11 Novembre 2022

Mandalika Indonesia: Inferno per le gomme ma Pirelli è pronta per la sfida

Caldo torrido, asfalto appena rifatto, rischio pioggia: la Superbike a Mandalika è un banco di prova diabolico per le coperture italiane

Pirelli, Superbike

Caldo torrido, asfalto appena rifatto e rischio pioggia: la tappa Mondiale Superbike a Mandalika è un mix di sfide al limite per la Pirelli dal 2004 fornitore unico del campionato. C’è anche un altro elemento che alza il coefficiente di difficoltà, di carattere logistico. Per motivo di costi, le gomme le gare extraeuropee viaggiano in container trasportati via mare, per cui il materiale che verrà utilizzato nel round che può assegnare il titolo iridato è partito dall’Europa lo scorso luglio. Quando, ovviamente, i tecnici Pirelli non avevano idea del tipo di asfalto che avrebbero trovato, visto che i lavori di riasfaltatura sono finiti qualche giorno fa. Le scelte sono andate sul conservativo: i piloti hanno a disposizione due soluzioni anteriori di mescola morbida SC1 e tre posteriori SCX (super morbida), SC0 (morbida) e SC1 (media).

Perchè Mandalika è stata riasfaltata?

Il tracciato indonesiano venne inaugurato un anno fa, proprio con la Superbike iridata. Sorge sull’isola di Lombok e al secondo appuntamento, con la MotoGP, l’asfalto di grana molto grossa, steso in gran fretta, aveva dato segni di cedimento. Per questo si è deciso di rifare il manto, cambiando miscela del fondo, che adesso è molto compatto e chiuso. Il lavoro pare ben fatto, ma era inevitabile che l’operazione conclusa all’ultimo minuto avrebbe creato problemi di sporco. Al mattino, nella FP1, i piloti Superbike hanno girato con tempi di circa quattro secondi più alti rispetto ai riferimenti 2021, cioè quasi a ritmo da…bagnato. In più si sono registrate usure molto importanti. Ma Pirelli non si è fatta cogliere impreparata.

Pirelli ha aggiunto un set in più

Perchè le squadre non dovessero preoccuparsi dell’usura precoce degli pneumatici, Pirelli ha proposto ai Commissari Tecnici della Federmoto di aggiungere un set di pneumatici in più ai quantitativi regolamentari, che prevedono la fornitura di 10 anteriori e 11 posteriori. La FIM ha dato ovviamente via libera. Nella seconda sessione, con pista che cominciava a gommarsi, le prestazioni sono crollate di brutto. Alvaro Bautista ha chiuso davanti a tutti girando sei decimi sotto il primato in gara dell’anno scorso. Qui la classifica di giornata.

Gli esami non finiscono mai

Dopo due sessioni, in aggiunta ad altrettante Supersport, sul tracciato si è creata una traccia di circa sessanta centimetri gommata alla perfezione. Aldifuori però l’asfalto resta scivoloso, quindi ai piloti si presentano due problematiche: tenere linee precise, perchè uscire dal “binario” può essere pericoloso. Ma soprattutto studiare bene i punti di sorpasso, considerando che andare fuori la linea ideale non sarà consigliabile. Inoltre c’è un altro guaio potenziale: la pioggia. A Lombok piove spesso, e anche molto forte. Un’eventuale pioggia notturna laverebbe completamente il fondo, riportandolo alle condizioni iniziali. Sabato mattina la FP3 dura appena 30 minuti, e la successiva Superpole 15: quindi, prima di gara 2, le Superbike staranno in pista la metà del tempo rispetto a venerdi. Gara 1 quindi potrebbe partire in condizioni imprevedibili.

Pronti a tutto

In Pirelli però sono sereni. L’esperienza insegna che nelle tappe extra europee le variabili in gioco, sul fronte gomme, salgono in maniera esponenziale rispetto ai tracciati del vecchio continente, molto più utilizzati e ben conosciuti da piloti e tecnici. La prestazione di Bautista e dei suoi avversari dimostra che non c’è difficoltà che riesca a fermare il progresso e lo sviluppo di gomme che, giova ricordarlo, sono disponibili anche per i normali appassionati per l’utilizzo nei track days.

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