Superbike: Alex Delbianco, il ragazzo coraggioso agguanta la top ten
Il pilota di Honda Althea finisce nono dopo aver compiuto una spettacolare divagazione fra i prati dell'East Midland. Un coraggio da leone
Quella serie di curve velocissime, in mezzo al verde di Donington, fanno impressione. Figuratevi con il bagnato. Alessandro Delbianco, 21enne riminese, è partito in fondo allo schieramento e a metà di gara 1 ha perso il controllo della Honda. E’ piombato sull’erba bagnata ad altissima andatura tenendo per le briglie la CBR-RR chissà come, visto che aveva entrambe le gambe sul lato destro della moto. Dopo qualche centinaio di metri di rodeo, si è rimesso in sella incrociando di nuovo il nastro d’asfalto. Ha ripreso la corsa, come niente fosse successo, fra gli “ohhhh” di meraviglia e l’applauso liberatorio del pubblico. La paura, spesso, è benzina per l’anima dei piloti. Così Alex si è ributtato nella mischia ancora più forte di prima. Ha passato di slancio tutti quelli che poteva, perfino Chaz Davies e la sua Ducati ufficiale. (Qui la cronaca di gara 1)
CUOR DI LEONE
Il coraggio di Alessandro è stato premiato con il nono posto, miglior piazzamento (finora) in questa prima stagione di Mondiale. La Honda è in grave difficoltà, figuriamoci la sua che non è neanche aggiornata come quelle del team interno. Sull’asciutto non ha possibilità, ma quando piove…ci pensa lui. Nella terza sessione di prove, al mattino, aveva concluso quarto. Per cui il nono posto gli sta strettissimo. Senza quella divagazione, chissà…
LA PRIMA VOLTA NON SI SCORDA
“Sono chiaramente molto felice del risultato, è la prima gara che ho finito nella top ten” racconta Alex Delbianco. “Credo che sia un primo traguardo importante. Avrei voluto fare di più ma non è stato possibile, anche perché ho fatto qualche errore, a causa la mia inesperienza probabilmente. Sono comunque molto contento e spero di poter disputare due buone gare anche domenica.” Alex è approdato al Mondiale con il team Althea, formazione laziale che nel 2011 vinse il titolo gestendo la Ducati di Carlos Checa. La stoffa c’è, sarebbe bello che nel 2020 avesse un’altra possibilità. E magari a disposizione la nuova arma Honda in allestimento in Giappone…
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