10 Maggio 2022

Paolo Pirozzi, diario di viaggio: i primi due mesi da Predosa a Patrasso

Paolo Pirozzi racconta i primi due mesi del viaggio "Desmonauta": 850 km al giorno e tanti imprevisti da affrontare con la sua Ducati 'Mia'.

Paolo Pirozzi

Agli inizi di marzo Paolo Pirozzi è partito da Predosa, sede dello stabilimento Termignoni, per un nuovo viaggio da record. Il via ufficiale è stato dato da Ernesto Marinelli. 720.000 km all’attivo percorsi sempre e solo con Ducati, due giri del mondo, diversi record… Obiettivo raggiungere quota 800.000 km per diventare, dopo Fastest-man e dopo Ducati-Hero, il Desmonauta, primo uomo che è andato e tornato dalla Luna con una Ducati, coprendo la distanza andata-ritorno fra la Terra e la Luna. Inizia da qui il diario di viaggio del nostro grande amico Paolo…

Dall’Italia alla Grecia

Mia ed io siamo partiti dalla provincia di Alessandria con un freddo pungente. Ho attraversato il litorale meridionale della Francia cercando di non prendere mai tratte stradali a pagamento, solcando passi di montagna e strade veloci, con l’obiettivo di percorrere in media 12 ore al giorno per un totale di 800 km al giorno, un ritmo di marcia che proseguirò per 100 giorni consecutivi. Monaco, Marsiglia, Montpellier, passo per Andorra, Barcellona, Valencia fino ad Almeria. Qui ho dormito finalmente in albergo perché negli 850 km al giorno ho compiuto anche 92 giri belli secchi di pista. Con una lunghezza del circuito di 4,2 km rientrava come metà del chilometraggio di giornata. Qualche giorno prima c’era stato anche Jorge Martin del team Pramac. Qui mi sono imbattuto in una tempesta del Sahara durata quattro giorni che ha creato un’atmosfera rossastra, tanto da dare l’impressione di essere su Marte. Non avevo mai guidato in pista con la sabbia sotto le gomme, però gli pneumatici e Mia hanno retto meravigliosamente. Questa sabbia entrava nella gola e nel naso, la lingua era impastata di sabbia, disagio che mi ha causato qualche inconveniente fisico per una decina di giorni, ma non abbiamo mai smesso di proseguire con la nostra tabella di marcia.

Ho toccato Murcia, Consuegra (dove ci sono dei mulini meravigliosi), Cordoba, Granada, Marbella, Cadice, Mazagon, Siviglia (ho partecipato ad un evento con i fan che mi aspettavano e mi hanno premiato con una targa per il mio contributo al motociclismo mondiale). Sono passato anche per Tarifa, al confine dei due mari, Merida, Huelva per continuare verso il Portogallo: Faro, Sagres, Lisbona (con due eventi), Porto, Braga, Vila Real e poi nell’entroterra. Sono rientrato in Spagna, Santiago de Compostela, una visita al circuito di Jerez, prima di risalire a Leon, Valladolid, Saragozza, Valencia, Barcellona e rientrare in Francia per entrare in Germania. Tappa a Monaco di Baviera, sempre macinando 850 km al giorno, fino a Friburgo, Stoccarda, Augusta, Norimberga, Francoforte sul Meno, Rosenheim, Ingolstadt. A Dachau mi sono fermato a visitare il primo campo di concentramento dei nazisti, scenari da brividi. In due giorni e mezzo ho attivato la modalità Fastestman e ho virato verso Salisburgo, Vienna, Budapest, Bucarest, Sofia, Serres, Patrasso: 3228 km in 70 ore.

Note di viaggio

La Panigale ha retto alla grande a pista, sterrato, ghiaccio, neve, pioggia. Abbiamo affrontato anche il deserto di Tabernas senza troppi problemi. Trascorro le notti in alberghetti di fortuna e b&b perché i budget sono molto ridotti a causa del caro benzina. Da quando ho lasciato l’Italia i costi del carburante non sono mai scesi sotto i 2,30 euro/litro e per coprire una distanza di 850 km al dì ho bisogno di quattro pieni e mezzo al giorno. Per rientrare nelle spese ho dovuto dimezzare i pasti, mangiando solo due volte al giorno e nutrendomi soprattutto di cibi proteici: pollo, tacchino, pane, affettati. Punto di più alla colazione che spesso viene offerta al risveglio, raggiungendo anche le 800 calorie, così da poter affrontare al meglio il freddo del mattino. Solitamente mi sveglio alle cinque e mi alleno per un’ora, doccia, colazione e via con 11-12 ore di viaggio, dividendo in 400 km di strade statali e 400-450 km di passi di montagna. L’allenamento è fondamentale perché tutti gli arti restano inchiodati a lungo nella medesima posizione e mi permette di avvertire meno dolori.

A Patrasso una persona mi ha fermato mentre passeggiavo e cercavo un luogo per sfamarmi. Sembrava non sapesse nulla di me e mi disse: “Se incontrassi Michael Jordan… chapeau (e fa solo il gesto di togliersi il berretto). Se avessi incontrato Diego Maradona idem. Ma se incontro te chapeau” e mi regala il cappello. Ho legato questo souvenir ad una busta e spero di riuscirlo a tenere fino al mio ritorno in Italia. Infine vorrei precisare una cosa: i primi 400 km giornalieri sono di strada statale, al termine dei quali scatto una foto per dimostrare il mio chilometraggio. I restanti 450 km sono passi di montagna e non scatto più foto, dopo di che intorno alle 19:00 cerco un posto dove mangiare e dormire e al mattino dopo si riparte. Anche se giro un video di dodici secondi da postare sui social, è lo stesso tempo che ho a disposizione per guardare quel posto… Non sono certo in vacanza!

La Ducati Panigale “ghiacciata”

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