6 Marzo 2024

YART all’assalto della Daytona 200: una promessa mantenuta

YART Yamaha porta il terzetto Campione del Mondo Endurance 2023 alla Daytona 200 di questo fine settimana: i retroscena e gli obiettivi di questa partecipazione raccontati da Marvin Fritz

YART Yamaha porta in pista il terzetto Campione del Mondo Endurance 2023 alla Daytona 200 di questo fine settimana: i retroscena e gli obiettivi di questa partecipazione raccontati da Marvin Fritz

Alla conquista dell’America. Aspettando di difendere l’#1 nel FIM EWC 2024 a partire dalla 24 Heures Motos in agenda il 20-21 aprile prossimi, lo squadrone YART Yamaha è atteso ad una nuova affascinante e, per certi versi insolita, sfida… a stelle e strisce! Dopo il titolo mondiale “della passione” nelle corse di durata, il secondo della propria storia, lo Yamaha Austria Racing Team sarà infatti al via questo fine settimana dell’82esima edizione dell’iconica 200 miglia di Daytona. Con tre distinte R6 affidate all’assodato terzetto formato dal nostro Niccolò Canepa, Marvin Fritz e Karel Hanika, la compagine di Mandy Kainz punterà senza mezzi termini al “colpaccio” al di là dell’Atlantico. Un premio per il recente trionfo nel Mondiale Endurance, vero, ma anche e soprattutto il desiderio di imporsi nello Speedway della Florida, mantenendo fede alle sue stesse parole.

I retroscena dietro la partecipazione di YART alla Daytona 200

L’idea di partecipare alla Daytona 200 ha preso piede quasi per gioco. Una promessa tuttavia è una promessa. Mantenerla significa adempiere ad un impegno preso, creando relazioni di fiducia con il prossimo. Lo sa eccome Mandy Kainz, mosso da una incommensurabile passione motociclistica, autentico motore della sua carriera. Lo riafferma Marvin Fritz, entrato nei ranghi YART nel 2016: “Lo scorso anno, nel mese di marzo, stavamo effettuando dei test a Rijeka. Una sera ci siamo messi a guardare la gara di Daytona perché conoscevamo alcuni piloti che vi correvano – ha raccontato al sito fimewc.com – al capo (Kainz; ndr) domandammo un po’ ironicamente se avessimo potuto andarci in caso di vittoria dell’EWC. Lui rispose con convinzione di sì, anche se in quel momento nessuno credeva che sarebbe successo veramente. Mandy, tuttavia, è il miglior team manager, un secondo padre. Alla fine, ha mantenuto la parola”.

Marvin Fritz festeggia il titolo EWC 2023 al termine della 24H del Bol D’Or

Uno per tutti, tutti per uno

Storicamente teatro di battaglie fratricide, di fatto la Daytona 200 si presenta come una corsa “individuale”. Non farà eccezioni per i tre alfieri YART. Correranno coi medesimi colori, certo, ma ognuno dovrà pensare a sé stesso. In ogni caso potranno portare un po’ di sano spirito di squadra, alla base dei successi nell’EWC, anche sabato 9 marzo: “Daytona è una vetrina straordinaria e pensiamo di poter lottare per le posizioni migliori – ha proseguito – correremo l’uno contro l’altro, il che è bello, però ci aiuteremo a vicenda. Il nostro obiettivo sarà quello di lavorare insieme per portare almeno uno di noi sul podio o addirittura alla vittoria. Sarebbe un sogno, tutti noi lo vogliamo. La nostra squadra è già abituata ai pit stop, possono giocare a nostro favore. Sappiamo di poter ottenere un ottimo risultato, ci siamo preparati bene”.

Fascino ed adrenalina della Daytona 200

Per quanto sia una “nobile decaduta”, la Daytona 200 mantiene tuttora inalterati fascino ed adrenalina: “Per noi in pratica si tratta di una corsa ‘sprint’, ma stiamo parlando della Daytona 200. L’America è sempre un posto speciale, la pista poi è surreale. Così grande, con il banking di 31° che assomiglia tanto ad un muro quando te lo ritrovi davanti. Sebbene useremo delle R6, quindi meno potenti rispetto alla R1 di cui disponiamo nell’EWC, viaggeremo a 280-300 km/h ad un metro dal muro! Ancora non riesco a credere di poter guidare in un palcoscenico così”.

L’importanza della strategia

Forte dei riferimenti acquisiti con la R6 in una gara-spot lo scorso autunno insieme al team-mate Hanika, Fritz ha le idee chiare su come fare la differenza a Daytona: “Bisogna saper ‘scivolare’ lungo il banking per essere competitivi sul giro, sfruttando soprattutto la sponda superiore, molto più ampia, per andare completamente a muro e prendere velocità. Talvolta ci si può migliorare anche di oltre un secondo. In due ore e mezzo di gara inoltre saranno previste un paio di soste. La chiave? Non perdere terreno dal gruppo di testa, senza scia i sogni di gloria vanno presto in fumo…”.

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