25 Aprile 2024

MotoGP, Crutchlow promuove la rivoluzione Yamaha: “Bartolini cruciale”

Crutchlow ha raccontato come stanno cambiando le cose in Yamaha: il tester inglese ha molta fiducia per il futuro.

MotoGP Yamaha Cal Crutchlow

Yamaha sta vivendo un momento di importanti cambiamenti, anche se in pista non si stanno ancora notando in positivo gli effetti della rivoluzione in corso. Serve del tempo, ma è fondamentale che la casa di Iwata abbia deciso di modificare totalmente il proprio approccio rispetto al passato. Essere conservativi in MotoGP è qualcosa che non ti puoi permettere quando devi recuperare un gap consistente. Servono interventi netti e, seppur con un po’ di ritardo, è stato deciso di muoversi in questa direzione..

Gli arrivi da Ducati di Massimo Bartolini (nuovo direttore tecnico) e Marco Nicotra (nuovo responsabile dell’aerodinamica) sono mosse che stanno portando a un cambiamento di mentalità all’interno del box. Lo stesso Fabio Quartararo, pur dovendo ammettere che la M1 è ancora lontana dall’essere vincente, ha riconosciuto con soddisfazione che finalmente si sta lavorando come aveva richiesto già tempo addietro. Anche per questo ha rinnovato il contratto fino al 2026.

MotoGP, Crutchlow fiducioso sul futuro Yamaha

Ad aiutare la Yamaha ci sono anche le nuove concessioni MotoGP, che le consentono di effettuare più test, sfruttando anche i piloti titolari. Il collaudatore Cal Crutchlow, che la scorsa settimana ha girato a Barcellona, è fiducioso per il futuro e ne ha parlato al podcast OMG! MotoGP: “Quando sono arrivato il test team era quasi inesistente e non c’era collaborazione con il racing team. Poi ogni anno le cose sono andate meglio, abbiamo fatto un grande lavoro. Ora c’è più sinergia, le informazioni arrivano efficacemente in Giappone. Quest’anno ci sono stati tanti cambiamenti in Yamaha, nella mentalità e nel modo di fare le cose. L’arrivo di Max Bartolini è stata la cosa più grande, avevo lavorato con lui in Ducati nel 2014. Probabilmente è il migliore con cui abbia lavorato a livello tecnico. Lui ha un ruolo cruciale per Yamaha ed è presente anche ai miei test. Ci mandano 27 persone in ogni test“.

Il pilota britannico è convinto che la casa di Iwata abbia i mezzi per tornare al top: “Quando mi siedo con loro, gli dico che si riprenderanno. Per quanti anni i costruttori europei non hanno vinto? Ducati vinse con Stoner, poi è tornata vincere con Pecco solo due anni fa. Aprilia è forte, KTM anche. Sfortunatamente Yamaha e Honda stanno faticando, però le corse vanno così. Si riprenderanno e torneranno competitive. Quando non lo so. Penso che le concessioni, il modo con cui possiamo fare test e altre cose ci aiuteranno“.

Cal e i problemi della M1

Crutchlow vede che oggi i marchi europei sono avanti e che serve del lavoro per recuperare, però è qualcosa che può succedere nelle corse ed è importante reagire. Yamaha lo sta facendo, finalmente: “Quest’anno ha fatto un grande cambiamento di mentalità – conferma l’inglese – e stanno spingendo, però non puoi fare le cose dall’oggi al domani. Non si tratta di una cosa sola. I problemi sono stati gli stessi negli ultimi tre anni e li avevo detti, ma è stato difficile cambiare. Adesso è arrivato Max, che ha preso in mano la situazione e sta guardando in ogni area. Penso sia solo questione di tempo prima che diventino più forti di adesso“.

Il tester Yamaha ha spiegato cosa andrebbe migliorato sulla M1, la potenza non è il principale punto nel quale intervenire: “Ogni anno c’è più potenza, Fabio l’aveva chiesta, e si è creato un problema. Hanno bisogno di più potenza in quarta, quinta e sesta marcia in rettilineo. Mi è servito tempo per spiegare alla Yamaha che aumentando la potenza avrebbe creato problemi in uscita di curva. Sul dritto eravamo più lenti di prima, perché la moto ha spinning in uscita. Il problema più grande è che l’elettronica non riesce a gestire la potenza che abbiamo, quindi siamo stati più lenti comunque. Un’altra cosa che ho detto è che ci sono 15 curve in ogni circuito, dobbiamo tornare ad essere capaci di farle bene come in passato. Se perdi un decimo a curva, alla fine hai perso un secondo e mezzo. In rettilineo puoi perdere 2-3 decimi. Sicuramente serve più potenza per lottare, ci sono più cose da mettere insieme. Penso che stiamo andando nella giusta direzione, ma ci serve tempo“.

Foto: Yamaha MotoGP

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