sul peso combinato pilota-moto costringerà Alvaro Bautista a far fronte ad un fardello di sei chili di zavorra. Che continui a vincere non è scontato. Anzi, sarebbe una grandissima sorpresa se accadesse. Il grosso guaio, per lui, è che si sono inventati una penalità praticamente ad personam, perchè fra i pretendenti al Mondiale Superbike solo lui è così leggero. In “ordine di marcia“, cioè con tutto l’abbigliamento necessario, Bautista arriva a malapena a 66,5 kg, ben distante dagli 80 chili “ideali” fissati dalla norma. La metà di questo delta determinerà la zavorra, quindi nel suo caso sarà intorno ai sei chili. Su una moto da corsa (il peso limite Superbike è 168 chili) una massa di questo genere è un fattore di enorme impatto. Il peso aggiuntivo può incidere sul maneggevolezza, frenata e sul consumo gomme. In particolare è quest’ultimo aspetto che preoccupa maggiormente Alvarito, che sulla gestione dell’aderenza ha costruito il suo dominio.

Il fuoco amico

Al contempo le Marche rimaste più indietro, come Kawasaki, Honda e BMW, godranno di vantaggi regolamentari non indifferenti, visto che – per esempio – potranno intervenire anche su alcuni organi interni del motore, modificandoli rispetto ai componenti omologati. Ma probabilmente, per quanto riguarda Bautista, è proprio la zavorra l’elemento preponderante. Perchè, come detto, per Toprak Razgatlioglu e Jonathan Rea non cambierà niente, mentre per Alvaro si. Ma c’è di più, perchè bisognerà tenere in debito conto anche il fuoco amico. A parità di Panigale V4 R, il compagno di squadra Nicolò Bulega non dovrà montare alcuna zavorra, e lo stesso sarà per Andrea Iannone, Danilo Petrucci e gli altri ducatisti “satellite”. Quindi Bautista sarà in (grave) inferiorità tecnica anche rispetto ai compagni di marca.

A 40 anni quanto può andare avanti?

Come non bastasse la zavorra, c’è anche il …peso dell’età. A novembre Bautista taglierà il traguardo dei 40 anni. Potrà attaccarsi al confortante precedente di Max Biaggi, che nel 2012 firmò il sesto Mondiale, il secondo in Superbike con l’Aprilia, a 41 anni d’età. Lo stesso fuoriclasse romano si è ritirato correndo in Malesia una tantum tre anni dopo, nel 2015. E non fu una partecipazione per onore di firma, ma di grandissimo livello. Bautista ha rinnovato per un solo anno, lasciandosi aperta ogni possibilità. Se riuscisse, nonostante l’handicap, a difendere il numero 1 eguaglierebbe i tre Mondiali Superbike del mitico Troy Bayliss. Viste le premesse, sarebbe un’impresa da titano. Ad oggi Bautista è ancora indicato come pilota da battere, ma questi sei chili cambiano drasticamente l’orizzonte ’24.

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